STAGIRO

Enciclopedia Italiana (1936)

STAGIRO (Στάγειρος, più tardi anche Στάγειρα, Stagīra, Stagīris)

Doro Levi

Antica città greca, colonia di Andro, presso alla costa orientale della penisola calcidica, famosa perché patria di Aristotele. Durante le guerre persiane vi passò Serse diretto ad Acanto; nella guerra del Peloponneso si arrese nel 424 a. C. a Brasida, nel 422 fu invano assediata da Cleone, e nella pace dell'anno seguente ottenne l'autonomia. Nella Lega Attica appare con un tributo di 1000 dramme, ciò che dimostra la sua scarsa importanza. Distrutta da Filippo II nel 349 durante la guerra di Olinto, fu probabilmente restaurata e favorita da Alessandro il Grande, in omaggio al suo illustre maestro, ciò che tuttavia non riuscì a impedire la fatale e rapida decadenza iniziatasi anche per Stagiro, come per tante altre colonie greche, con l'occupazione macedonica della Tracia occidentale.

L'ubicazione della città va identificata con verisimiglianza nelle rovine presso la località odierna di Isvoron, su un colle alto circa 500 m. a 8 km. di distanza dal porto di Liviada nel golfo Strimonico, di fronte a un'isoletta chiamata Kafkanas, che sarebbe l'isola di Kapros menzionata da Strabone.

Bibl.: G. F. Bowen, Mount Athos, Londra 1852, p. 120; A. Struck, Maked. Fahrten, I, Vienna 1907, p. 72 seg.; E. Oberhummer, in Pauly-Wissowa, Real-Enc., III A, col. 2125; H. Gaebler, Die Münzen v. Stagira, Berlino 1930.