Speusippo

Enciclopedia Dantesca (1970)

Speusippo

Giorgio Stabile

Filosofo greco (nato nel 395-393 circa a.C.; morto nel 339 circa) figlio di Potone, sorella di Platone, fu scolaro e seguace di quest'ultimo che accompagnò, assieme a Senocrate, nel viaggio in Sicilia (361 circa). S. fu l'immediato successore di Platone e il primo scolarca dell'Accademia, dal 348 all'anno della sua morte, allorché gli successe Senocrate (v.). S. sviluppò i temi dell'ultimo insegnamento platonico, in particolare riguardo ai problemi della filosofia naturale, alla gerarchia degli enti e dei gradi di realtà, alla definizione dell'idea di Uno e di Bene che, per lui, costituivano l'attuazione finale del graduale processo di sviluppo dell'universo (cfr. Aristotele Metaph. VII 2, 1028b 21; XII 7, 1072b 31; e Diogene Laerzio Vitae philosoph. IV 1).

In Cv IV VI 14, D. ricorda Platone e S. come i maggiori rappresentanti dell'antica Accademia e quali epigoni di Socrate, soprattutto in ordine alle dottrine morali: Altri... cominciamento ebbero da Socrate e poi dal suo successore Platone... E questi furono Academici chiamati, sì come fue Platone e Speusippo suo nepote.

La notizia, così come tutta l'argomentazione intorno alla scuola accademica, è di chiara origine ciceroniana. Cicerone, infatti, in Acad. I IV 17 aveva ricordato: " cum Speusippum sororis filium Plato philosophiae quasi heredem reliquisset "; e in IX 34: " Speusippus autem et Xenocrates, qui primi Platonis rationem auctoritatemque susceperant, et post eos Polemo et Crates unaque Crantor in Academia congregati diligenter ea quae a superioribus acceperant tuebantur ".

La stessa notizia era in Cic. Orat. III XVIII 67 " Reliqui sunt Peripatetici et Academici... Nam Speusippus, Platonis sororis filius, et Xenocrates, qui Platonem audierat et qui Xenocratem Polemo et Crantor, nihil ab Aristotele, qui una audierat Platonem, magno opere dissensit " (ancora assieme a Senocrate e Aristotele, in qualità di " veteres... Platonis auditores ", S. è ricordato in Fin. IV II 3; v. inoltre V i 2, III 7, Tusc. V X 30, XIII 39, XXXI 87; in Nat. deor. I XIII 32 Cicerone afferma: " Nec multo secus Speusippus Platonem avunculum subsequens et vim quandam dicens... ").

Lo scolarcato all'Accademia, la parentela con Platone e la dipendenza dottrinale da quest'ultimo, sono gli elementi tipici della dossografia posteriore, che continuerà inoltre ad accomunare S. a Senocrate e al primitivo discepolato di Aristotele (cfr. Apuleio De Dogm. Plat. c. 2, Agostino Civ. VIII 12 " post mortem vero Platonis Speusippus, sororis eius filius, et Xenocrates, dilectus eius discipulus, in scholam eius, quae Academia vocabatur, eidem successissent atque ob hoc et ipsi et eorum successores Academici appellarentur " = Giov. di Salisbury Polic. VII 7 e 5; Vincenzo di Beauvais Spec. hist. IV 70, Spec. doctr. V 168; Gualtiero Burley De Vita et morib. philos. c. 57; Giov. Walleys Florilegium III V 13, 4, 21, VI 1).

Alle dottrine etiche di S. aveva accennato Aristotele in Eth. Nic. I 4, 1096b 7 ss. e VII 14, 1153b 5 ss. (per cui v. i commenti ad loc. di Tommaso I lect. VII e VII lect. XIII, e Alb. Magno Eth. I V 15, dov'è un'ampia notizia su S.; la triade Socrate-Platone-S. ritorna, tra l'altro, in Alb. Magno Nat. orig. amin. II 7). Una caratterizzazione in chiave peripatetica dell'etica di S. era infine in un passo di Gellio (Noct. att. IX V 2) ripreso anch'esso dalla tradizione; v. anche ACADEMICI.

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