WYATT, Sir Thomas

Enciclopedia Italiana (1937)

WYATT, Sir Thomas

Mario Praz

Cortigiano e poeta, nato nel 1503 a Allington Castle (Kent), morto a Sherborne (Dorset) l'11 ottobre 1542. Apparteneva a una famiglia che aveva acquistato nobiltà e ricchezza al servizio dei Tudor. Thomas (che scriveva il suo nome "Wiat") fu educato a St John's College, Cambridge; intorno al 1520 sposò Elizabeth, figlia di lord Cobham, che ripudiò per infedeltà di lei circa il 1526. Ebbe presto cariche a corte; nel 1524 era nominato Clerk of the King's Jewels; nel 1526 entrò nella carriera diplomatica al seguito dell'ambasciatore a Parigi; nel 1527 ebbe un simile posto presso sir John Russell a Roma; catturato dalle truppe imperiali durante una gita di piacere a Ferrara, riuscì a fuggire mentre si stava trattando il suo rilascio. Tradusse da Plutarco, attraverso il latino, Quyete of Mynde per la regina Caterina come dono per il nuovo anno 1528, dopo aver abbandonato l'idea di tradurre il De Remediis ustriusque fortunae del Petrarca. Dal 1528 fino al novembre 1530 fu High Marshal di Calais; nel giugno 1533 figurava come deputato per suo padre in qualità di Chief Ewer (primo coppiere) all'incoronazione di Anna Bolena; nel maggio 1534 era imprigionato alla Fleet in conseguenza d'una scaramuccia con i sergenti di Londra in cui uno di costoro rimase ucciso. Arrestata Anna Bolena sotto l'accusa di alto tradimento per infedeltà al re, il primo maggio 1536, anche il W. venne imprigionato il 5 maggio nella Torre di Londra: testimonianze contemporanee fanno ritenere che egli fosse implicato nelle accuse rivolte contro la regina, e nella famiglia di W. persistette la tradizione che egli fosse stato amante della Bolena; e che tale egli fosse stato prima del matrimonio di costei con Enrico VIII appare oggi probabile: la Brunet dei versi del W. sarebbe appunto la Bolena. Tuttavia sei settimane dopo il W. era rimesso in libertà, e che tuttora godesse della fiducia del re è provato dalla carica militare datagli dal sovrano l'estate seguente durante la ribellione del nord, dalla nomina a sceriffo del Kent nel novembre, e più ancora dall'invio come ambasciatore a Carlo V in Spagna nella primavera del 1537. Tanto riuscì persona grata all'imperatore che gli agenti papali cercarono di minarne l'influenza accusandolo di diffondere scritti eretici. Intanto le macchinazioni del connazionale Thomas Bonner (che doveva poi esser vescovo di Londra) cercavano di rappresentarlo in patria come sotto l'influsso del proprio segretario, creduto un emissario del cardinale Pole. Tuttavia Thomas Cromwell, amico del W., non dette seguito alle insinuazioni contro di lui; giustiziato il Cromwell nel 1540, il Bonner mosse di nuovo all'attacco contro il W. che era tornato in patria nell'aprile di quell'anno. Il W. fu di nuovo imprigionato nella Torre, e si difese dall'accusa di rapporti col Pole in una lettera al Privy Council e in un persuasivo discorso ai giudici. Dopo tre mesi di prigionia il W. fu liberato, come confesso perdonato per intercessione della regina Caterina Howard. Fu nominato comandante della cavalleria leggiera a Calais, e l'anno dopo vice-ammiraglio d'una flotta che si stava apprestando; ma la morte lo colse prima, mentre si recava a incontrare a Falmouth un messo dell'imperatore.

Gli avvenimenti esterni rendono conto di un solo aspetto del cortigiano W.; l'altro volto è quello del gentiluomo umanista e poeta, che ci appare vivo nel ritratto di Holbein (alla National Portrait Gallery). Ma le poesie del W. circolarono soltanto in manoscritto durante la sua vita; furono pubblicate insieme con quelle di Henry Howard conte di Surrey e di altri minori dall'editore Tottel nel 1557, nella Tottel's Miscellany; mentre una versione di alcuni salmi era apparsa nel 1549 (Certayne Psalmes... drawen into Englyshe meter). Purtroppo l'editore adattò titoli di propria invenzione ai versi del W., sicché un'edizione critica di questi presenta diverse difficoltà; si conservano una mezza dozzina di manoscritti, e da alcuni di questi appare che il W. stesse preparando per le stampe un Boke of Balettes. Accanto a queste ballate, il W. compose in metri imitati dagl'Italiani (il sonetto, da lui per primo introdotto in Inghilterra, l'ottava rima e la terza rima) e dai Francesi (rondeau). Fu dal suo viaggio in Italia nel 1527 che il W. riportò ammirazione per la lirica italiana e desiderio di acclimatarne i modi e le forme in Inghilterra; imitò i salmi dall'Aretino, le satire dall'Alamanni, i sonetti dal Petrarca e da Serafino Aquilano. Ma più che nei rozzi tentativi di ricalcare il sonetto in inglese (si è creduto che la rozzezza dipendesse dal servirsi che il W. avrebbe fatto di un testo di Chaucer corrotto dall'incomprensione della prosodia chauceriana), il W. riesce a trasfondere lo spirito del petrarchismo in alcune delle poesie a ritornello (quelle che egli chiamava balletts, di una tecnica assai superiore ai sonetti): alcune di queste per lo stile dialettico e per l'atteggiamento di distacco con cui il poeta nota le sue emozioni paiono anticipare John Donne.

Bibl.: Le poesie del W. e del Surrey sono state edite da F. M. Padelford, Seattle 1920 (ediz. riveduta 1929); vedi pure Tottel's Miscellany, a cura di H. E. Rollins, Cambridge Mass. 1928-28; E. M. W. Tillyard, The Poetry of sir T. W.: A Selection and Study, Londra 1929; E. K. Chambers, Sir T. W. and Some Collected Studies, ivi 1933; E. Koeppel, Studien zur Geschichte des englischen Petrarchismus im XVI. Jahrh., in Romanische Forschungen, V (1891); C. Segrè, Due Petrarchisti inglesi del sec. XVI, in Relazioni letterarie fra Italia e Inghilterra, Firenze 1911; P. Bellezza, Il primo poeta satirico inglese e le sue imitazioni italiane, in Rendiconti R. Ist. lombardo sc. e lettere, XXX (1897; A. K. Foxwell, A Study of sir Thomas Wyatt's Poems, Londra 1911; A. Cecchini, Serafino Aquilano e la lirica inglese del '500, Aquila 1935.