Huntington, Samuel Phillips

Lessico del XXI Secolo (2012)

Huntington, Samuel Phillips


Huntington, Samuel Phillips. – Politologo statunitense (New York 1927 – Martha’s Vineyard 2008). Docente a Harvard e per un breve periodo alla Columbia University, autore di articoli e libri di successo, tra i quali spicca Political order in changing society (1968; trad. it. 1975), fondò la rivista Foreign policy e ricevette incarichi dal Dipartimento di Stato e dalla Casa Bianca. Ha esercitato una profonda influenza sul dibattito politico degli ultimi anni per il suo The clash of civilizations and the remaking of world order (1996; trad. it. 1997), che sviluppava un articolo del 1993 apparso su Foreign affairs. Non confinata agli studiosi, la teoria dello «scontro delle civiltà» divenne nota al grande pubblico in seguito all’attacco alle Torri gemelle dell’11 settembre 2001, lanciato da terroristi islamici a un simbolo del potere degli Stati Uniti. L’evento sembrava infatti inaugurare una nuova modalità di scontro internazionale che esemplificava perfettamente la teoria di H.: un conflitto tra culture anziché tra stati nazionali. La forza innovativa della teoria consisteva nel prefigurare un mondo non più dominato dalla tradizionale distinzione in stati sovrani, bensì in grandi aree culturali omogenee al loro interno. Gli stati avrebbero dato vita a solidi sistemi di alleanze in base all’appartenenza culturale di ogni Paese. Le aree culturali individuate erano: occidentale (Stati Uniti ed Europa), ortodossa (Russia e paesi slavi), islamica, africana (limitatamente alla parte non islamica del continente), latino-americana, cinese, induista, buddista, giapponese. L’intrinseca inconciliabilità tra queste aree era la fonte primaria dell’instabilità del sistema internazionale e di tutti i conflitti. Il pensiero di H. ha riportato l’attenzione degli studi di politica internazionale su fattori precedentemente accantonati, come le appartenenze etniche e i credi religiosi, ma ha suscitato alcune critiche e perplessità per l'insistenza con la quale indica nelle differenze culturali e religiose un fattore di irriducibile contrasto e la più probabile causa di conflitto nel mondo contemporaneo, negando la possibilità di una pacifica convivenza e contribuendo ad alzare steccati tra culture.

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