SELEUCIDI

Enciclopedia Italiana (1936)

SELEUCIDI

Evaristo Breccia

. Sono così designati i discendenti di Seleuco fondatore della dinastia che, dopo la dissoluzione dell'impero di Alessandro Magno, regnò su vastissima parte delle provincie asiatiche dal 312 al 65 a. C. A differenza dei Lagidi che in Egitto assunsero tutti il nome dinastico Tolemeo, i Seleucidi non si chiamarono con l'esclusivo nome del capostipite, ma poiché anch'essi ebbero, più o meno presto, dopo saliti al trono, culto divino, ricevettero come i Lagidi, uno speciale cognome.

Successore (per il diritto ereditario v. lagidi) di Seleuco Nicatore, fu, nel 281, il figlio Antioco natogli da Apama, al quale fu decretato il cognome di Sotere dopo la vittoria ottenuta su gl'invasori Galli nel 278. Poiché il figlio maggiore di Antioco, Seleuco, che aveva governato come viceré le provincie orientali, era stato condannato a morte quale ribelle nel 268, salì al trono, nel 262, il figlio minore Antioco II Teo. Il ripudio della prima moglie di costui, Laodice, e il successivo matrimonio con Berenice figlia di Tolemeo Filadelfo, provocarono una congiura che portò all'assassinio del sovrano prima e quindi a quello di Berenice e del suo figlioletto, con la conseguente proclamazione a re del figlio di Laodice, Seleuco II, detto Callinico (246-227). Questo peraltro fu poi costretto a cedere la provincia al di là del Tauro al ribelle fratello Antioco Ierace. Premorto lo Ierace a Callinico, salì al trono il figlio maggiore di quest'ultimo, Seleuco III Sotere il quale, spento da una congiura cinque anni dopo, ebbe a successore il figlio minore, Antioco III il Grande (223). Da Antioco III, nel 187, Seleuco IV ereditò un regno sempre vastissimo ma assai indebolito e privato, per le vittorie dei Romani, di tutto il territorio a nord del Tauro. Quando nel 176 egli fu assassinato dal proprio ministro Eliodoro, poiché il principe ereditario Demetrio era trattenuto in ostaggio a Roma, occupò il trono il fratello minore del re Antioco IV detto Epifane. Epifane venne a morte nel 164-3 lasciando erede un fanciullo di nove anni, Antioco Eupatore, larva di sovrano in potere della camarilla di corte, a cui due anni dopo si sostituì Demetrio I pervenuto a sottrarsi alla quasi prigione di Roma ed a sbarcare in Siria, dove venne riconosciuto come il vero re (162-150). Dopo la sua morte, per cinque anni occupò il trono un usurpatore, Alessandro Bala, al quale condottieri mercenarî cretesi contrapposero quale legittimo sovrano, riconducendolo in Siria, il giovane Demetrio II figlio di Demetrio I. Alessandro Bala, di cui il suocero Tolemeo IV d'Egitto s'era trasformato da sostenitore in fiero nemico, perdette trono e vita in battaglia, nel 145, ma il malgoverno dei fautori di Demetrio II suscitò fautori e partigiani ai discendenti dell'usurpatore. Da questo momento la storia della dinastia diviene un groviglio quasi inestricabile d'intrighi, di lotte, di assassinî tra il ramo dei Bala e il ramo legittimo e fra le branche di questo stesso ramo, poiché così Alessandro Bala come Demetrio II e poi il più giovane fratello di lui Antioco Sidete (138-129) avevano avuto figli, veri "fratelli nemici", dalla prolifica Cleopatra Tea. Al ramo di Demetrio II appartennero Seleuco V fatto uccidere dalla stessa madre Cleopatra, Antioco VIII detto Gripo, che gli successe, e i figli di lui Seleuco VI Epifane Nicatore, Filippo I, Demetrio III Eucairo, Antioco XII; infine l'effimero Filippo II figlio del primo di tal nome (85 circa).

Alla linea di Antioco VII, ultima personalità della dinastia appartennero invece, Antioco IX Ciziceno, il figlio di lui Antioco X Eusebe e il costui erede Antioco XIII che chiude la serie dei Seleucidi di ramo maschile. Quando nel 65, dopo la vittoria su Tigrane re d'Armenia, Pompeo comparve in Siria, Antioco XIII chiese di essere rimesso sul trono degli avi, ma Pompeo si rifiutò e fece della Siria una provincia romana. I discendenti d'una figlia di Antioco VIII andata sposa a Mitridate di Commagene, s'atteggiarono a rappresentanti e continuatori della dinastia seleucidica adottando tra l'altro come nome dinastico quello di Antioco, ma fu atteggiamento privo d'ogni pratica conseguenza: l'ultimo di essi, Antioco Epifane Filopappo, finì console romano.

Per la politica dei Seleucidi, v. siria: Età ellenistica.

Bibl.: Vedi le voci dei singoli sovrani e siria. Delle storie generali dell'ellenismo, in primissima linea: J. Beloch, Gr. Gesch., 2ª ed., IV, i-ii (1925-27); Storie speciali: E. R. Bevan, House of Seleucus, Londra 1902 (voll. 2); A. Bouché-Leclercq, Histoire des Seleucides, 2 parti, Parigi 1913-14 (tutta la bibliografia anteriore nella parte 2ª, pp. 497-512). Inoltre: M. Rostovtzeff, in Cambridge Ancient History, VII, cap. V, e bibl.; W. Otto, Beiträge zur Seleukidengeschichte des II. Jahrhunderts v. Chr., in Abhand. der Bayer. Akad., XXXIV, i; W. W. Tarn, Hellenistic Civilization, 2ª ed., Londra 1930. Per le regine, G. H. Macurdy, Hellenistic Queens, Baltimora 1932.

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