Sassoni

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Sassoni Gruppo non omogeneo di diversi popoli germanici residenti nel 3° sec. d.C. tra l’Elba, l’Ems e l’Eider. Nell’età delle invasioni barbariche non mutarono la loro sede, ma ne ampliarono i confini verso O e verso il mare del Nord a contatto con i Frisoni: solo alcune tribù si spinsero stabilmente fino in Inghilterra. Estesisi fino sul Harz e sulla Saale, i re franchi li combatterono ripetutamente ma riuscirono a sottometterli e a convertirli al cristianesimo solo con Carlomagno, dopo 32 anni di guerra; lo stesso capo sassone Viduchindo nel 785 si fece cristiano. La loro sottomissione ebbe importanza decisiva sia per l’ulteriore evangelizzazione di là dell’Elba, sia per la formazione del regno germanico. Fra i S. si affermò la famiglia dei Liudolfingi, che ottennero il titolo ducale ed ebbero, con Enrico, l’elezione a re di Germania (919), giungendo poi con il figlio di questo, Ottone I, sul trono imperiale.

Il sassone antico, parlato dalle popolazioni sassoni non trasmigrate in Gran Bretagna con gli Angli, rappresenta la fase più antica dell’odierno basso-tedesco, ed è documentato dal poema Heliand, del 12° sec., da alcuni frammenti di una Genesis e da altre testimonianze minori. Le principali caratteristiche sono, nella fonetica, la non partecipazione alla seconda mutazione consonantica alto-tedesca (ant. sass. tiohan di fronte all’ant. alto-ted. ziohan, ted. mod. ziehen «tirare») e un vocalismo rivoluzionario rispetto al medio e alto tedesco (per es., la monottongazione dei dittonghi ai, au). Il genitivo sassone è la denominazione scolastica di una categoria morfologico-sintattica della lingua tedesca e in particolar modo della lingua inglese, più propriamente detta genitivo possessivo (ingl. possessiv genitiv). In fase antica tale genitivo, che s’incontra nel nordico, nell’alto tedesco, nell’inglese (anglo-sassone), ma non nel gotico, era espresso premettendo al nome della cosa posseduta il nome del possessore al genitivo (per es.: ant. nord. Hnabdas hlaiwa «il sepolcro di Hnafth»). Nel tedesco moderno tale costrutto si incontra in genere solo nello stile sostenuto con i nomi comuni qualora il loro genitivo sia segnato dalla desinenza -s (des Vaters Wille «la volontà del padre»), o, più frequentemente, con i nomi propri e cognomi mediante l’aggiunta di -s anche se si tratta di femminili che non posseggono tale desinenza nel loro paradigma: Mariens Tod «la morte di Maria». In inglese il genitivo s. si esprime ugualmente con il morfema s, che nella scrittura resta separato mediante un apostrofo (per es.: the boy’s book «il libro del ragazzo»). Il morfema s è spesso sop­presso (allora nella grafia sopravvive l’apostrofo) se il nome termina in -s: Mr. Charles’ son «il figlio del sig. Charles». Tale -s è la continuazione della desinenza germanica *-e/o-so affine a *-e/o-si̯o che appare per es. in greco ἵππο(σ)ιο > ἵππου.

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