SPIROMETRIA

Enciclopedia Italiana (1936)

SPIROMETRIA (dal lat. spiro "respiro" e dal gr. μέτρον "misura")

Agostino Palmerini

È la misura volumetrica dell'aria respiratoria nelle diverse fasi della respirazione. Questa misura si esegue con appositi apparecchi detti spirometri. Ve ne sono di differenti tipi. Il classico spirometro di Hutchinson è costruito sul principio dei gassometri che servono a raccogliere nelle fabbriche il gas illuminante.

In un cilindro metallico pieno di acqua è immerso un altro cilindro di diametro alquanto più ristretto, chiuso in alto e aperto in basso. Poco al disopra del livello dell'acqua sbocca l'apertura di un tubo attraverso il quale lo spirometro riceve o lascia uscire aria; nel primo caso il secondo cilindro s'innalza riempiendosi di aria, nel secondo caso s'abbassa svuotandosi di aria. Questi movimenti si compiono con la massima facilità essendo lo strumento costruito in modo da ridurre il più possibile tutti gli attriti; le escursioni del cilindro pieno dì aria sono guidate da due sostegni laterali ed è mantenuto l'equilibrio mediante due contrappesi. Però a mano a mano che il cilindro emerge dall'acqua o s'immerge nell'acqua, per la nota legge di Archimede cambiano le condizioni di equilibrio e di questo bisogna tenere conto nelle ricerche di precisione. Su un regolo verticale collocato lateralmente sono segnati i diversi valori dell'aria contenuta nel cilindro mobile secondo le diverse altezze raggiunte.

Per mezzo di questo apparecchio si può misurare l'aria respiratoria, cioè la quantità di aria inspirata in un inspirazione normale; l'aria complementare, cioè la quantità di aria che si può inspirare dopo un'inspirazione normale con un'inspirazione forzata massima, l'aria di riserva, cioè la quantità d'aria che si può espirare dopo una espirazione normale mediante un'espirazione forzata massima. Queste tre quantità: aria respiratoria, aria complementare, aria di riserva, sommate insieme rappresentano la cosiddetta capacità vitale. Pertanto la spirometria è un metodo fisiologico classico dello studio della ventilazione polmonare. Praticamente s'è dimostrato meno utile nello studio di condizioni patologiche degli organi del respiro, come, per esempio, per determinare la diminuita attività inspiratoria nell'asma bronchiale, la diminuita attività espiratoria nell'enfisema polmonare, la diminuita ventilazione polmonare nelle pleuriti a grande versamento, nelle lesioni tubercolari diffuse, ecc. In realtà queste ricerche sono grandemente influenzate dalla diversa attività dei muscoli respiratorî, suscettibili di notevole aumento con la ginnastica educatrice; inoltre nelle lesioni organiche croniche del polmone intervengono fenomeni di compenso che modificano il reperto quale sarebbe se fosse determinabile rispetto alla singola lesione soltanto. E perciò la spirometria non ha avuto grande fortuna come mezzo corrente d'indagine clinica, tanto più che, adoperando gli strumenti su oggetti eventualmente portatori di lesioni specifiche, bisogna essere sicuri delle condizioni di sterilità per adoperare gli spirometri in esami successivi. Tuttavia per alcuni autori la spirometria ha notevole importanza nello studio delle modificazioni del respiro consecutive alle malattie dell'apparato circolatorio, specie in rapporto all'insufficienza cardiaca. Di recente la spirometria, dopo l'applicazione dei metodi broncoscopici, ha avuto nuova applicazione sotto forma di broncospirometria, per la misurazione volumetrica, in condizioni particolari, della ventilazione polmonare in distretti limitati del polmone.

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