SINOPE

Enciclopedia Italiana (1936)

SINOPE (turco Sinop; A. T., 88-89)

Marina EMILIANI SALINARI
Arnaldo MOMIGLIANO
Angelo PERNICE

Città e porto della Turchia settentrionale, sul Mar Nero, capoluogo di vilâyet (superficie 5755 kmq.; popolazione 169.965 ab.). La città è situata sullo stretto istmo che unisce alla terra il promontorio di Boztepe Burnu, antica isola, formata di strati calcarei ricoperti, in alcuni punti, di trachiti e tufi vucalnici. Sinope gode di un clima mite e di un'ottima posizione, che, fin dall'antichità, fu causa del suo sviluppo. Posta su di un istmo a doppia rada, è infatti fornita di due porti, l'uno a N., l'altro a S. Quest'ultimo, più frequentato del primo, perché riparato, grazie al Boztepe Burnu, dai venti dell'Ovest, è considerato uno dei più sicuri di tutta la costa meridionale del Mar Nero. La città è divisa in due parti: la turca (Kalek), circondata da mura pittoresche, e la greca che si addossa alle colline ondulate della penisola.

Data la sua posizione Sinope avrebbe potuto avere uno sviluppo e un'importanza molto maggiore, ma le difficoltà di comunicazione con l'interno, ostacolate dalla catena del Maraï Dağ, che la separa dalla valle del Kizil Irmak, hanno limitato il suo sviluppo, e il traffico si è indirizzato piuttosto verso i porti di Imbola a O. e Samsun a E., quest'ultimo particolarmente favorito perché termine della ferrovia che l'unisce a Cesarea.

Qualche importanza ha il commercio di legname da costruzione, cera, seta, frutta, tabacco, canapa. La popolazione nel 1927 ammontava a 5000 ab.

Storia. - La tradizione mitografica riconnette il nome Σινώπη (lat. Sinōpe) con un'Amazzone, e conosce una colonizzazione del luogo per opera dei Tessali. In età storica la città fu colonia milesia, e lo Pseudo Scimno assevera che fu colonizzata dai Milesî due volte, prima e dopo le irruzioni dei Cimmerî nel sec. VII a. C. La data di fondazione deve aggirarsi intorno al 630. Favorita dalla posizione, sostenuta da una forte flotta, centro agricolo e commerciale e industriale, oltre che portuario, Sinope prosperò tanto da svolgere politica autonoma e impiantare a sua volta nuove colonie: Trapezunte, Cerasunte, Kotyora, da alcune delle quali riceveva ancora nel sec. IV a. C. tributo. Ma il suo periodo più prospero è il meno documentato. Circa il 440 era governata da un tiranno Timesileone, quando Pericle, nell'espansione ateniese verso il Mar Nero, lo cacciò e impiantò 600 coloni sul territorio. Presto riacquistò piena libertà d'azione. Circa il 380 fu occupata dal satrapo persiano di Cappadocia, Datame. Anche più tardi, dopo la caduta in disgrazia di Datame, dovette rimanere in dipendenza più o meno lassa dalla Persia, sotto cui la trovò Alessandro. Da lui ebbe la solita libertà precaria. Se è vera la storia molto dubbia del trasferimento del dio Serapide da Sinope ad Alessandria, intorno al 300 a. C. Sinope doveva essere governata da un tiranno. Nel sec. III sosteneva i suoi commerci coll'aiuto dei Rodî, che la salvarono nel 220 dal cadere sotto Mitridate II del Ponto. Ma l'avanzata dello stato pontico, fattasi inevitabile, portò alla conquista nel 183: Sinope divenne capitale del Ponto. Nel 70 a. C. fu occupata, durante la terza guerra mitridatica, da Lucullo, che le restituì le libertà. Farnace II durante le guerre tra Cesare e Pompeo la rioccupò per poco; con Cesare divenne colonia Julia Felix. Sinope mantenne fino a tardi la sua prosperità di città commerciale. Appartenne alla provincia di Ponto e Bitinia, poi di Ponto e Paflagonia. Della sua costituzione nulla di caratteristico è noto.

Appartenne ai Bizantini fino agli inizî del sec. XIII. Caduta Costantinopoli in potere dei Latini nel 1204 si disputarono il possesso di Sinope i Gran Comneni di Trebisonda, Teodoro Lascaris di Nicea e i Selgiuchidi. Fu nel 1205 occupata da David Comneno; ma nel 1214 fu espugnata dai Selgiuchidi che vi uccisero David. Rimase ai Selgiuchidi sino al 1461, nel quale anno fu conquistata dagli Ottomani che ne mantengono ancora il possesso. Scarso fu nel Medioevo il commercio degl'Italiani in Sinope nonostante la loro attività nel Mar Nero. Ciò si spiega col fatto che sin dall'epoca dei Romani, le merci provenienti dall'interno avevano lasciata l'antica via dalla Cappadocia a Sinope seguendo invece quella di Trebisonda.

Nel golfo di Sinope agl'inizî della guerra di Crimea, la flotta russa, comandata dal vice ammiraglio Nakhimov, il 30 novembre 1853, sorprese e distrusse la flotta turca, comandata da Osman pascià.

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