Giovanni Gualbèrto, santo

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Riformatore ecclesiastico e fondatore della congregazione benedettina dei vallombrosani (Petroio, Trequanda, 995 circa - Passignano, Firenze, 1073). Monaco benedettino a San Miniato, abbandonò questo monastero denunciando al popolo fiorentino l'investitura simoniaca dell'abate (1035) e si ritirò nel romitaggio di Vallombrosa (1036). Qui iniziò la sua nuova forma di osservanza monastica che univa le austerità della vita eremitica con la convivenza cenobitica; la preminenza dell'abbazia madre di Vallombrosa, le visite annuali dell'abate capo alle altre abbazie dell'ordine, i capitoli generali, l'uniformità di osservanza, l'istituzione dei "conversi" o fratelli laici addetti alle cure materiali e al lavoro manuale, diedero una particolare fisionomia all'Istituto vallombrosano, con influsso anche su istituzioni monastiche fuori d'Italia, come quelle di Cîteaux e Hirsau. G. G. e i suoi primi seguaci diressero il moto patarinico di Firenze contro il vescovo Pietro Mezzabarba, accusato di simonia (1066); in contrasto con s. Pier Damiani, per quanto concerneva l'opportunità di un intervento diretto dei monaci nell'azione di riforma, era sostenuto a Roma dai riformatori gregoriani (G. G. era amico personale di Ildebrando, poi papa Gregorio VII) e, dopo che un suo discepolo, Pietro Igneo, ebbe superato l'ordalia del fuoco (13 febbraio 1068), ottenne la deposizione del vescovo. La personalità di G. G. si inserisce nel generale moto di riforma che trovò il suo rappresentante più deciso in Gregorio VII. Festa, 12 luglio; proclamato patrono delle guardie forestali d'Italia (1951).

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