SARSINA

Enciclopedia dell' Arte Antica (1997)

Vedi SARSINA dell'anno: 1966 - 1973 - 1997

SARSIΝA (v. vol. vii, p. 57 e S 1970, p. 701)

J. Ortalli

L'esplorazione di una vasta area nel settore SE della città (ex Seminario) ha fornito un'importante conferma circa l'esistenza di un insediamento preromano, riferibile al centro eponimo degli Umbri Sarsinàtoi o Sassinates (Pol., II, 24, 7; Liv., Epit., xv). Lo stanziamento, in larga parte coincidente con quello di età romana, è documentato da resti di capanne di probabile forma rettangolare a struttura lignea e pareti in incannucciata intonacata, internamente dotate di divisori in ciottoli, cavità e pozzetti. La tipologia edilizia, di tradizione protostorica, denota un marcato attardamento culturale evidenziato dagli stessi materiali dei livelli abitativi, quali vasi di impasto grossolano e strumenti litici peraltro associati a ceramiche di importazione di larga circolazione (vernice nera e skỳphoi suddipinti di fabbrica volterrana e padana), che permettono di datare l'insediamento a partire almeno dagli ultimi decenni del IV sec. a.C. La costituzione del centro umbro pare dovuta a un processo di sinecismo del precedente popolamento sparso della media e alta vallata del Savio, verosimilmente motivato dalle condizioni venutesi a creare nell'entroterra romagnolo in seguito alla calata delle popolazioni celtiche. Allo stesso orizzonte umbro dovrà infine essere riferita l'area sacra individuata a Ν del foro, dalla quale provengono alcuni oggetti votivi assegnabili al III sec. a.C., fra i quali bronzetti schematici di offerenti e di divinità (Ercole).

La città romana si sovrappose al preesistente abitato umbro con un impianto ad assi paralleli, con lievi declinazioni e terrazzamenti di adeguamento alla naturale pendenza del terreno. Gli scavi effettuati nell'area dell'ex Seminario, che sembrano suggerire una prima monumentalizzazione del centro già nel corso del II sec. a.C., hanno rivelato la presenza di un cospicuo complesso pubblico, ubicato presso l'estremità SE del foro porticato, costituito da un vasto edificio colonnato, con pavimentazione a lastre, collegato a una profonda aula rettangolare; verso S, al di là di un piccolo canale parzialmente attrezzato, si sviluppava una serie di ambienti abitativi destinati anche ad attività artigianali (forno fusorio). Oltre alla ricca domus esplorata a S di Via Roma, da cui proviene uno splendido mosaico tricliniare con figurazioni policrome di soggetto dionisiaco datato agli inizî del III sec. d.C., altri resti di strutture residenziali sono emersi più a settentrione: presso la Cassa Rurale, dove svariati ambienti con pavimenti in cocciopesto e in terra battuta fiancheggiavano una strada con grande cloaca, e in Via Finamore, dove tra i ruderi di una domus distrutta da un incendio si sono rinvenute fini pavimentazioni e ricche suppellettili vascolari.

In ambito sepolcrale sono stati ripresi a E del settore monumentale gli scavi nella necropoli di Pian di Bezzo, che hanno restituito, ai lati della via glareata, semplici tombe a cremazione entro cappuccina del I-II sec. d.C., fornendo anche interessanti indicazioni sul rituale delle libazioni operate all'esterno dei sepolcri. Unica evidenza monumentale era qui costituita da alcune stele di piccolo modulo, fra le quali si segnala quella relativa all'area sepolcrale dei muliones.

Museo. - Il Museo Archeologico Sarsinate comprende anche raccolte naturalistiche e pre-protostoriche. Nella sezione romana sono esposte ampie campionature di materiali di corredo della necropoli e reperti provenienti dagli scavi dell'abitato (sculture, elementi architettonici, sezioni pavimentali, instrumentum); fra questi ultimi risalta in particolare l'eccezionale serie di ceramiche medio e tardoimperiali di produzione locale, sia in terra sigillata (c.d. medioadriatica) sia invetriate, con fini figurazioni dionisiache e di genere a rilievo.

Il piano terreno è stato ampliato e completamente ristrutturato, con un nuovo allestimento delle raccolte lapidarie, monumentali e scultoree. Tra i numerosi interventi si segnala la ricostruzione integrale del grande mausoleo funerario a edicola cuspidata di Rufus.

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