SRÍ LAÑKĀ

Enciclopedia Italiana - IV Appendice (1981)

SRÍ LAÑKĀ (Ceylon: IX, p. 905; App. II,1, p. 564; III, 1, p. 353)

Sebastiano Monti
Luciano Petech
Oscar Botto

Stato membro del Commonwealth fin dal 1948, anno in cui divenne indipendente dopo un secolare dominio portoghese e olandese; il 22 maggio 1972 è divenuto una repubblica democratica e socialista, e ha cambiato l'antico nome di Ceylon nell'attuale. Il potere esecutivo è esercitato dal governo presieduto dal primo ministro e responsabile dinanzi al Parlamento che, dal 1971, consiste di una sola Assemblea di 174 membri, 6 dei quali nominati in rappresentanza delle minoranze.

Amministrativamente S. L. è suddiviso in 9 province e 22 distretti, e al censimento dell'ottobre 1971 contava 12.711.143 abitanti (v. tabella). La popolazione è caratterizzata da una notevole complessità etnica (singalesi per il 70%; Tamil per il 20%; poi Mori, Vedda, Malesi, Burgheros, discendenti questi ultimi dagli antichi coloni olandesi) e concentrata per lo più nelle città più importanti, situate nella parte sud-occidentale del paese, ove si registrano le più alte densità. La lingua ufficiale è oggi il singalese, subentrato al tamil, che però conserva ancora un ruolo particolare; molto diffuso è l'inglese.

La politica socialista susseguente all'indipendenza ha creato una nuova situazione economico-sociale, che è sfociata nella nazionalizzazione di tutte le maggiori imprese industriali della precedente epoca coloniale e nel freno delle iniziative straniere. Tuttavia bisogna sottolineare che il cospicuo peso demografico e l'insufficienza delle risorse a soddisfare il fabbisogno interno creano notevoli problemi, la cui soluzione non è facile. Oggi comunque S. L. risulta lo stato dell'Asia meridionale con l'indice di analfabetismo più basso rispetto alla media dei paesi del Terzo Mondo, e con una buona diffusione della stampa; questa relativa evoluzione sociale è favorita da un regime parlamentare solido, che pone il paese in una condizione di spiccata individualità rispetto agli stati viciniori.

Condizioni economiche. - S. L. è un paese ancora a base agricola, com'è dimostrato dal fatto che il 55% della popolazione attiva è assorbita dal settore primario. Il clima caldo umido ha favorito nell'isola sin dai tempi più antichi lo sviluppo di ricche produzioni di tè (1.970.000 q nel 1976, terzo posto nel mondo dopo India e Cina), palma da cocco (1.650.000 t di noci nel 1976), copra (2.000.000 q nel 1975), riso (12.530.000 q nel 1976) e spezie, tra le quali la pregiatissima cannella ceylonese, avviata in parte all'estero.

Il sottosuolo, ancora poco sfruttato, offre una discreta gamma di risorse, tra le quali occupano un posto di rilievo la grafite (9500 t nel 1974), le pietre preziose, il caolino, il salmarino.

L'area gravitante sulla capitale è interessata da un'intensa attività industriale (tessile, chimica, della ceramica, della carta, del tabacco, della gomma, ecc.) che è stata contraddistinta negli ultimi anni da un notevole dinamismo in seguito alla creazione di alcuni impianti per la lavorazione del ferro e per la raffinazione del petrolio (raffineria a Hapugaskanda).

Le comunicazioni avvengono per ferrovia e per strada, per via marittima e per via aerea, e hanno in Colombo il nodo più vitale del paese e uno dei più attivi dell'Asia meridionale. Il porto e l'aereoporto della capitale assorbono oltre il 90% del traffico commerciale dell'isola, che si svolge in prevalenza con il Regno Unito, gli Stati Uniti, l'India, la Cina, il Giappone, la Rep. Fed. di Germania.

Bibl.: S. A. Pakeman, Ceylon, New York 1964; D.R. Snodgrass, Ceylon: an export economy in transition, Hornewood 1966; P. Mason, India and Ceylon, unity and diversity, Londra 1967.

Storia (v. ceylon, IX, p. 909; App. III,1, p. 354). - La democrazia parlamentare, una delle più antiche nell'Asia meridionale, è stata sottoposta a una serie di tensioni che ne hanno modificato alquanto la natura. Il governo della signora S. Bandaranaike, al potere dal giugno 1960 e orientato verso sinistra, sottopose anzitutto al controllo statale le scuole private, malgrado l'opposizione soprattutto della minoranza cattolica. Ma ben presto dovette dedicare tutta la sua attenzione ai distretti settentrionali, dove l'introduzione del singalese come unica lingua ufficiale aveva provocato la violenta opposizione della popolazione di lingua tamil. Un movimento di disobbedienza civile degenerò in atti di violenza e il governo, dopo aver posto fuori legge il Partito federale, espressione della popolazione tamil, finì col proclamare nell'aprile 1961 lo stato di emergenza che, prorogato di mese in mese, fu tolto solo nel maggio 1963.

Nel frattempo il governo era uscito indenne da un colpo di stato tentato da ufficiali superiori dell'esercito e della polizia, stroncato sul nascere. Il governatore generale O. Goonetilleke, in carica dal 1954, fu sospettato di esservi implicato e dovette lasciare la carica, sostituito da W. Gopallawa. Il problema dei residenti indiani nel Nord (discendenti da immigrati nel 19° e 20° secolo), che era fonte di frizioni col governo dell'India, fu avviato a soluzione con l'accordo del 30 ottobre 1964; su circa un milione di oriundi indiani, circa 525.000 dovevano essere rimpatriati in India durante un periodo di 15 anni; 300.000 avrebbero ricevuto la cittadinanza singalese; la posizione dei rimanenti 150.000 sarebbe stata riveduta più tardi. Il trattato diede luogo a qualche frizione e la sua attuazione subì notevoli ritardi; ma fu confermato e perfezionato in accordi posteriori (1968). Intanto il governo proseguiva nelle nazionalizzazioni: assicurazioni sulla vita, distribuzione dei carburanti, ecc. Sebbene nel 1954 la base ne fosse stata allargata, il governo subì una dura sconfitta nelle elezioni del 1965. Dudley Senanayake, capo del Partito nazionale unito, formò un gabinetto di coalizione di centro-destra, che dedicò la sua attività soprattutto all'agricoltura e al settore privato dell'industria. Ma già nel 1966 si attirò la violenta opposizione dell'influente clero buddhista, per aver fatto qualche concessione linguistica alla comunità tamil.

Le elezioni del 1970 riportarono al potere il Partito dello S. L., appoggiato da comunisti e trotzkisti; la signora Bandaranaike fu di nuovo primo ministro, e da allora la situazione si evolse rapidamente. Con voto unanime il nuovo Parlamento si trasformò in assemblea costituente e la nuova costituzione fu promulgata il 22 maggio 1972. Ceylon divenne la repubblica di S. L., con un Parlamento unicamerale detentore dei poteri legislativo ed esecutivo; il presidente della Repubblica, con funzioni puramente protocollari, venne nominato dal primo ministro; primo presidente fu il governatore generale Gopallawa.

Furono nazionalizzate buona parte delle piantagioni di tè e di gomma, l'industria petrolifera, parte del commercio d'esportazione, buona parte dei giornali. Malgrado ciò il governo veniva osteggiato da sinistra, e nel marzo 1971 era scoppiata un'insurrezione "guevarista" condotta dal Fronte di liberazione popolare, composto soprattutto di studenti. La guerriglia prese piede in certe zone delle campagne, ma fu presto circoscritta e soffocata con la proclamazione dello stato d'emergenza; tuttavia bande isolate si sostennero fino al 1973. La situazione economica si era fatta difficile, causa la diminuzione della richiesta dei prodotti principali: tè, gomma, cocco; a ciò si aggiungeva il deficit del bilancio, la pressione demografica, la formazione di un proletariato intellettuale, la disoccupazione crescente. Inoltre la proclamazione di una repubblica unitaria aveva incontrato opposizione nel Nord, dove i tamil chiedevano la trasformazione di Ceylon in uno stato federale e solo in parte si lasciavano acquietare dalla concessione dell'uso della loro lingua nei tribunali. Alle elezioni del luglio 1977 il partito di governo fu battuto duramente dal Partito dell'Unione Nazionale, al cui leader, Junius R. Jayawardene, spettò di formare il nuovo governo. Nell'ottobre un emendamento alla costituzione del 1972 ha modificato il sistema politico in senso presidenziale, secondo il modello francese; la politica economica ha incentivato gl'investimenti esteri e sostituito i monopoli statali con un sistema di controlli che lascia spazio al settore privato. Una nuova Costituzione è entrata in vigore nel settembre 1978: la denominazione dello stato è ora quella di Repubblica Socialista Democratica di S. L.; la lingua ufficiale resta il singalese, ma il tamil è riconosciuto come lingua nazionale; l'emendamento del 1977 viene confermato, con estensione dei poteri della Presidenza.

Nella politica estera Ceylon, in coerenza con le sue tendenze interne, ha mantenuto rapporti particolarmente cordiali con la Cina, specialmente dopo la visita del primo ministro cinese Chou En-lai nel 1964. Tale politica si accentuò con il ritorno al potere delle sinistre nel 1970. Furono subito riconosciuti i governi della Corea e del Vietnam settentrionali e della Germania orientale; e nel 1972 la Bandaranaike si recò in Cina, dove ottenne un prestito a buone condizioni. Tale politica è proseguita anche con Iayawardene.

Bibl.: P. K. Farmer, Ceylon, a divided nation, Londra 1963; A. Jeyaratnam Wilson, Electoral politics in an emergent state: the Ceylon general election of May 1970, Cambridge 1974.

Letteratura. - La lingua singalese è - fra le lingue indoeuropee del subcontinente indiano - quella di cui si posseggono i documenti più antichi rappresentati da iscrizioni rupestri che risalgono al 2°-3° secolo a. Cristo. Non mancano, inoltre, le testimonianze di una letteratura fiorita fra il 4° e il 6° secolo d. C., che nel suo insieme è andata perduta. Le più antiche opere letterarie vere e proprie a noi pervenute risalgono al 9°-10° secolo della nostra era. Fra il 10° e il 18° secolo fiorì una letteratura esegetica intesa a illustrare le opere del canone buddhista in pāli, che comprende i Gäṭapada e le Sanne. Nell'ambito di questa letteratura ispirata al buddhismo ricordiamo il Butsaraṇa, il Dahan Saraṇa e il Sanga Saraṇa, tre opere attribuite a Vidyācakravarti, che esortano gli uomini a cercare rifugio nel Buddha, nella sua dottrina e nella sua comunità. Anche i Jātaka esercitarono un'influenza notevole sulla letteratura singalese, e l'opera che maggiormente li divulgò e il Pansiya Panas Jātaka Pota (sec. 14°). Fra i poemi a sfondo religioso in stile kāvya, chiamati anche poesie perché scritti in questo metro, fa spicco il Kavsiúumina, attribuito al re Parākramabāhu II (13° secolo): l'opera, liberamente ispirata al Kusa Jātaka, si estende per 770 versi suddivisi in 15 canti. Un altro genere di notevole interesse è costituito dai poemi di tipo Sandesa, fioriti fra il 14° e il 15° secolo e ricalcanti i dūta-kāvya sanscriti: fra questi, il Tisara Sandesaya, il Mayūra Sandesaya e il Säúalihini Sandesaya di Śrī Rāhula. Nell'ambito della letteratura moderna un posto di rilievo spetta al romanzo, che venne introdotto nel 1905 da A. Simon de Silva con Mīnā, e il cui massimo rappresentante è Martin Wickramasinghe, autore fra l'altro di Gam Peraúiya (Il villaggio che cambia) e Virāgaya (Distacco). La poesia moderna ha ricevuto notevole impulso dalla "Scuola Poetica di Colombo" e dal "Gruppo Singalese del verso libero" (G. B. Senanayake, Siri Gunasinghe, Gunadasa Amarasekara).

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