Smagare

Enciclopedia Dantesca (1970)

smagare (ismagare)

Antonietta Bufano

Affine al significato di " togliere ", che ha ‛ dismagare ' (v.) in Pg III 11 (la fretta ... / l'onestade ad ogn'atto dismaga; ma un codice, Ash, legge si smaga), è quello di s. nella forma pronominale, cioè " distogliersi ", " allontanarsi ", in senso sia proprio che figurato: Rachel mai non si smaga / dal suo miraglio, " disturbatur " (Benvenuto), " si stoglie, si rimuove " (Andreoli, a Pg XXVII 104); Non vo'... lettor, che tu ti smaghi / di buon proponimento (X 106), " cioè che tu ti sgomenti e che tu ti manchi: smagare è minorare e mancare... cioè non mancare del tuo buono proposito di fare penitenza " (Buti; cfr., in " Bull. " X [1902-03] 6, la correzione del Barbi a una diversa interpretazione di Scartazzini, poi abbandonata dal Vandelli nelle successive edizioni del commento; anche qui i codici offrono esempi dell'alternanza s. - dismagare: infatti il Cortonese legge che ti dismaghi); e anche in Vn XII 13 28 Madonna, lo suo core... / tosto fu vostro, e mai non s'è smagato, " venuto meno dall'amarvi " (Sapegno, con la precisazione che s. è un provenzalismo: cfr. il francese esmaier, provenzale esmaiar). Per ulteriori precisazioni sul significato del termine, cfr. " Studi d. " XXII (1938) 163.

Dal latino tardo exmagare, " perdere le forze ", s., al participio, deriva anche il senso di " indebolirsi ", " venir meno ", per una ragione puramente fisica (sia pure in un contesto figurato: Sentendomi ismagato malamente / del molto sangue ch'io avea perduto perché colpito dalle saette di Amore, Fiore II 1; e cfr. I 1) o per il profondo turbamento da cui D. è preso assistendo alle metamorfosi dei ladri: avvegna che gli occhi miei confusi / fossero alquanto e l'animo smagato..., cioè " smarrito... ‛ Smagare ' per ‛ disperdere ', vive in Toscana " (Tommaseo, a If XXV 146). Così anche in Vn XXIII 22 37 dove, in seguito allo smarrimento provato al pensiero della morte di Beatrice, furon sì smagati / li spirti miei, che ciascun giva errando: il Contini spiega " abbattuti " (Letteratura italiana delle origini, Firenze 1970, 321; e cfr. [p. 191] Cino Deh non mi domandar 9 " e' miei occhi smagati ", che lo stesso studioso intende come " scoraggiati ". Si veda anche G. Villani XI 66 " Il valente capitano... non essendo ismagato di niente si trasse il troncone del fianco ", citato, insieme con altri esempi, dal Tommaseo [Dizionario]). Con questo valore si ha pure un esempio di costrutto transitivo: a Piccarda D. si rivolge quasi com'uom cui troppa voglia smaga, " fortemente prende ", distraendolo da ogni altro impegno, o " consuma ", secondo l'energica immagine del Buti (Pd III 36).

Altri due luoghi, ancora con uso transitivo di s., presentano qualche difficoltà. Nella canzone Doglia mi reca D. affronta il tema della liberalità, e biasima chi volge il donare in vender tanto caro / quanto sa sol chi tal compera paga (Rime CVI 121-122). Poi prosegue: Volete udir se piaga? / Tanto chi prende smaga, / che 'l negar poscia non li pare amaro. / Così altrui e sé concia l'avaro (v. 124). I commentatori spiegano smaga con " umilia "; ma mentre Barbi-Pernicone pongono a soggetto del verbo (e di piaga) il donare, e riferiscono " il negar al ricevente anziché al donante ", il Contini intende che soggetto di smaga e piaga è l'avaro, facendo notare che " smagare in Dante è transitivo o riflessivo ". Il Pazzaglia non tiene conto di questa osservazione: egli dà al verbo valore assoluto (" s'abbatte, s'avvilisce ") e lo considera - come par logico dedurre - predicato di chi prende.

Per Rime dubbie VIII 2 si pone invece un problema di carattere testuale. Si tratta di un sonetto al Quirini (Nulla mi parve mai più crudel cosa / di lei per cui servir la vita [smago], / ché 'l suo disio nel congelato lago / ed in foco d'amore il mio si posa), il quale risponde: " crudel se mostra ... / la donna tua... / de cui solo a pensar mia vita smago " (IX 2-4). La lezione della '21 non è seguita dal Contini, che legge la vita lago, e commenta: " Lago, ‛ abbandono '... È lezione dei manoscritti, dal Barbi corretta in smago, ‛ indebolisco '... con scarsa probabilità, perché questa parola (col medesimo oggetto vita) è in rima anche nella risposta del Quirini "; restano a smago Barbi-Pernicone.