DA FLOR, Ruggero

Enciclopedia Italiana (1931)

DA FLOR, Ruggero

Camillo Manfroni

È il più antico e strano tipo di soldato di ventura del sec. XIII. Di famiglia straniera, accolta alla corte di Federico II e ridotta all'indigenza all'avvento della casa d'Angiò, Ruggero entrò giovanissimo nell'Ordine del Tempio, segnalandosi subito nelle crociere che a quei tempi i Templari facevano contro gl'infedeli e contro i mercanti cristiani, violatori dei decreti papali per il blocco commerciale dell'Egitto. Venuto in sospetto al Gran Maestro, si salvò dalla cattura rifugiandosi in Ponente, dove armò a sue spese un'armatella di venturieri catalani (almogàveri), con cui, durante l'ultima fase della guerra del Vespro, fu assoldato dal re di Sicilia, Federico. Ma questi, dopo la pace di Caltabellotta, si sbarazzò di Ruggero, divenuto temibile per la sua ambizione, dandogli dieci galee e due legni minori (1303).

Ruggero passò allora al servizio dell'imperatore bizantino Andronico II Paleologo che, tormentato dalla pirateria e dalle incursioni degli Osmani e dei principi Selgiuchidi, gli conferì il titolo di megaduca, che lo faceva superiore a tutti i funzionarî imperiali, e gli diede il comando delle forze di terra e di mare. Gl'inizî della Compagnia del Da Flor furono assai tristi; ché ebbe a lottare coi mercenarî genovesi, gelosi delle laute paghe. Ruggero passò quindi in Asia, dove riportò notevoli vittorie sui Selgiuchidi, ma fallì nell'espugnazione della piazzaforte di Magnesia (1305).

Ricevuto un rinforzo di altri Catalani, il Da Flor si stabilì a Gallipoli, donde sistematicamente prese a devastare le terre così dell'Impero come dei suoi nemici. Per calmarlo l'imperatore gli conferì il titolo di Cesare, cioè di vice-imperatore: ma con ciò gli suscitò la gelosia dell'erede del trono, Michele Paleologo, che lo fece assassinare. Dopo la sua morte la Compagnia lottò strenuamente contro i Bizantini e passò poi in Grecia, dove fondò il ducato di Atene.

Bibl.: G. Heyd, Storia del commercio del Levante nel Medioevo, in Bibl. dell'Economista, s. 5ª, X, p. 467 seg., Torino 1913; C. Manfroni, Storia della marina italiana dal trattato di Ninfeo alla caduta di Costantinopoli, Livorno 1902, p. 225 seg. Per le ulteriori vicende della Compagnia di ventura v. almogàveri.

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