sostanza
In biologia e in anatomia, materia organica e organo che presentano aspetto omogeneo e limiti ben definiti. S. bianca e s. grigia Le due componenti fondamentali del
Con valore più generico, s. fondamentale di un tessuto, quella parte del tessuto che circonda le cellule, la cui composizione può variare considerevolmente a seconda dei tessuti considerati; s. basofila, eosinofila, metacromatica ecc., piccoli ammassi di natura chimica spesso non definita che presentano particolari affinità tintoriali.
Termine usato per indicare ciò che vi è di permanente nella realtà, al di sotto di ogni mutamento; in tal senso contrapposto ad accidente. Nella storia del pensiero filosofico la riflessione sulla s. come ciò che è al di là del divenire è presente fin dalle origini; ma è con Platone e Aristotele che il termine assume particolare valore. Per il primo, s. è l’idea, unica realtà vera ed eterna, contrapposta al mondo dell’apparenza sensibile. In Aristotele il termine assume significati diversi: in particolare esso indica sia la concreta realtà individuale (sinolo di materia e forma), designata anche come s. prima per distinguerla dai generi e dalle specie o s. seconda, sia l’essenza o specie formale, fondamento metafisico della realtà e suo principio di intelligibilità. Il pensiero medievale riprende il concetto platonico-aristotelico di s. apportandovi ulteriori determinazioni. Nell’età moderna si assiste a una progressiva trasformazione del concetto classico di s.: R. Descartes affianca alla s. divina, definita secondo la tradizione scolastica come ciò che non richiede altro da sé per sussistere, le due s., da quella derivate, del pensiero e dell’estensione; B. Spinoza, sviluppando il concetto cartesiano di s., ne afferma l’assoluta unicità, dando al pensiero e all’estensione il valore di attributi di essa, atti a manifestarne, da una particolare angolazione, l’infinita essenza. Nel tentativo di risolvere il problema del dualismo cartesiano, G.W. Leibniz elabora il concetto di un’infinita molteplicità di s. individuali o monadi, esseri completi e autosufficienti nella cui realtà in nuce è contenuto tutto ciò che può loro accadere e dalla cui nozione sono logicamente ricavabili tutti i predicati loro attribuibili. Ma il vero e proprio processo dissolutivo del concetto di s. inizia con