Simeóne il Nuovo teologo, santo

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Scrittore e mistico bizantino (Galatai, Paflagonia, 949 circa - Palukiton 1022). Formatosi a Costantinopoli, entrò (977) nel monastero di Studion; trasferito (978) nel monastero di San Mamas, vi fu ordinato (980) prete e divenne egumeno. Dopo lunghe polemiche fu esiliato (1009) dall'altra parte del Bosforo, prima a Crisopoli poi a Palukiton. Riabilitato e riconciliato con il patriarca di Costantinopoli, si ritirò nel monastero di Santa Marina da lui fondato a Palukiton, dove morì. Ha lasciato un discreto numero di opere, prevalentemente di edificazione. Nelle controversie del sec. 14º fu erroneamente considerato antesignano dell'esicasmo, e la sua figura fu variamente valutata, come del resto avvenne in seguito anche da parte cattolica. Il suo culto è attestato nella Chiesa greca subito dopo la sua morte, e subì un ulteriore impulso dalla fine del sec. 18º, quando la commemorazione di S. fu spostata dal 12 marzo al 12 ottobre. La dottrina di S. insiste sull'esperienza sensibile della grazia, la possibilità della contemplazione divina già in questa vita, sul magistero ecclesiastico come carisma e sui carismi straordinarî come criterio di santità.

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