Peres, Shimon

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Uomo politico israeliano (Vishneva, Polonia, ora Bielorussia, 1923 - Tel Aviv 2016). Leader del partito laburista e primo ministro. Per aver lavorato al riconoscimento reciproco di Israele e OLP nel 1994 ha ricevuto, con Rabin e Y. Arafāt, il premio Nobel per la pace. Membro del governo di A. Sharon (2001-06), nel 2005 ha aderito alla formazione Kadima, ispirata dalle idee di Sharon, e nel 2006 è divenuto vicepremier nell'esecutivo di E. Olmert. Nel 2007 è stato eletto nono presidente dello Stato di Israele, carica che ha ricoperto fino al 2014.

Vita e atttività

Emigrato in Palestina nel 1934, entrò nell'Hagānāh, corpo paramilitare ebraico e aderì al Mapai (partito laburista), guidato da D. Ben Gurion che, in qualità di capo delle organizzazioni militari sioniste clandestine, lo inviò nel 1947-48 negli Stati Uniti con il compito di reperire armi. Direttore generale del ministero della Difesa (1953-59, con tale incarico compì, in particolare, missioni in Francia per ottenere armi in vista dell'attacco anglo-franco-israeliano all'Egitto del 1956), quindi viceministro (1959-65), seguì Ben Gurion nella scissione dal Mapai (1965) che diede vita al Rafi (Lista del lavoro israeliana). Entrato nel Partito laburista israeliano, che nel 1968 riunificò le principali tendenze laburiste, dal 1969 guidò vari ministeri, fra cui quello della Difesa (1974-77). Presidente del partito laburista dal 1977, fu primo ministro nel 1984-86 e in seguito ministro degli Esteri (1986-88) e delle Finanze (1988-90). Sostituito da I. Rabin alla guida del partito laburista nel 1992, dal febbraio P. assunse la carica di ministro degli Esteri, svolgendo un ruolo di rilievo nei negoziati che portarono al riconoscimento reciproco tra Israele e OLP (sett. 1993). Nel settembre del 1995, dopo mesi di intensi negoziati, firmò come ministro degli Esteri l'accordo, noto come Oslo II, con il leader dell'OLP, che prevedeva il graduale ritiro delle forze israeliane da alcune città della Cisgiordania. Tornato alla guida del Partito laburista e del governo nella difficile fase di transizione seguita all'assassinio del primo ministro Rabin (nov. 1995), dopo gli attacchi terroristici del febb.-marzo 1996 a Tel Aviv, Gerusalemme e Ashqĕlōn ha adottato una politica intransigente, promuovendo fra l'altro un'estesa offensiva aerea sul Libano centro-meridionale (apr. 1996). Alle elezioni del maggio 1996 per la carica di primo ministro, P. è stato sconfitto dal candidato del Likud, B. Netanyahu. Nel marzo 2001 è stato nominato ministro degli Esteri nel governo di unità nazionale guidato dal leader del Likud A. Sharon. Nel 2005 ha lasciato il Partito laburista e ha aderito a Kadima, il nuovo partito fondato da Sharon; nello stesso anno è diventato vice primo ministro. Nel 2007 è stato eletto nono presidente dello Stato di Israele, carica che ha ricoperto fino al 2014, quando gli è subentrato R. Rivlin.

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