Sensibilità

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sensibilità fisica Nella teoria dei sistemi dinamici, s. alle condizioni iniziali è la proprietà caratteristica dei sistemi caotici, per la quale una minima differenza nei dati iniziali genera traiettorie la cui distanza reciproca cresce, in media, esponenzialmente con il tempo (➔ caos, predicibilità, sistema). fotografia La s. (o anche rapidità) di un elemento sensibile è la sua attitudine, più o meno spiccata, a lasciarsi impressionare dalla luce. Per un’emulsione sensibile, oltre alla s. generale, ha rilevanza anche la s. cromatica, che è l’attitudine a riprodurre con maggiore o minore fedeltà i diversi colori degli oggetti (per le emulsioni non a colori, tale resa cromatica si traduce in appropriate gradazioni di chiaroscuro). Emulsioni aventi s. diverse per le diverse radiazioni dello spettro possono essere ottenute mescolando i granuli di bromuro d’argento con opportune sostanze coloranti. medicina In fisiologia, particolare forma di attività del sistema nervoso che consente di avvertire e di analizzare gli stimoli che agiscono sull’organismo dall’esterno o dall’interno, informandone o meno la coscienza. Si distingue: una s. specifica, i cui elementi ricettori sono riuniti in apparati anatomicamente ben distinti e che si esprime in forme, cioè in sensazioni, particolarmente precise e nitidamente avvertite dalla coscienza (s. visiva, acustica, gustativa, olfattiva); una s. generale, che è così denominata perché i suoi recettori sono sparsi in molti organi e apparati o perché, pur essendo questi riuniti in un organo bene circoscritto (s. vestibolare), interessa l’organismo nel suo insieme. La s. generale comprende varie forme che, a seconda del livello su cui operano gli stimoli, sono distinte in superficiali e profonde: le s. tattile, termica e dolorifica costituiscono le forme di s. generale superficiale, mentre la s. alla pressione (barestesia), la s. tendinea, ossea e articolare, la s. vibratoria (pallestesia) costituiscono le forme di s. profonda. Il grado di nitidezza delle sensazioni consente inoltre una ulteriore distinzione nell’ambito della s. generale in s. protopatica e in s. epicritica: la prima comprende la s. dolorifica e l’apprezzamento delle variazioni termiche esterne ed è accompagnata da un contenuto affettivo piacevole o spiacevole; la seconda rappresenta la forma più elevata di s. e permette giudizi discriminativi, oltre che d’intensità, di localizzazione e comprende la s. tattile, il senso di posizione e di movimento degli arti, la percezione delle fini variazioni di temperatura. Organo centrale della s. protopatica è ritenuto il talamo ottico, mentre sede della s. epicritica è la corteccia parietale. Gli organi periferici della s. generale sono rappresentati dalle espansioni libere delle fibre nervose, divenute amieliniche, in seno agli epiteli (espansioni libere intra-epiteliali) o al connettivo (espansioni libere del connettivo) e dai vari tipi di corpuscoli sensitivi: corpuscoli di Pacini, clave di Krause, corpuscoli di Meissner, corpuscoli di Ruffini. tecnica S. di un apparecchio È il grado in cui un apparecchio (o un dispositivo) è capace di rispondere alle sollecitazioni che tendono a farlo entrare in azione o comunque a modificarne lo stato. In particolare, in metrologia, s. di uno strumento di misura è la variazione più piccola della grandezza misurata dallo strumento che questo è in grado di misurare con l’accuratezza nominale; è una delle caratteristiche essenziali di un dispositivo di misurazione; per gli strumenti digitali corrisponde a un’unità del valore dato dall’indicatore numerico. Peraltro, poiché alla variazione della grandezza di ingresso x, corrisponde una variazione della grandezza di uscita y (posizione dell’indice rispetto alla scala graduata negli strumenti analogici, cifra o digit negli strumenti numerici, tensione negli strumenti con uscita elettrica ecc.), la s. può essere calcolata eseguendo il rapporto fra la variazione della grandezza di uscita Δy e la variazione della grandezza di ingresso Δx; la s. è quindi pari alla derivata della curva di graduazione dello strumento, ed è costante per strumenti lineari. Esempi di s. sono: s. di 1 mm/μA (o di 1 div./μA), per un galvanometro analogico; s. di 1 digit/mV, per un voltmetro numerico; s. di 1 mV/N, per una cella di carico; ecc. Poiché la s. è legata, negli esempi fatti, alla possibilità di rilevare una divisione, un digit, si parla correntemente di s. come di minima variazione della grandezza da misurare che può essere apprezzata.

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