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SAMBONIFACIO

di Luigi Simeoni - Enciclopedia Italiana (1936)
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SAMBONIFACIO

Luigi Simeoni

Famiglia feudale che ebbe dal sec. X al sorgere del comune (1135) quasi ininterrottamente il comitato di Verona, e mantenne anche in seguito il titolo di conti di Verona riconfermatole dagl'imperatori. Di origine salica, legata ai conti di Lomello, salì alla potenza con Milone che, vassallo di re Berengario I, ne vendicò l'uccisione nel 924, fu fatto conte di Verona da re Ugo e nel 950 avea il titolo di marchese; testò nel 955 La famiglia, continuata dal nipote conte Egelrico, pare perdesse il comitato per aver seguito re Arduino, ma ne era di nuovo in possesso nell'anno 1055, divisa in due rami che soggiornavano l'uno a Sambonifacio l'altro a Ronco. Sul principio del sec. XII, l'ultimo del primo ramo, Alberto, già vassallo di Matilde, fu da papa Onorio II fatto marchese e capo dei vassalli della casa di Canossa. Con la sua morte (1135) a Verona si costituisce il comune, mentre la dignità comitale passa nell'altro ramo, che tenne in un primo tempo per Federico Barbarossa e si vide contro in città le grandi famiglie di origine mercantile dei Crescenzi e dei Monticoli. Tuttavia dopo Costanza la parte dei conti, legatasi agli Estensi, predominò quasi sempre in Verona finché nel 1225 i Monticoli con l'aiuto di Ezzelino da Romano non la espulsero. Da allora, salvo brevi ritorni, i Sambonifacio vissero in esilio lottando con i guelfi contro Ezzelino prima e contro gli Scaligeri poi: ancora nel 1317 Vinciguerra Sambonifacio moriva combattendo con i Padovani contro Cangrande della Scala. Tornarono a Verona nel sec. XV (sono ricordati nell'estimo dal 1456, e negli uffici cittadini dal 1477), ed ebbero in feudo Spinimbecco e Villa Bartolommea (gli antichi beni erano stati confiscati da Federico II nel 1239) per l'eredità di Ottobono Terzi già condottiero di Venezia. Nell'occupazione imperiale di Verona dopo la Lega di Cambrai (1509-17) essi furono per l'impero. I discendenti attuali della famiglia vivono a Padova.

F. Stefani, Dell'origine dei conti di S., Venezia 1873; L. Simeoni, Per la genealogia dei conti di S. e Ronco, in Nuovo Archivio veneto, 1913. Vedi anche verona: Storia.

Vedi anche
Ezzelino III da Romano Ezzelino III ‹ezz-› da Romano. - Signore (n. 1194 - m. Soncino 1259) di Vicenza, Verona e Padova. Ghibellino, sostenne l'imperatore Federico II, che gli permise di crearsi un dominio personale molto esteso. Dopo la morte di Federico II, fu scomunicato da Innocenzo IV (1254). Valoroso e audace, abile ... Federico Della Scala Capitano veronese (m. Trento 1349). Podestà di Verona (1311-13), difese la città contro i Padovani; fu poi podestà di Modena (1317) e di Bergamo (1321) e congiurò nel 1325 per impadronirsi di Verona tenuta dal cugino Cangrande; scoperto, passò alle dipendenze di Lodovico il Bavaro, venuto in Italia.... Mastino I Della Scala Signore, de facto, di Verona (m. 1277): di nome Lonardino di Iacopino, soprannominato Mastino. Podestà di Verona nel genn. 1259, nel 1261 ebbe la carica di podestà della Casa dei mercanti, carica che nel 1269 passò al fratello Alberto. Eletto forse capitano del popolo nel 1262, tale ufficio, temporaneo ... Pinamonte Bonacòlsi Bonacòlsi, Pinamonte. - Signore di Mantova (m. 1293); dopo aver lottato contro gli Zanicolli, alleato con la famiglia dei Casaloldo (1268), cacciò da Mantova il podestà e le più potenti famiglie (1273); quindi, con l'appoggio degli Scaligeri, divenne di fatto signore, col titolo di capitano del popolo ...
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