Sigismóndo (ted. Sigismund o Siegmund) imperatore. - Figlio (Norimberga1368 - Znojmo 1437) dell'imperatore Carlo IV e di Elisabetta di Pomerania, fratello di Venceslao IV; ultimo imperatore della casa di Lussemburgo. Il fidanzamento con Maria d'Angiò (1380), figlia di Luigi il Grande d'Ungheria, sembrò garantirgli la successione in Ungheria e in Polonia, ma solo nel primo dei due paesi S. riuscì ad affermarsi dopo il suo matrimonio (1385). Sostenne continue lotte contro i Turchi, subendo (1396) una durissima disfatta a Nicopoli. Alla morte di Ruperto del Palatinato pose la sua candidatura a re dei Romani, e venne designato da una parte dei principi elettori (l'altra scelse Jošt di Moravia); ottenne definitivamente la corona dopo la morte del rivale (1411). Si preoccupò subito di dare una soluzione allo scisma d'Occidente, anche per l'instabile situazione creatasi in Boemia. Convinse l'antipapa Giovanni XXIII a convocare il concilio a Costanza (1414) e fu fautore deciso e convinto della riforma della Chiesa. Il suo atteggiamento verso G. Hus, che fu invitato per sua iniziativa a difendere le proprie tesi al concilio, dove venne poi processato per essere quindi bruciato come eretico, non gli giovò politicamente; alla morte di Venceslao IV di Boemia (1419) dovette quindi affrontare una lunga rivolta degli hussiti in Boemia prima di esservi riconosciuto re (1436). Nel periodo delle campagne contro gli hussiti S. non aveva mai però rinunciato al suo programma di riforma della Chiesa, e il Concilio di Basilea si adunò (1431) dietro sua iniziativa. Convinto dell'opportunità di cingere la corona imperiale per esercitare una effettiva influenza sul concilio, venne in Italia (1431), e a Milano fu incoronato re d'Italia, poi a Roma (1433) fu incoronato imperatore da Eugenio IV. Morì mentre in Boemia si preparava una nuova insurrezione contro di lui. La difesa delle posizioni acquisite di fronte al pericolo polacco dopo la battaglia di Tannenberg (1410) caratterizzò la sua politica di contenimento diplomatico verso Oriente, rappresentata dalla concessione della marca di Brandeburgo, con la dignità elettorale (1417), ai Hohenzollern e dell'elettorato di Sassonia-Wittenberg a Federico il Bellicoso della casa di Wettin.
Sigismondo Imperatore del Sacro romano impero (Norimberga 1368-Znojmo 1437). Figlio di Carlo IV, ereditò il margraviato di Brandeburgo che avrebbe poi ceduto e ottenne la corona di re d’Ungheria (1387). Eletto re dei romani da una parte degli elettori nel 1410, fu riconosciuto l’anno successivo anche ...
Figlio di Carlo IV e fratellti di Venceslao, nacque il 15 febbraio 1361, e fu l'ultimo della casa di Lussemburgo. Fin dal 1378 aveva ereditato il margraviato di Brandeburgo, e, fidanzatosi ancora fanciullo con Maria, figlia ed erede di Luigi il Grande, si era assicurato serî diritti alla successione ...
imperatóre (ant. e poet. imperadóre) s. m. [dal lat. imperator -oris, der. di imperare «esercitare il supremo potere, comandare»]. – 1. a. Nell’antica Roma, denominazione che originariamente indicava chi era investito di una suprema autorità di comando...
impèro s. m. [lat. impĕrium, der. di imperare «comandare, essere a capo»]. – 1. letter. In senso ampio, potere assoluto, autorità piena, incontrastata: esercitare un impero dispotico; Nettuno aveva l’impero del mare, Eolo dei venti; più spesso in espressioni...