PIETRO d'Alessandria, santo

Enciclopedia Italiana (1935)

PIETRO d'Alessandria, santo


Successore di Teona nell'episcopato di Alessandria (verso il 300), fu, con qualche probabilità, direttore di quel Didaskaleion già prima della sua elevazione all'episcopato. Durante la persecuzione di Diocleziano abbandonò Alessandria, pur seguitando a interessarsi da lungi della sua comunità. L'atteggiamento di sostanziale benevolenza assunto da P. nei riguardi dei lapsi (v.) della persecuzione (v. i 14 canoni di P. estratti dal suo Περὶ μετανοίας scritto in occasione della Pasqua del 306, in P. de Lagarde, Reliquiae iuris ecclesiastici Graecorum, pp. 67-73) furono l'occasione alla quale va riconnesso storicamente l'inizio dello scisma meleziano (v. meleziani). Nel novembre 311, P., regnante Massimino Daia, fu arrestato ad Alessandria e decapitato. Gli atti del suo martirio (versioni latina, greca, copta, siriaca) non hanno valore storico.

Oltre i citati canoni sulla questione dei lapsi, canoni che hanno notevole importanza per la storia della disciplina penitenziale, si conservano numerosi frammenti di opere perdute di P. (editi in Routh, Reliquiae sacrae, IV, 2ª ed., Oxford 1846, p. 19 segg.; G. B. Pitra, Analecta sacra, IV, Roma 1883, pp. 187 segg., 425 segg.; Migne, Patrol. Graeca, XVIII, col. 509 segg.; C. Schmidt, Fragmente einer Schrift des Märtyrerbischops P. v. A., in Texte und Untersuchungen, XX, fasc. 4 b, Lipsia 1901, p. 4 segg.; J. M. Heer, Ein neues Fragment der Didaskalie des Märtyrerbischops P. v. A., in Oriens Christiamis, II, 1902, p. 344 segg.; W. E. Crum, Texts attributed to P. of Alex., in Journal of theological studies, 1903, p. 387 segg.), dai quali si ricava che P. difese la tradizione che colloca la Pasqua il 14 di Nisan e che fu avversario dichiarato dell'origenismo; contro questo sostenne la creazione simultanea dell'anima nel corpo in punizione di un peccato anteriore, la realtà della resurrezione dei corpi e la loro trasformazione alla fine dei tempi. Ma sia in questo suo atteggiamento antiorigenista, sia nelle sue dottrine cristologiche, P. non rivela una mente originale e non sembra sottrarsi all'influenza dei grandi teologi.

Bibl.: Oltre quella citata da G. Fritz, in Dictionnaire de théologie catholique, XII, coll. 1802-04, v.: L. B. Radford, Three teachers of Alexandria: Theognostus, Pierius and Peter, Cambridge 1908; R. Wessely, Studien zur Paläographie und Papyruskunde, Lipsia 1917; C. Schmidt, Gespräche Jesu mit seinen Jüngern nach der Auferstehung, in Texte und Untersuchungen, XLIII, Lipsia 1919, p. 612 segg.; e inoltre quella citata nel Bericht über Petrus von Alexandreia (1916-1925), in Jahresbericht über die Fortschritte der klass. Altertumswiss., CCXX (1929), p. 240.