Solecchio

Enciclopedia Dantesca (1970)

solecchio

Lia Baldelli

A Pg XV 14 io levai le mani inver' la cima / de le mie ciglia, e fecimi 'l solecchio, è spiegato dal Buti: " questo è nome diminutivo, cioè del Sole... picculo Sole; e questo è fare lo Sole, che è splendore grandissimo sicché la vista nol può sostenere, sì picculo, che la vista lo sostegna ".

Tutta l'operazione è ben parafrasata dall'Andreoli: " e feci delle mani quella specie di paralume con cui si suole temperar la troppa luce, diminuire il lume soverchiante la virtù visiva ". Il Borghini invece (cfr. Studi sulla D.C., ecc., a c. di O. Gigli, Firenze 1855, 244) riteneva questa spiegazione " una semplicità, per non dire scioccheria: ché Solecchio è voce di que' tempi, e si trova nel Villani, e importa parasole, e che altrimenti si dice Ombrella ". Il suffisso è assai raro e in D. ricorre soltanto in ‛ rubecchio '.