MATTARELLA, Sergio

Enciclopedia Italiana - IX Appendice (2015)

MATTARELLA, Sergio

Vittorio Vidotto

Uomo politico e giurista, nato a Palermo il 23 luglio 1941, eletto dodicesimo presidente della Repubblica italiana il 31 gennaio 2015.

Laureato in giurisprudenza presso l’Università di Roma, professore di diritto parlamentare nell’Università di Palermo, i suoi studi riguardano in primo luogo il funzionamento delle assemblee parlamentari. Appartiene a una famiglia impegnata nel cattolicesimo politico: il padre Bernardo, prima esponente del Partito popolare poi della Democrazia cristiana, fu a più riprese ministro tra il 1953 e il 1966; il fratello maggiore Piersanti, vicino alle posizioni di Aldo Moro, fu ucciso dalla mafia mentre era presidente della Regione siciliana (1980).

Entrato nella politica attiva con la Democrazia cristiana, M. fu eletto deputato nel 1983 e confermato nelle legislature successive fino al 2008. Ministro dei Rapporti con il Parlamento (1987-89), poi della Pubblica Istruzione (1989-90), si dimise da questo incarico (con altri esponenti della sinistra democristiana) in opposizione alla legge sul sistema televisivo, la cosiddetta legge Mammì, che stabilizzava il duopolio tra RAI (Radiotelevisione Italiana) e Mediaset, favorendo di fatto le televisioni commerciali di Silvio Berlusconi. Dopo la dissoluzione della DC (1994), M. aderì al nuovo Partito popolare italiano (PPI); successivamente militò nella Margherita e si schierò con la coalizione dell’Ulivo. Nel 1993 aveva promosso la riforma del sistema elettorale della Camera e del Senato, che introdusse un sistema maggioritario parziale: la legge prevedeva infatti che il 75% dei seggi venisse assegnato con il sistema maggioritario uninominale e il 25% con il proporzionale. Il nuovo sistema, noto come Mattarellum (nome attribuitogli ironicamente dal politologo Giovanni Sartori), rimase in vigore solo nelle tornate politiche del 1994, 1996 e 2001.

Vicepresidente del Consiglio del governo D’Alema (1998-99), Mattarella fu poi ministro della Difesa nel secondo governo D’Alema (1999-2000) e nel successivo governo Amato (2000-01): durante quest’ultimo incarico fu varata la riforma delle Forze armate che aboliva il servizio di leva obbligatorio. Nel 2011 fu nominato dal Parlamento giudice della Corte costituzionale.

Mattarella

Durante le elezioni del presidente della Repubblica, indette dopo le dimissioni di Giorgio Napolitano (gennaio 2015), la sua candidatura venne indicata dal Partito democratico al quarto scrutinio. Mattarella risultò immediatamente eletto con una maggioranza di 665 voti su 995 votanti.

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