Sabei (gr. Σαβαῖοι) Popolazione semitica dell’Arabia sud-occidentale, attestata nel 1° millennio a.C. e nella prima metà del 1° sec. d.C.; nei documenti epigrafici locali è indicata con il nome sb’, letto Saba’ sulla scorta degli autori classici (Σαβά) e dell’etiopico Sābā.
La regione occupata inizialmente dai S. corrispondeva alla parte centro-orientale dello
Di origine settentrionale, come tutte le popolazioni sudarabiche di età storica, stanziati dapprima nell’Arabia nord-orientale, i S. scesero probabilmente nello Yemen verso il 7°-6° sec. a.C. Il periodo più antico della loro storia, durato fin verso il 3° sec. a.C., prende il nome dai mukarrib, titolo di incerto significato assunto dai re; la capitale era
Principale fonte di ricchezza della regione era la produzione ed esportazione di aromi. La religione dei S., come quella degli altri popoli sudarabici, si fondava su un politeismo che faceva capo a un dio supremo, Attar, connesso con le piogge monsoniche, a un dio nazionale, Almaqah o Ilmuqah, con caratteristiche solari e dionisiache, e a una serie di divinità tribali; mancava una figura femminile dominante, ma divinità femminili, chiamate sh ms («sole», parola di genere femminile in sudarabico) avevano la funzione di proteggere i singoli individui. Lo stambecco, spesso raffigurato di profilo con grandi corna ricurve in età antica, era l’animale legato ad Attar.
Tra i dialetti sudarabici antichi, il sabeo presenta caratteri meno arcaici; la scrittura è la stessa usata dagli altri popoli sudarabici, che fu preceduta da una forma più arcaica analoga e contemporanea a quella protoaraba documentata in Mesopotamia nei primi secoli del 1° millennio a.C.