Siberia (russo Sibir´) Regione (12,5 milioni di km2 ca.) dell’Asia facente politicamente parte della
1.1 Geomorfologia. Dal punto di vista morfologico, si distinguono due unità piuttosto ben precisate, il grande Bassopiano Siberiano Occidentale, che prosegue verso S nelle bassure del Kazakistan, e l’Altopiano Siberiano Centrale, chiuso a meridione da una serie di rilievi montuosi, frazionati in dorsali e massicci distinti. Il Bassopiano Siberiano Occidentale si estende dagli Urali al fiume
A N del circolo polare può attecchire, oltre a muschi e licheni, solo la stentata vegetazione della tundra, priva di elementi arborei; appena più a S compaiono gruppi di alberi, che diventano rapidamente dominanti, fino a costituire la taiga, la più estesa fascia forestale della Terra (considerandone la continuazione a O degli Urali e a E dello Stretto di Bering). Nel bassopiano, verso S, la taiga è interrotta da sempre più vasti acquitrini, e lascia quindi il posto alla steppa, prima arborata poi erbacea; nell’altopiano, invece, le quote salgono verso S, e la foresta cede nuovamente il passo alla tundra di montagna.
La fauna è abbondante, e fiumi e laghi sono popolati, tra l’altro, da salmoni e storioni; numerosi sono volatili, ermellini, faine, martore, volpi. Numerosi anche scoiattoli e castori, e, tra i grandi erbivori, le renne: quest’ultima presenza fornisce una nicchia ecologica per grandi carnivori, occupata dai lupi e dalle ormai rarissime tigri.
Fino alla conquista imperiale zarista, il popolamento umano è stato costituito da gruppi dediti alla caccia e alla raccolta, in condizioni di nomadismo. Per tutto il 19° sec. il popolamento europeo si è limitato a guarnigioni militari, funzionari e incaricati della sorveglianza dei deportati condannati ai lavori forzati, cui venivano all’occorrenza costrette anche le popolazioni indigene. A questa manodopera si deve in buona parte la realizzazione della fondamentale
In base alla riorganizzazione amministrativa del 2000, la S. è ripartita in 3 distretti federali: l’area immediatamente a E dagli Urali costituisce il Distretto degli Urali; la regione economica dell’Estremo Oriente forma parte del Distretto Orientale; il resto della S. corrisponde al Distretto Siberiano.
Le 34 etnie che costituiscono l’insieme delle popolazioni autoctone della S. possono essere classificate in 3 grandi raggruppamenti linguistici: uralico (ugro-finnico e samoiedo), altaico (turco, mongolo e manciù-tunguso) e paleo-artico. La vita sociale e culturale delle popolazioni indigene era, e in parte è ancora, largamente segnata dalle diversificate caratteristiche dell’ecosistema.
L’intero territorio è diviso in 3 aree ecologiche: un ecosistema forestale, nella zona centrale, e due aree di savana, una a N, (tundra), l’altra a S (steppa). La zona centrale era occupata da popolazioni cacciatrici, mentre le due aree esterne erano occupate da gruppi di allevatori nomadi o seminomadi. Per quanto non fosse possibile stabilire rigide linee di confine tra popolazioni di cacciatori e popolazioni di allevatori, intorno a queste due attività economiche ruotava l’esistenza sociale di due diverse forme di organizzazione. I cacciatori di foresta conservano ancora oggi un’organizzazione sociale a bassa densità, centrata su un sistema di due metà esogamiche patrilineari. Gli allevatori nomadi delle steppe presentano un’organizzazione patrilineare e i gruppi di discendenza (lignaggi) controllano specifiche porzioni del territorio. A un simile variare delle organizzazioni sociali sembra corrispondere un analogo variare di credenze e pratiche religiose. L’universo dei cacciatori è formato dalla continua, costante e ritualmente regolata interazione tra mondo umano, mondo naturale e mondo sovrannaturale. Gli uomini mettono in atto uno scambio simbolico incessante con questi ambiti paralleli al proprio: compensano gli spiriti degli animali per le perdite inflitte, lottano, attraverso lo sciamano, per la conquista della ‘forza vitale’ che lega l’essere umano al resto delle forze naturali. Nel contesto pastorale, invece, il culto dei morti e degli antenati acquista una precisa centralità, mentre lo sciamano sembra incaricarsi più di operare terapeuticamente sull’anima individuale o di controllare i rapporti con i morti.
Le culture siberiane, sempre più sottoposte alla forza dei processi di russificazione e di industrializzazione, conservano una loro precisa identità culturale, rifiutando spesso una trascrizione scritta (in russo) delle proprie tradizioni orali, o mantenendo, proprio come forma di resistenza, pratiche come lo sciamanesimo e il sistema a metà.
Per quanto vi siano industrie attribuite al Paleolitico inferiore in S., la presenza dell’uomo vi risulta accertata solo a partire da circa 40.000 anni fa, con industrie levalloisiano-musteriane e musteriano-soaniane del Paleolitico medio, di derivazione centro-asiatica. Sono ben documentati i complessi del Paleolitico superiore terminale, con strutture d’abitato, industrie litiche e arte mobiliare (statuette femminili). Tra questi complessi si distinguono gruppi a tecnica levalloisiana e laminare (diffusi dal bacino superiore dell’Ob´ al litorale pacifico 35.000-30.000 anni fa), complessi a lame e chopper (nei bacini dello Ienissei, Angara e Lena 35.000-12.000 anni fa), complessi a lame (nella regione dell’Angara presso
Pirati fluviali di
Utilizzata dalla fine del 18° sec. come luogo di esilio per prigionieri comuni e politici, la costruzione della ferrovia transiberiana (1891-1904) ne favorì lo sviluppo economico, in particolare lo sfruttamento minerario. Nel 1918-19 la S. fu uno dei principali centri della controrivoluzione; tornata poi sotto il controllo del governo centrale russo, lo sviluppo economico ricevette impulso nella seconda metà degli anni 1960, ma subì un relativo rallentamento nella prima metà degli anni 1990, in connessione alla complessiva crisi politico-economica della Federazione Russa.
Mar della S. Orientale (russo Vostočno-Sibirskoe More) Tratto del Mar Glaciale Artico compreso fra 150° e 175° long. E, 70° e 75° lat. N. La costa è bassa e articolata. Sboccano nel Mare della Siberia Orientale l’Indigirka, l’Alazeja, il Kolyma e altri fiumi minori.