Ruggèro I conte di Sicilia

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Figlio ultimogenito (m. Mileto 1101) di Tancredi di Altavilla, venne in Italia (metà sec. 11º) quando il fratello Roberto il Guiscardo già aveva fatto fortuna. Rivelatosi subito guerriero capace, conscio del suo valore, si fece cedere dal fratello metà della Calabria (1062), da lui strappata ai Bizantini. Dopo la guerra di Calabria, R. passò alla conquista della Sicilia, possesso dei musulmani. In questa impresa più che altrove rivelò le sue eccellenti doti militari, soprattutto nelle battaglie di Cerami (1063) e di Misilmeri (1068). Palermo cedette nel 1071; quindi, dopo un intervallo in cui R. prese parte ad altre guerre in aiuto del fratello, la conquista dell'isola fu completata, con la caduta di Noto (1091). Gli fu riconosciuto dal fratello il dominio dell'isola, eccetto la metà di Palermo e Messina. Alla morte del Guiscardo aiutò più volte il nipote Ruggero di Puglia, ma facendosi cedere in compenso i territorî della Sicilia e della Calabria che ancora gli mancavano. Dopo aver riportato la religione cattolica in Sicilia, pose a capo delle diocesi vescovi da lui scelti, finché ottenne (1099) da Urbano II la legazia apostolica. Egli non fu alieno dall'accettare come collaboratori le persone più esperte che trovò nel regno, e benché esigesse la più completa fedeltà, fu abbastanza tollerante, e non portò radicali mutamenti nell'ordinamento amministrativo. Alla morte gli successe il figlio Ruggero, avuto dalla terza moglie Adelaide degli Aleramici.

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