SINGAPORE

Enciclopedia Italiana (1936)

SINGAPORE (A. T., 95-96)

Laurence Dudley Stamp

Città e isola, poste all'estremità meridionale della Penisola di Malacca, a 1° 20′ lat. N. e 103° 50′ long. E. L'isola misura 43 km. da E. a O. e 22 da N. a S. e deve la sua importanza soprattutto alla posizione nel punto d'incrocio delle grandi vie percorse per il commercio marittimo mondiale, da oriente e da occidente, dall'Oceano Pacifico all'Indiano.

È possibile, ma non certo, che Singapore fosse un centro commerciale nel Medioevo, ma né Marco Polo, né Ibn Batuta, ciascuno dei quali passò l'inverno nella vicina Sumatra, la menzionano. Nel 1819 non era abitata che da pochi pescatori e in quell'anno fu concessa in affitto dal governatore di Johore all'inglese sir Stamford Raffles, affitto che poi si mutò in possesso perpetuo per la somma di 30.000 dollari. Il Raffles agiva per conto della Compagnia delle Indie Orientali e la sua attività non era affatto apprezzata a quei tempi, tanto ch'egli era quasi solo a prevedere il valore della posizione dell'isola e del suo ancoraggio. Nel 1826 i tre stati di Penang, Malacca e Singapore furono riuniti insieme come una presidenza indiana. Nel 1867 questi stabilimenti passarono sotto il dominio del governo britannico di Londra e divennero una colonia della Corona (v. stretto, stabilimenti dello).

L'isola consiste di un nucleo centrale di rocce cristalline, abbondantemente mescolato a lateriti. La topografia mostra delle ondulazioni che a oriente si mutano in terreno basso sabbioso o acquitrinoso. Lo Stretto di Johore, che separa l'isola dalla penisola di Malacca, a N. è in certi punti largo solo un miglio e assai poco profondo, cosicché un viadotto percorso da una larga strada e da una linea ferroviaria unisce l'isola alla terraferma.

La città si trova nella parte sud-orientale, ma la nuova base navale assai vasta è in quella nord-orientale dell'isola. Tutta la regione è riparata dall'isola di Sumatra dai venti e dalle forti correnti dell'Oceano Indiano, e l'ancoraggio è eccellente.

Il clima è essenzialmente equatoriale, umido e caldo. La temperatura media è di 26°,6, il termometro di rado scende al disotto di 21° e di rado sale al disopra di 32°. Vi sono pochi mutamenti stagionali: la pioggia cade per almeno metà dei giorni dell'anno, e ha un valore medio di 2527 mm.; negli ultimi 75 anni non è mai scesa al disotto di 1480 mm.

A cagione del suolo poco fertile l'isola era prima ricoperta da giungla, ma ora è coltivata accuratamente da Cinesi, che vi piantano gomma, piante di cocco e ananassi, i quali ultimi alimentano una notevole industria di conserve.

La popolazione era nel 1934 di 525.000 ab., di cui 391.000 erano Cinesi, 68.000 Malesi, 42.000 Indiani, 8300 Europei, e 7100 Eurasiani. I Cinesi, perciò, predominano; ma come tutti i grandi porti di mare, Singapore ha un aspetto assai cosmopolita.

La città è un porto libero con bei bacini e belle banchine. Il nucleo è formato da un porto interno, affollato da naviglio indigeno e circondato da negozî cinesi.

Il commercio è essenzialmente di transito, raccogliendo minerali di stagno, gomma, copra, ed altri prodotti di Malacca e delle Indie Orientali, e provvedendo alla loro riesportazione. Nell'isola di Pulau Brani esistono le più vaste fonderie di stagno del mondo, che in alcuni anni sono venute a trattare più di metà dello stagno del mondo intero. Vi sono inoltre le industrie locali e gli uffici e le agenzie rese necessarie dalla trattazione delle merci manifatturate provenienti da tutti i paesi d'Europa, per essere poi distribuite nell'Estremo Oriente.

La cattedrale di S. Andrea, il Raffles College (elevato al rango di università), un museo, un ospedale e il Palazzo del governo sono gli edifici degni di essere menzionati. Treni diretti portano a Bangkok in meno di 36 ore.

Il governo britannico attende da anni a fortificare l'isola come sua base navale principale nell'Estremo Oriente,

Bibl.: Coupland, Sir Stamford Raffles, Oxford 1926; Census of one hundred years of Sing., 1921. V. malacca; stretto, stabilimento dello.

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