Save the Children

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(STC) Nata in Gran Bretagna dopo la Prima guerra mondiale, STC è da tempo divenuta un ombrello che raduna numerose associazioni non governative nazionali, tutte dedite alla salvaguardia dell’infanzia. Attualmente esistono 30 organizzazioni nazionali (Australia, Brasile, Canada, Danimarca, Repubblica Dominicana, Fiji, Finlandia, Germania, Guatemala, Honduras, Hong Kong, Islanda, India, Italia, Indonesia, Giappone, Giordania, Corea, Lituania, Messico, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Norvegia, Regno Unito, Romania, Spagna, Swaziland, Svezia, Svizzera, Stati Uniti), coordinate e sostenute dall’organizzazione centrale (STC International) che ha sede a Londra ed è retta da un consiglio direttivo e da un direttore generale.Scopo dichiarato dell’organizzazione è di realizzare miglioramenti immediati e duraturi nelle condizioni di vita dei bambini e, in un’ottica di più lungo periodo, di ispirare cambiamenti nelle modalità in cui l’infanzia è considerata e trattata a livello globale. STC venne fondata nel 1919 ad opera di Eglantyne Jebb, riformatrice sociale inglese che da tempo già si occupava di tematiche relative a carità e assistenza. In origine, l’associazione nacque per sostenere la campagna in favore dei bambini tedeschi e austriaci, le cui condizioni di vita erano state duramente colpite dalla guerra e dal blocco alleato dei rifornimenti, che proseguiva anche dopo l’armistizio. Il successo dell’iniziativa, sostenuta tra l’altro dal pontefice Benedetto XV, favorì la strutturazione e l’ampliamento dell’organizzazione, che nel 1920 si riunì con associazioni sorelle nate nello stesso torno di tempo (la più importante delle quali era la svedese Rädda Barnen) per creare a Ginevra la International Save the Children Union. Caratteristiche distintive di STC fin dall’epoca della Jebb furono la maniera innovativa di organizzare la raccolta fondi, con campagne pubblicitarie sui quotidiani di forte impatto visivo ed emotivo che si dimostrarono sovente di grande efficacia e la volontà di non limitarsi a interventi mirati nelle aree di crisi, ma di svolgere un’opera pedagogica di ampio respiro in favore dei diritti dell’infanzia. Risultato di tale volontà fu la Carta dei diritti del bambino, stesa dalla stessa Jebb nel 1923 e adottata dalla Società delle Nazioni l’anno successivo, la prima dichiarazione internazionale che affermasse l’esistenza di diritti specifici dell’infanzia. A essa, anche per l’azione della redattrice stessa, diedero la propria adesione numerose personalità di spicco dell’epoca, da Albert Einstein a George Bernard Shaw da Thomas Hardy a Sigmund Freud, fino al Mahatma Gandhi. Al contempo, l’impostazione di respiro globale impressa dalla fondatrice portò rapidamente STC a oltrepassare i confini europei e ad ampliare il proprio raggio d’azione a una scale mondiale, cosa che implicò un decisivo mutamento nelle modalità di intervento nelle varie aree di crisi. Dovendo agire in certi casi in contesti nei quali era difficile individuare enti o organismi da sostenere e cui appoggiarsi STC dovette cominciare a impegnarsi in prima persona nella creazione di centri di accoglienza, mense, ospedali, ricoveri e asili temporanei, sviluppando in tal modo sempre di più le proprie attività sul campo. L’intervento nel 1921 nella Russia duramente colpita dalla carestia costituì il primo banco di prova di tale nuovo livello di impegno, cui seguì nel 1931 una prima campagna di studio e intervento sul campo in Africa. L’epoca della grande crisi e della successiva guerra mondiale videro una riduzione dell’area di attività di STC, limitata sostanzialmente agli alleati atlantici, ma anche la preparazione a un intervento molto più ampio nel dopoguerra. Al seguito delle armate alleate, l’organizzazione impiantò ospedali, colonie e strutture di ricovero per orfani e bambini abbandonati in numerosi paesi europei, dalla Polonia alla Cecoslovacchia, dalla Francia alla Iugoslavia alle stesse Germania e Italia. Successivamente, il raggio d’azione di STC si estese su scala mondiale, assumendo la dimensione compiutamente globale che ha tutt’oggi. Dopo il 1945, in quasi tutte le aree di crisi umanitaria, dovuta a conflitti o a disastri naturali, si sono registrati interventi delle diverse associazioni nazionali. Fu inoltre in questo periodo che l’organizzazione cominciò a espandersi al di fuori del mondo anglosassone e scandinavo; fino al 1945, associazioni STC erano state fondate nei dominions britannici, negli USA, in Svezia e Finlandia e, unica eccezione ma comunque riconducibile al legame con la Gran Bretagna, in India (1944). Dopo la fine della guerra, sezioni nazionali cominciarono a nascere in tutto il globo, prima in Europa poi negli altri continenti. Frequentemente, il sorgere di tali sezioni fu legato a specifiche campagne condotte dalle organizzazioni esistenti nei paesi interessati: è il caso di Guatemala, Messico, Corea e Hong Kong. Nel 1977, alcune fra le principali sezioni nazionali abbandonarono la precedente organizzazione internazionale (dal 1946 International Union for Child Welfare, sciolta nel 1986) per fondare l’attuale International Save The Children Alliance (STC International). Oggigiorno, le attività di STC sono numerose e articolate. La modalità di intervento sono varie, ma continuano a seguire il modello elaborato fin dal principio di affiancamento fra campagne di sensibilizzazione e azione di lobbying presso governi e istituzioni internazionali da un lato e lavoro sul campo dall’altro. Quanto al primo aspetto, numerose sono le campagne in corso su temi specifici, condotte da STC International o da singole organizzazioni nazionali. È stata inoltre lanciata di recente la prima campagna globale “Rewrite the future”, condotta da tutte le associazioni aderenti e incentrata sui minori allontanati da scuola a causa di conflittiPer quanto riguarda il secondo aspetto, i numerosi interventi in loco attualmente in corso si possono collocare entro quattro grandi aree: diritti dei bambini, educazione, lotta alla povertà e alla malnutrizione, diritto alla salute. Sui diritti dell’infanzia, STC fa azione di lobbying sui governi locali perché rispettino e facciano rispettare la Convenzione ONU sui diritti dei bambini del 1989, discendente della Carta del 1923; conduce inoltre campagne locali di educazione ai diritti dei minori. L’educazione è uno dei campi primari di azione di STC, che collabora con governi e autorità locali per creare e sviluppare servizi educativi primari adeguati e fornisce direttamente, laddove non vi siano alternative, servizi educativi; svolge inoltre attività di formazione degli insegnanti. La lotta alla povertà e alla sottonutrizione è un altro campo privilegiato d’azione: essa viene svolta sia con interventi di sostegno immediato e diretto (fornitura di alimenti o di liquidità per acquistarli), sia con campagne per educare all’iniziativa economica in ambito locale e per sviluppare il ricorso al microcredito. STC conduce infine campagne di vaccinazione, di lotta alle conseguenze della denutrizione, di fornitura di servizi medici essenziali. In Italia, STC è stata fondata nel 1998. Attualmente STC opera in 122 paesi nel mondo, oltre che sui territori nazionali.

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