Staino, Sergio

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Disegnatore e vignettista italiano (Piancastagnaio 1940 - Firenze 2023). Laureatosi in Architettura, nel 1979 ha pubblicato sulla rivista di fumetti Linus le sue prime strisce satiriche in cui compare il personaggio di Bobo, sorta di alter ego dell'autore ma anche ritratto di una generazione sessantottina alle prese con le perplessità e i turbamenti prodotti dalle  trasformazioni sociopolitiche del Paese. Collaboratore tra il 1980 e il 1981 della pagina culturale del quotidiano Il Messaggero, e dall’anno successivo de l'Unità, dal 1986 ha fondato e diretto il settimanale satirico Tango; negli stessi anni ha avviato la sua collaborazione con Raitre, dove nel 1987 ha diretto la rubrica Teletango e, nel 1993, firmato il programma satirico Cielito lindo; S. è stato inoltre sceneggiatore e regista dei film Cavalli si nasce (1988) e Non chiamarmi Omar (1992), nonché direttore artistico del Teatro Puccini di Firenze (1991-99) e dell'Estate Fiorentina (1998-99). Le sue vignette sono state raccolte in numerosi volumi, tra i quali: Bobo (1979); Bobo. Le storie (1988); Amori (1993); Famiglia mia… (1995); Il romanzo di Bobo (2001); A chi troppo e a chi niente (2010); Staino terapia dell'amore: la miglior cura per la coppia inizia con una risata (2011); Alla ricerca della pecora Fassina (2016); Troppo facile dire no con C. Testa (2017). Tra i testi autobiografici si segnalano il libro-intervista Io sono Bobo (2016), in cui S. si racconta dialogando con F. Galati e L. Montanari, Quell'idiota di Bobo (con M. Gamba e M. Feo, 2020), Quel signore di Scandicci: Quarant'anni con Bobo (2020) e Storia sentimentale del P.C.I. (2021). Direttore de l'Unità (2016-17), dal 2017 ha collaborato con Avvenire, La Stampa e Atlante, il magazine online di Treccani.it; tra i suoi ultimi lavori occorre citare le illustrazioni del volume Storie e amori d'anarchie. Le canzoni e gli avvenimenti che raccontano un'idea di libertà e rivolta (2021) di S.S. Sacchi e le 17 tavole a colori della nuova edizione (2022) del libello satirico Le leggi fondamentali della stupidità umana di C.M. Cipolla.

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