SAVOIA, Luisa di, duchessa d'Orleans

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 91 (2018)

SAVOIA, Luisa

Paola Bianchi

di, duchessa d’Orléans. – Nacque l’11 settembre 1476 nel castello di Point d’Ain, nella Bresse, da Filippo conte di Bresse, figlio cadetto del duca Ludovico di Savoia, e da Margherita di Borbone, figlia del duca Carlo I di Borbone e di Agnese di Borgogna.

Cresciuta sotto le cure dalla madre fino a che questa morì (1483), passò sotto la tutela dello zio materno, Pietro II di Beaujeu, infine sotto quella di sua moglie Anna, figlia di Luigi XI. Si trasferì, quindi, a Moulins, residenza dei duchi di Borbone, senza però rimanervi a lungo. Presto, infatti, la sua tutrice pensò di unirla in matrimonio con il conte Carlo d’Angoulême, esponente del ramo cadetto degli Orléans. Il contratto di matrimonio fu stipulato a Cognac il 16 febbraio 1488; lo sposo aveva allora 28 anni, 16 più della promessa sposa. Stabilitasi a Cognac con il marito, nel 1492 diede alla luce la figlia Margherita, futura regina di Navarra, e nel 1494 il figlio Francesco, futuro re di Francia.

Rimasta vedova nel 1496, ebbe la tutela sui figli, che presto, tuttavia, le fu contestata e sottratta dal cugino e capofamiglia Luigi d’Orléans. La vigilanza del duca d’Orléans non impedì a Luisa di continuare a vivere a Cognac, con i figli e una piccola corte, assistita dal fidato confessore Cristoforo Numai, originario di Forlì, dell’Ordine dei frati minori, futuro cardinale.

Nell’aprile del 1498 morì improvvisamente il re di Francia Carlo VIII, senza lasciare eredi diretti. La corona francese passò a Luigi XII duca d’Orléans, mentre il figlio di Luisa, Francesco d’Angoulême, cugino del nuovo sovrano, diventò il principe più vicino al trono. Luisa, entrata alla corte reale di Francia, incontrò il favore di Luigi XII ma l’ostilità della regina Anna di Bretagna, che spinse il sovrano ad affidarle il castello di Amboise sperando così d’isolarla in quella residenza. Luigi XII, in ogni caso, aveva attribuito a suo figlio France-sco il prezioso dono del ducato di Valois.

Affiancata, ad Amboise, dall’ambizioso e intrigante Pierre de Rohan, signore di Gié, pari e maresciallo di Francia, che era stato nominato governatore di quel castello, Luisa riuscì a emanciparsi dal suo controllo ottenendo, dopo complicate trattative, che suo figlio fosse promesso sposo a Claudia, figlia del re Luigi XII. Il contratto di matrimonio fu stipulato a Tours nel 1506, in occasione di una convocazione degli Stati generali del Regno a cui erano presenti Luisa con il dodicenne Francesco e la principessa Claudia di appena sei anni. Il matrimonio venne celebrato nel 1514 a Saint-Germain-en-Laye, sei anni dopo che Francesco aveva lasciato Amboise per trasferirsi definitivamente alla corte del re di Francia. Precedentemente, Luisa aveva seguito personalmente la formazione del figlio, affidandosi, fra gli altri, in veste di aio, ad Artus Gouffier, signore di Boisy. Nel compito di educare il futuro Francesco I, Luisa fu raggiunta ad Amboise anche dal fratellastro Renato di Savoia Tenda, noto come il Gran Bastardo (v. la voce in questo Dizionario). Ad Amboise Luisa accolse come graditi ospiti anche i membri della famiglia di Renato: la moglie e i suoi cinque figli.

Accanto a loro, facevano parte della sua corte: François de Mareuil barone di Montmoreau, destinato a essere nominato ciambellano del castello, il giovane François Charbonnier, in veste di poeta e segretario, Jeanne d’Albon signora di Châtillon, che diventò istitutrice della figlia di Luisa, Margherita (presto convolata a nozze, nel 1509, a Blois, con il conte Carlo d’Alençon), inoltre i figli illegittimi nati dal marito Carlo, maschi e femmine, affezionatisi tutti a lei.

Durante la vedovanza Luisa aveva ricevuto diverse proposte di matrimonio. Per primo si era fatto avanti Ferdinando il Cattolico, re di Spagna (1505), poi il sovrano d’Inghilterra Enrico VII. Luisa, tuttavia, si era negata, per potersi concentrare soprattutto sulla preparazione del regno che sarebbe toccato al figlio. Tentò, in tal senso, di attirare in Francia il fratellastro Filippo (v. la voce in questo Dizionario) per farlo unire in matrimonio con Germaine de Foix, nipote del re Luigi XII; la principessa era stata già promessa, però, a Ferdinando il Cattolico, sicché Luisa dovette rinunciare a questa alleanza, sulla quale puntava per allontanare un altro membro di Casa Savoia dal duca Carlo II, che era su posizioni antifrancesi.

Delusa dal primo matrimonio con Carlo d’Alençon della figlia Margherita (che aveva ambito a un marito meno inetto di quello che le era stato scelto da Luigi XII, matrimonio al quale Luisa avrebbe comunque rimediato brillantemente combinandole, nel 1527, l’unione con Enrico d’Albret, già re di Navarra), lontana dal figlio (ormai delfino di Francia, che si era trasferito alla corte di Luigi XII ed era stato inviato dal 1512 a svolgere le prime missioni militari in Guienna e in Piccardia), Luisa lasciò Amboise per trasferirsi a Cognac. Tornò, tuttavia, ancora più volte ad Amboise, dove, fra l’altro, nel 1512 aveva combinato il matrimonio della figlia naturale di suo marito, Souveraine d’Angoulême, con Michel Gaillard, di antica famiglia provenzale, cavaliere dell’Ordine del Porcospino e panettiere generale del futuro Francesco I. Dal castello di Cognac, assistita da una sua dama, Anna Lascaris, riallacciò i rapporti con il duca Carlo II di Savoia, ma continuò a essere affezionata soprattutto a Renato il Gran Bastardo.

Nel 1514, dopo la morte della regina Anna di Bretagna, ricevette per testamento l’amministrazione dei suoi beni e la tutela delle sue figlie, specialmente di Claudia. L’anno successivo fu presente alla consacrazione del figlio a Reims e alla sua incoronazione a re di Francia a St.-Denis, preparandosi a sostenerne costantemente la politica. Legata a circoli intellettuali di ispirazione neoplatonica, Luisa fu figura centrale nell’immaginario simbolico intessuto da umanisti, poeti e artisti di corte intorno al giovane re.

Francesco I, per parte sua, accettò i consigli materni circondandosi di nobili che avevano già rivestito un ruolo alla corte del sovrano precedente, né volle che la madre rimanesse in una posizione troppo defilata; eresse per lei in ducato le antiche contee di Angoulême e di Armagnac e gliele affidò insieme al ducato d’Anjou e alla contea del Maine e di Beaufort. Da allora in poi Luisa fu, così, chiamata Madame o duchessa d’Angoulême. La sua influenza sul figlio si manifestò soprattutto nella designazione di Antoine du Prat, primo presidente del Parlamento di Parigi, a cancelliere e guardasigilli del regno, futuro vescovo di Valence (1522) nonché cardinale (1527). Altra figura che la madre suggerì a Francesco I di valorizzare fu Florimond Robertet, signore d’Alluie e di Bury, che rimase in veste di tesoriere generale per la sua grande esperienza in materia finanziaria.

Presente alla corte del figlio, Luisa s’impratichì dell’amministrazione del regno, seguendo, fra l’altro, con grande interesse l’attività degli inviati stranieri in Francia, trasmettendo a diverse corti europee l’idea che Francesco I governasse dietro stretto controllo della madre e che perciò fosse utile ingraziarsene il volere.

Per favorire il passaggio attraverso il Ducato di Savoia delle truppe comandate dal figlio durante le guerre d’Italia, benché da tempo avesse tentato di blandire il duca sabaudo che continuava a essere ostile alla Francia, usò l’arma dei legami dinastici patrocinando il matrimonio della sorellastra Filiberta (v. la voce in questo Dizionario) con Giuliano de’ Medici, con l’ambizioso duplice fine di far alleare il papa Leone X (fratello di Giuliano) alla Francia e di costringere Carlo II di Savoia ad aiutare la calata di Francesco I.

Durante le imprese italiane del figlio, rimase in contatto con lui ricevendo costanti informazioni su ogni mossa dell’esercito e svolgendo le funzioni di reggente nelle due fasi delle campagne militari (1515, 1525-26). Assistette, intanto, la nuora quando ad Amboise diede alla luce la prima figlia, che fu chiamata con il suo nome, Luisa.

Alla corte femminile di cui si circondò garantì, come per tradizione, educazione e doti. Fra le sue dame: Diana di Poitiers, figlia del signore di Saint-Vallier, Hélène Gouffier, sorella di Artus e Guillaume, già presenti a corte, Louise di Polignac, Anna di Tenda e Michelle Gaillard.

Con l’ascesa al trono di Carlo V come re di Spagna (1516) e imperatore (1519) si era profilata una nuova fase politica, durante la quale la Francia entrò ancora in forte competizione con la Spagna e l’Impero per il controllo degli spazi italiani. Le operazioni militari erano destinate a concludersi, com’è noto, con la vittoria degli Asburgo, ad anni di distanza dalla scomparsa di Luisa, la quale visse, in ogni caso, l’ultimo decennio della sua esistenza cercando di contenere al massimo i contraccolpi interni dello scontro. Assistette e partecipò, allora, alla rottura fra il figlio e il conestabile Carlo di Borbone, il grande condottiero già sceso in campo in Italia al fianco di Francesco I.

Titolare di tutti i diritti della linea ducale dei Borbone in Francia, il conestabile aveva ereditato alla morte della moglie, la cugina Susanna di Borbone, un patrimonio feudale che l’aveva reso un feudatario ricchissimo e potente. A seguito di accesi contrasti, Francesco I rivendicò quei possedimenti, in origine parte del demanio reale, mentre Luisa reclamò per sé alcuni feudi, in forza del suo essere stata cugina della defunta Susanna. Ne ricavò il titolo di duchessa di Alvernia (1521-31). Nel 1522 Carlo di Borbone fu processato davanti al Parlamento di Parigi, quindi tentò una congiura contro il sovrano francese e infine passò a combattere in Italia con le truppe di Carlo V d’Asburgo partecipando a quella stessa battaglia di Pavia in cui Francesco I cadde prigioniero degli spagnoli, anche a opera sua.

Colpita da sempre più frequenti attacchi di gotta, dopo la morte della giovane regina Claudia (1524), di cui crebbe i figli sopravvissuti, Luisa fallì nell’ultimo tentativo di far dichiarare neutrale, tra Francia e Impero, il fratellastro Carlo II di Savoia, che fiancheggiava in realtà Carlo V d’Asburgo.

Alla vigilia della battaglia di Pavia (febbraio 1525), che sarebbe risultata fatale per Francesco I, Luisa si era ritirata a Lione, presso il convento dei celestini, continuando a seguire le vicende della guerra circondata da alcuni consiglieri raccolti in un supremo consiglio di difesa. Come reggente, nell’agosto del 1525, concluse, tramite suoi inviati, un trattato di alleanza con Enrico VIII d’Inghilterra, presso il castello di More (allora posseduto dal cardinale Thomas Wolsey, in Hertfordshire).

L’ultimo suo intervento politico di peso fu la negoziazione, insieme a Margherita d’Asburgo, zia di Carlo V e allora reggente dei Paesi Bassi, del trattato di Cambrai (la cosiddetta pace delle due dame, 1529), con il quale l’imperatore rinunciava alla Borgogna a favore della Francia, e Francesco I ritirava le pretese sui domini italiani. Il patto fu suggellato con il matrimonio (1530), già fissato ma non ancora celebrato, di Francesco I con Eleonora d’Asburgo, sorella dell’imperatore Carlo V.

Luisa morì il 22 settembre 1531 e fu sepolta nell’abbazia di St.-Denis.

Fonti e Bibl.: G. La Cecilia, Storie segrete delle famiglie reali o misteri della vita intima dei Borboni di Francia, di Spagna, di Napoli e Sicilia, e della famiglia Asburgo-Lorena d’Austria e di Toscana, I-IV, Palermo 1859-1862 (ed. anast. 1981), II, pp. 63-65; G. Jacqueton, La politique extérieure de Louise de Savoie: relations diplomatiques de la France et de l’Angleterre pendant la captivité de François I, 1525-1526, Paris 1892; Z. Arici, La cultura di L. di S., in Bollettino storico-bibliografico subalpino, XXIII (1921), 1-2, pp. 65-96; Ead., L. di S. e il maresciallo De Gié, ibid., XXIV (1922), 3-4, pp. 271 ss., 343 ss.; Ead., L. di S. reggente di Francia: 1476-1531, Torino 1930; O. Majolo Molinari, Filippo di Savoia duca di Nemours, Torino 1938, pp. 1, 12, 14, 21-23, 25-27, 31, 34, 35, 43 s., 53, 56, 58-70, 71, 72, 75; I. Luzzatti, L. di S. (1476-1531), Bologna-Rocca San Casciano 1951 (con un utile elenco di fonti storiche); P. Henry-Bordeaux, Louise de Savoie: régente et roi de France, Paris 1954; D. Moulton Mayer, L. di S., Milano 1968; A.-M. Lecoq, François Ier. Imaginaire symbolique et politique à l’aube de la Renaissance française, Paris 1987, ad ind.; C. Casanova, Regine per caso. Donne al governo in età moderna, Roma-Bari 2014, passim.

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