Socini Adattamento (attraverso la forma latina umanistica Socinus adottata da alcuni suoi membri) del cognome della famiglia senese dei Sozzini, il cui capostipite fu il notaio Mino di Sozzo, trasferitosi a
I membri più illustri della famiglia sono due riformatori religiosi:
Alla morte dello zio, Fausto S. accorse a Zurigo da Lione, dove si trovava a far pratica commerciale e dove aveva anche sentito fortemente la suggestione religiosa della Riforma, e raccolse la sua eredità di abbozzi, appunti, questioni, sviluppando la dottrina teologico-morale del socinianesimo. Nel 1563 tornò in
Tratti salienti del socinianesimo, che ebbe una certa diffusione, negli ambienti colti d’Europa nel 16°, 17° e 18° sec. sono il razionalismo religioso (nella Scrittura non ci può essere nulla contro la ragione, anche se ci può essere molto sopra la ragione; nella deduzione della dottrina cristiana dalla Scrittura si deve procedere solo secondo ragione, poiché ciò che nella Scrittura è detto sopra la ragione non può esser commentato; dal che deriva che nessun dogma tradizionale, e tanto meno quello trinitario, e nessuna istituzione, come i sacramenti, possono essere accettati, in quanto appaiono irrazionali e non esplicitamente ed evidentemente dichiarati nella Scrittura) e il principio della tolleranza religiosa (purché la vita da loro praticata corrisponda in pieno ai precetti evangelici fra i quali anche la non-violenza, tutte le Chiese o tutti gli aggruppamenti che riconoscono come norma di vita i precetti di Cristo vanno riconosciuti come cristiani, quindi non vanno perseguitati). Questi motivi sono fondati sulla concezione della religione cristiana come metodo (via) per raggiungere la salvezza, rivelato con i suoi precetti dall’uomo divino, ma mero uomo, Gesù Cristo, per volere di Dio che l’ha ispirato, e quindi sulla riduzione della religione a eticità fondata sul complesso di norme del Vangelo. Tali principi raccolgono nella formulazione estrema motivi diffusi già nel Rinascimento italiano e negli ambienti ereticali del Cinquecento.
In Polonia il movimento sociniano ebbe la sua capitale nel centro culturale di Raków; il periodo più fiorente fu quello degli ultimi decenni del 16° sec. e dei primi del 17°. La persecuzione dei sociniani culminò nel 1662 con la loro espulsione dalla Polonia. Gli esuli andarono parte presso gli unitari transilvani, dei quali condivisero la sorte di Chiesa a mala pena tollerata sotto la preponderanza calvinista fino al 1690 e poi perseguitata dagli Asburgo cattolici; in parte in Olanda, da dove il socinianesimo si diffuse, per mezzo della stampa, in