Stakeholder

Dizionario di Economia e Finanza (2012)

stakeholder

Giacomo Boesso

Individuo o gruppo che può influenzare o è influenzato dal raggiungimento di un obiettivo aziendale, in quanto ‘titolare di fatto di interessi d’impresa’ (non ‘di diritto’, come nel caso degli azionisti, che sono proprietari di azioni dell’impresa). Questi ‘interessi’ possono essere specifiche risorse in grado di ridurre sensibilmente la redditività se repentinamente distolte dai processi o se non perfettamente integrate (istituti di credito, dipendenti, fornitori, clienti, ecc.). Il termine si riferisce anche a soggetti influenzati dall’utilizzo di specifiche risorse, sebbene non direttamente coinvolti in esso (per es. la comunità locale che confina con i siti produttivi; le associazioni per la tutela dell’ambiente e dei consumatori; i lavoratori dell’indotto, ecc.).

La teoria degli stakeholder

In una logica di corretta remunerazione delle risorse investite, ciascun s. riceve una ricompensa commisurata alla specificità della risorsa apportata (che può essere più o meno importante, secondo la particolare strategia di un’impresa) e, talvolta, all’ampiezza del vantaggio competitivo che ha contribuito a generare. Ciascun soggetto, tuttavia, è portatore di interessi propri, o di categoria, che non sono sempre allineati con quelli degli altri (per es., nelle relazioni industriali, i sindacati dei lavoratori sono contrapposti alle associazioni datoriali nella definizione dei contratti). Per raggiungere una coralità operativa, l’organizzazione dell’attività d’impresa deve garantire che tutti i soggetti coinvolti si inseriscano in un sistema basato su precisi accordi, finalizzati a rendere gli individui consapevoli che una deviazione dal proprio fine personale, a favore di un comportamento intersoggettivo, è di mutuo interesse. Da un lato la teoria di massimizzazione del valore per gli azionisti (➔ shareholder) assegna un ruolo di supremazia al soggetto economico (proprietà ed eventualmente manager di primo livello) e alle soluzioni contrattuali con gli s.; dall’altro, la teoria degli s. propone una visione dell’impresa che pone al centro un più ampio insieme di relazioni, con tutti i diversi portatori d’interessi. L’originalità di quest’ultimo approccio risiede nell’analisi dei contributi attuali e potenziali degli s. per pianificare con loro un vantaggio competitivo più stabile, sostenibile e difendibile rispetto alla mera logica contrattuale, cioè nella ricerca comune, nel medio-lungo termine, di migliori prestazioni economico-finanziarie, in grado di remunerare più adeguatamente sia gli shareholder sia gli stakeholder. L’effettivo coinvolgimento diretto degli s. nella definizione della strategia d’impresa è oggetto di aspri dibattiti, giacché spesso gli s., perseguendo i propri interessi specifici, riescono solo ad attenuare il ruolo dominante del soggetto decisore. In questo complesso contesto di relazioni, il partenariato tra shareholder e s., che integra e affianca le soluzioni contrattuali, prevede comunicazione, negoziazione, cooperazione e capacità di gestire la relazione. A tali principi si ispirano le esperienze di responsabilità sociale d’impresa (iniziative sociali e ambientali) e rendicontazione sociale d’impresa (bilanci sociali, ambientali, di sostenibilità).

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