SALISBURGO

Enciclopedia dell' Arte Medievale (1999)

SALISBURGO

F. Fuhrmann

(lat. Iuvavum; ted. Salzburg)

Città dell'Austria, capoluogo dell'omonima regione, caratterizzata in modo singolare dalla sua posizione geografica all'interno di un bacino percorso dal fiume Salzach, alle propaggini settentrionali delle Alpi.La posizione favorevole e la vicinanza al punto più stretto del corso del Salzach (Ivarus) all'esterno della catena montuosa alpina furono fin dall'Antichità motivo di attrazione per l'insediamento. Mentre gli Illiri e i Celti si stanziarono soltanto sugli Inselberge, i Romani preferirono la valle e fecero di Iuvavum, nel regno celtico del Norico conquistato nel 15 a.C., un centro amministrativo e commerciale. Qui si incontravano due significative strade di collegamento dell'Impero: la via dei Tauri proveniente da Aquileia-Virunum e la via prealpina del Norico e della Rezia che andava da Lauriacum (od. Lorch), sul limes danubiano, passando per Ovilava (od. Wels) verso Augusta Vindelicum (od. Augusta) nella provincia retica. Sotto l'imperatore Claudio (41-54) l'insediamento ottenne il rango di municipio.Dopo numerose distruzioni - avvenute soprattutto nel corso della guerra con i Marcomanni (166-180) - durante il sec. 4° sulla terrazza del Nonnberg e sul Festungsberg venne costruito un oppidum fortificato, che sopravvisse fino all'Alto Medioevo con il nome di castrum superius (Oberburg). Eugippio (Vita sancti Severini, 13) attesta per il sec. 5° l'esistenza in Iuvavum di una chiesa monastica in un luogo imprecisato e quindi la cristianizzazione dell'area. Dopo il ritiro delle classi superiori della popolazione romanizzata per ordine di Odoacre, nel 488, la vita urbana a Iuvavum subì un arresto tale che i Bavari, che all'inizio del sec. 6° si impossessarono del territorio, preferirono insediarsi in aperta campagna. I loro duchi, della stirpe degli Agilolfingi, inizialmente si stabilirono nell'Oberburg, dove fecero erigere la chiesa di St. Martin.Circa la topografia di Iuvavum, si hanno soltanto notizie lacunose. La parte occidentale abitabile della città si estendeva da Karajanplatz a Kajetanerplatz, ma era sensibilmente più stretta di adesso, mentre quella orientale giungeva fino alle od. vie Paris Lodron e Wolf Dietrich. Il centro era costituito dall'Innerste Stein, punto di snodo tra le vie di collegamento dell'Impero e la testa di ponte per il passaggio sul Salzach, che si trovava a m 60 ca. più a monte dell'od. Staatsbrücke. Attraverso la Getreidegasse la via conduceva, passando per Mülln e Maxglan, verso Bedaium (od. Seebruck) e Pons Aeni (od. Innbruck, nella regione di Rosenheim) fino ad Augusta Vindelicum.Al più tardi con il vescovo Ruperto di Worms, che nel 696 scelse Iuvavum, in gran parte distrutta, come punto di partenza per la sua attività di missione, ebbe inizio la storia medievale di S., il cui nome tedesco si ritrova per la prima volta nelle fonti nella Vita Bonifatii di Villibaldo di Magonza, scritta nel 770 ca., e si può far risalire alla presenza di sale a Reichenhall e alla fortezza degli Agilolfingi sul Festungsberg. Ruperto edificò a S. una formosa ecclesia (Vita Hrodberti, 8) in onore di s. Pietro, fondò un monastero maschile (o forse ne ripristinò uno di epoca tardoantica), dando in tal modo l'avvio al successivo sviluppo della città. Si può ritenere che chiesa e monastero si trovassero sull'area dell'od. duomo. Nella zona del Festungsberg la coppia dei duchi agilolfingi Theodberto e Regintrude eresse tra il 713 e il 715 un monastero femminile, che Ruperto consacrò, facendone prima badessa la nipote Erentrude; il palazzo ducale venne allora spostato sull'od. Waagplatz.Le tre redazioni del duomo, pur non conservate, furono gli interventi architettonici più significativi di S. nel Medioevo, determinanti nel definire l'aspetto della città; le indagini archeologiche degli anni 1956-1958, 1966-1967 e 1970 (Vetters, 1971; Kovacsovics, Moosleitner, 19963) hanno consentito di ricostruirle. Nella cripta del coro e nel Domgrabungsmus. (dal 1974) sono stati portati alla luce, tra l'altro, basi di colonne e capitelli di marmo, compresi quelli di epoca romana. Il primo edificio (risalente all'epoca degli Agilolfingi e consacrato nel 774) - noto come duomo di Virgilio, dal nome del vescovo che ne promosse la costruzione - era una basilica a tre navate di considerevoli dimensioni (m 66 × 33) con una partizione trasversale (forse per contenere una recinzione) e probabilmente con una conclusione di coro triconco. Al corpo longitudinale era forse anteposto un atrio di m 24 × 33 (Vetters, 1971). Il secondo duomo, di età ottoniana, è stato posto in relazione con l'arcivescovo Hartwig (991-1023). Al precedente corpo longitudinale, restaurato, vennero addossati alcuni ambienti; venne anche prolungato il coro. Dopo l'incendio del 1127 l'arcivescovo Corrado I di Abensberg (1106-1147) fece ricostruire l'edificio, lo dotò di un ricco arredo e vi fece aggiungere due altissime torri occidentali (Vita Chuonradi, 19).Un nuovo, catastrofico incendio nel 1167 determinò, a partire dal 1181, sotto il cardinale arcivescovo Corrado III di Wittelsbach (1177-1183), una completa ricostruzione, nella quale furono conservate dell'edificio precedente soltanto le torri occidentali e l'ampiezza delle navate. Un corpo longitudinale di sei campate, probabilmente con tribune e alternanza semplice di sostegni, si univa a una struttura architettonica a pianta centrale che comprendeva tre bracci di croce absidati a pianta quadrata, posti intorno a un quadrato di incrocio con torre ottagonale. Per la presenza della sottostante cripta, incrocio e coro erano fortemente sopraelevati. Sopra alle terminazioni absidali dei bracci trasversali si innalzavano torri circolari; si costituì così una possente chiesa-fortezza di m 110 di lunghezza, m 48 di ampiezza (m 59 nella navata trasversa) e m 60 di altezza, costruita in puddinga. Dal punto di vista architettonico, essa si collegava a espressioni renane e lombarde. Tale duomo tardoromanico, demolito all'inizio del sec. 17°, è ben documentato dalle fonti figurative, quali il Liber chronicarum di Hartmann Schedel (Nürnberg 1493) e i disegni del 1530 ca. e del 1553, l'incisione del 1565 e due disegni del 1602 di Paul van Vianen, conservati nel Mus. Carolino Augusteum.Tra gli edifici romanici conservati è da ricordare la chiesa dell'arciabbazia di St. Peter (1130-1147), dell'epoca di Balderich, edificio a tre navate con alternanza di sostegni doppia nella parte dei laici e pilastri semplici nella parte del corpo longitudinale riservato ai monaci, con transetto poco sporgente e absidi in corrispondenza dell'incrocio e dei bracci del transetto. Tale impianto, privo delle absidi, è ancora conservato e può essere individuato al di sotto del rivestimento tardobarocco. Indagini archeologiche effettuate a partire dal 1982 (St. Karwiese) - a parte un piccolo edificio tardoantico, il c.d. edificio a due ambienti (forse un mausoleo) - hanno individuato in pianta, come unico edificio di epoca anteriore, una basilica a tre navate con coro scalare e cripta 'a sala', riferibile a un momento successivo alla divisione dell'abbazia dall'arcivescovo, avvenuta nel 987.Dell'antica parrocchiale, consacrata nel 1223 (od. Franziskanerkirche), si è conservato il corpo longitudinale a tre navate, influenzato sia dalle proporzioni di un edificio precedente sia dal sistema costruttivo del duomo tardoromanico. Il coro 'a sala', eretto a partire dal 1408, con quasi m 30 di altezza interna, cinque sottili pilastri a sezione circolare e corona di cappelle inscritte in una conclusione a 5/12, è opera del maestro Hanns da Burghausen e fu completato da Stefan Krumenauer.Per l'epoca gotica sono da citare la chiesa di St. Blasius, edificata negli anni 1327-1350, un edificio 'a sala' a tre navate con conclusione a coro rettilineo e una tribuna occidentale inserita all'inizio del sec. 15° per il Bürgerspital. La chiesa della fondazione femminile benedettina sul Nonnberg conservò la pianta a tre navate di un impianto del sec. 11°, ma nel sec. 15° fu dotata di una struttura tardogotica con complesse volte a costoloni e una spaziosa cripta. Tuttavia al piano terreno dell'area della torre si è conservata la struttura architettonica romanica con importanti affreschi della metà del sec. 12° con busti di santi nelle nicchie, capolavoro della pittura del Romanico maturo.Degli edifici profani medievali di S., il più importante è senza dubbio il castello di Hohensalzburg, le cui origini risalgono alla lotta per le investiture: fu fatto erigere dall'arcivescovo Gebardo (1060-1088) insieme con i castelli a Werfen e a Friesach (Carinzia); la costruzione fu proseguita dall'arcivescovo Corrado I (1106-1147). L'aspetto attuale si deve però agli interventi dei secc. 15° e 16°, in particolare a quelli dell'arcivescovo Leonardo di Keutschach (1495-1519). Delle case borghesi, presenti in particolare lungo la Judengasse e la Getreidegasse, si conservano resti architettonici risalenti anche al sec. 12°, ma la maggioranza di esse sorse soltanto nel Tardo Medioevo o in età moderna.Le mura urbiche, secondo le più recenti ricerche, sarebbero sorte già nella prima metà del sec. 12°: questo primo tratto proteggeva il versante occidentale della città dal lato del Salzach all'incirca sulla linea della Judengasse-Getreidegasse e a E del fiume l'ampliata testa di ponte Platzl-Lederergasse. La seconda cinta muraria di S. venne realizzata negli anni 1465-1480, nella zona occidentale della città dalla parte del Salzach, più esterna rispetto alle mura antiche e, insieme con la Bürgerwehr, con un andamento trasversale rispetto al Mönchsberg, a E del Salzach, al di sotto del punto di intersezione della Linzergasse e della Bergstrasse fino all'angolo della Hexenturm (bombardata durante la seconda guerra mondiale). Una serie di torri e porte, ora conservate solo in parte, era adibita alla protezione di punti particolari e al collegamento con il fiume e con l'area circostante.Delle opere di arte figurativa sono da citare la c.d. croce di Ruperto, opera forse di origine insulare del 700-750 ca. (Salisburgo, Dommus.), il calice di Tassilone, del 770 ca. (Kremsmünster, Schatzkammer), e l'Evangeliario di Cutberto, del 780-790 ca. (Vienna, Öst. Nat. Bibl., 1224); queste ultime opere furono probabilmente eseguite a S. e influenzate dalla presenza del missionario irlandese Virgilio. Per l'età romanica sono degni di nota quattro timpani di portali, tre ancora in situ (Nonnberg, Franziskanerkirche, St. Peter), mentre il quarto, conservato al Mus. Carolino Augusteum e dedicato alla Vergine, proviene con certezza dal duomo. Stilisticamente collegato a questo è un leone proveniente da un portale e oggi collocato in Sigmund-Haffner-Gasse 16.La produzione miniatoria di S. è rappresentata da opere significative; mentre gli evangeliari di Nonnberg (Monaco, Bayer. Staatsbibl., Clm 15904), di Michaelbeuren (Monaco, Bayer. Staatsbibl., Clm 8272) e di St. Peter (New York, Pierp. Morgan Lib., 781) e il Libro delle Pericopi della biblioteca di corte (Monaco, Bayer. Staatsbibl., Clm 15713) vennero realizzati ancora nella prima metà del sec. 11°, la Bibbia di Admont (Vienna, Öst. Nat. Bibl., Ser. nov. 2701-2702), il Libro delle Pericopi di Nonnberg (Monaco, Bayer. Staatsbibl., Clm 15903) e la Bibbia di Walther nell'abbazia di Michaelbeuern (Stiftsbibl., 1) fanno parte delle più splendide creazioni dell'arte del Medioevo maturo, realizzate tra il 1130 e il 1140, che trovano il loro culmine nel famoso Antifonario di St. Peter (Vienna, Öst. Nat. Bibl., Ser. nov. 2700), realizzato tra il 1160 e il 1165.Per l'oreficeria va citato il calice di St. Peter, del 1160-1180 (Vienna, Kunsthistorisches Mus.). Alla prima età gotica risalgono l'espressivo crocifisso ligneo nell'abbazia di Nonnberg (proveniente dall'antico duomo) e il fonte battesimale in bronzo del 1321, con leoni dell'inizio del sec. 13°, nel duomo barocco. Per l'epoca tardogotica si conservano alcune schöne Madonnen, tra le quali spiccano quella del convento francescano e la Madonna della chiesa dell'arciabbazia di St.

Bibl.:

Fonti. - Eugippio, Vita sancti Severini, a cura di R. Noll (Schriften und Quellen der Alten Welt, 14), Berlin 1963, p. 76 (rist. Passau 1981); Villibaldo di Magonza, Vita sancti Bonifatii, a cura di R. Rau (Ausgewählte Quellen zur deutschen Geschichte des Mittelalters, 4b), Darmstadt 1968, pp. 454-524: 502-503; Vita Hrodberti, a cura di W. Levison, in MGH. SS rer. Mer., VI, 1913, pp. 157-162: 160; Vita Chuonradi archiepiscopi Salisburgensis, a cura di W. Wattenbach, in MGH. SS, XI, 1854, pp. 63-77: 74; J. Stainhauser, Das Leben, Regierung und Wandel des Herrn Wolff Dietrich Hs. um 1615 (Salzburg Univ. Bibl. M I 107), a cura di W. Hauthaler, Mitteilungen der Gesellschaft für Salzburger Landeskunde 13, 1873, pp. 3-140; L. Hübner, Beschreibung der Stadt Salzburg, I, Topographie, Salzburg 1792.

Letteratura critica. - F.V. Zillner, Geschichte der Stadt Salzburg, 2 voll., Salzburg 1885-1890; Die kirchlichen Denkmale der Stadt Salzburg (Österreichische Kunsttopographie, 9), Wien 1912; R. Pühringer, Der romanische Dom zu Salzburg, in Der Dom von Salzburg, Salzburg 1928, pp. 19-41; C. Greinz, Die f.e. Kurie und das Stadtdekanat zu Salzburg, Salzburg 1929; O. Klose, M. Silber, Juvavum, Führer durch die Altertumsammlungen des Museums Carolino Augusteum in Salzburg, Wien 1929; H. Planitz, Die deutsche Stadt im Mittelalter, Graz-Köln 1954; F. Pagitz, Quellenkundliches zu den mittelalterlichen Domen und zum Domkloster in Salzburg, Mitteilungen der Gesellschaft für Salzburger Landeskunde 108, 1968, pp. 21-156; H. Vetters, Die mittelalterlichen Dome in Salzburg, FS 5, 1971, pp. 413-435; F. Pagitz, Versuch einer Rekonstruktion des Konrad-III. -Domes, in Festschrift 1200 Jahre Dom zu Salzburg, Salzburg 1974, pp. 83-89; F. Fuhrmann, Salzburg in alten Ansichten. Die Stadt, Salzburg 19813; C. Meckseper, Kleine Kunstgeschichte der deutschen Stadt im Mittelalter, Darmstadt 1982; A. Hahnal, Die bauliche Entwicklung, in Geschichte Salzburgs, a cura di H. Dopsch, I, 2, Salzburg 1983, pp. 836-864; F. Fuhrmann, Die bildende Kunst, ivi, pp. 1107-1136; G. Dehio, Handbuch der Kunstdenkmäler Österreichs. Salzburg, Stadt und Land, Wien 1986; W. Schaber, Eine unbekannte Stadtansicht Salzburgs aus dem 15. Jahrhundert, Salzburg Archiv 14, 1992, pp. 121-132; H. Dopsch, R. Hoffmann, Geschichte der Stadt Salzburg, Salzburg-München 1996, II-IV; K.F. Hermann, Geschichte der Erzabtei St. Peter zu Salzburg, I, Frühgeschichte 696-1193, Salzburg 1996; Hl. Rupert von Salzburg 696-1996, a cura di P. Eder, J. Kronbichler, cat., Salzburg 1996; S. Karwiese, A. Kaltenberger, Archäologische Entdeckungen in der Erzabtei St. Peter, Salzburg 1996; W. Kovacsovics, F. Moosleitner, Führer durch die Domgrabungen in Salzburg, Salzburg 19963; Tausend Jahre Salzburger Münzrecht, a cura di G. Rohrer, Salzburg 1996, pp. 11-34; Geschichte der bildenden Kunst in Österreich, I, Früh- und Hochmittelalter, a cura di H. Fillitz, München-New York 1998.F. Fuhrmann

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