ELENA, Santa

Enciclopedia Italiana (1932)

ELENA, Santa (Flavia Iulia Helena Augusta)

Alberto Pincherle

Madre di Costantino I, morta quasi ottantenne probabilmente nel 336. Secondo S. Ambrogio (De ob. Theod., 42) era una stabularia ("ostessa": la notizia, dati i costumi del tempo, implica un giudizio morale sfavorevole), Costanzo Cloro (v.) la prese come concubina, secondo altri come moglie, e poi la ripudiò per sposare Teodora. Più tardi il figlio imperatore circondò E. di onori, le conferì il titolo di Augusta, diede il suo nome a una provincia (Helenopontus) e a una città (Helenopolis, già Drepane, patria di E.). Alla sua influenza furono attribuiti varî atti di Costantino, tra i quali l'uccisione di Fausta (i cui beni furono attribuiti a E.); e soprattutto l'atteggiamento filoariano assunto da Costantino nei suoi ultimi anni. E. venerava infatti il martire Luciano di Antiochia e favoriva il discepolo di lui Eusebio di Nicomedia. Incerto è l'anno della sua conversione. Le procacciarono fama d'insigne pietà (lodata da Eusebio, Vita Const., III, 47) la costruzione di parecchie chiese a Costantinopoli, a Roma (Basilica sessoriana, o S. Croce in Gerusalemme) e in Palestina (Betlemme; Monte degli Ulivi) e le ricerche fatte per rintracciare luoghi e memorie della vita di Gesù. Dell'invenzione della vera Croce ad opera di E. parlano fonti della fine del sec. IV, tace il contemporaneo Eusebio di Cesarea. Si dissero provenienti da lei varie reliquie; è venerata dai Greci, insieme con Costantino (21 maggio), e dalla chiesa di Roma (18 agosto). Presso i cattolici è venerata in alcune chiese (Treviri, Gerusalemme, Colonia, Verona, Roma, ecc.).

Bibl.: Acta Sanctorum, agosto, III, 548 segg.; H. Leclercq, in Dictionnaire d'archéologie chrétienne, VI, coll. 2126-2146; Seeck, in Pauly-Wissowa, Real-Encyclopedie, VII, col. 2820 segg.; e v. costantino.

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