Peripatetica, Scuola

Dizionario di filosofia (2009)

peripatetica, Scuola I seguaci e allievi di Aristotele, che si intrattenevano a discutere nel Peripato, cioè in quella parte del giardino del Liceo ad Atene dove Aristotele (➔) era solito tenere le sue lezioni. L’indirizzo della scuola, subito dopo la morte di Aristotele, è prevalentemente erudito e naturalistico (Teofrasto di Ereso, Eudemo di Rodi, Aristosseno di Taranto, Dicearco di Messina, Clearco di Soli, Demetrio di Falero). La tendenza empiristica si accentua nei primi tempi dell’ellenismo (Stratone di Lampsaco), mentre gli studi eruditi sono proseguiti da Ermippo, Sozione, Satiro, Eraclide Lembo, Antistene di Rodi, Agatarchide, Demetrio di Bisanzio, e la conciliazione con altre correnti è tentata da Ieronimo di Rodi, Critolao, Diodoro di Tiro, ecc. Più tardi l’erudizione si volge verso le opere stesse di Aristotele (Andronico di Rodi, noto per avere curato tra il 40 e il 20 a.C. la raccolta e la pubblicazione delle opere aristoteliche); tra i commentatori eccelle Alessandro di Afrodisiade. Altri peripatetici di quest’età (1° sec. a.C


2° sec. d.C.) sono Boeto di Sidone, Aristone di Alessandria, Senarco di Seleucia, Nicolò Damasceno, Alessandro di Ege, Tolomeo Chenno, Adrasto di Afrodisiade, Ermino e l’autore dello pseudoaristotelico De mundo (sotto l’influsso della scuola sono l’astronomo Tolomeo e il medico Galeno); infine (3°-6° sec. d.C.) Anatolio di Alessandria, Temistio e Doro (➔ anche aristotelismo).

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