DELLA BELLA, Stefano

Enciclopedia Italiana (1931)

DELLA BELLA, Stefano (detto Stefanino; e dai Francesi anche Labelle)

Odoardo Hillyer Giglioli

Incisore, nato a Firenze nel 1610, morto nel 1664. Nei suoi disegni in penna, matita nera e seppia, molti dei quali sono studî per le stampe e si conservano nella raccolta degli Uffizî a Firenze, rivelò acutezza d'osservazione, fantasia decorativa e vivacità narrativa; subì l'influenza del Callot, ma questa non fu tale da menomare troppo la sua personalità stilistica. Le sue acqueforti nitide e finissime di tecnica riproducono i più svariati soggetti, tutti di sua invenzione; ebbero larga diffusione e formarono la delizia di collezionisti e negozianti. Suo primo maestro fu G. B. Mola cesellatore e medaglista lombardo. Poi egli passò nella bottega dell'orefice Orazio Vanni ed ebbe insegnamenti di pittura da Giovanni Battista Vanni e Cesare Dandini, ma della sua attività in questo campo non rimangono esempî. Nel 1633 si recò a Roma, nel 1639 a Parigi, nel 1647 ad Amsterdam; nel 1650 era certo a Firenze ove continuò a incidere. Non è possibile elencare le sue 1052 incisioni eseguite tra il 1626 e il 1662; notevole per grandiosità compositiva: la Veduta del Ponte nuovo a Parigi, del 1646.

Bibl.: F. Baldinucci, Notizie dei professori del disegno, XV, Torino 1772, pp. 184-288; A. De Vesme, Le peintre graveur italien, Milano 1906, pp. 66-332; P. Kristeller, in Thieme-Becker, Künstler-Lex., III, Lipsia 1909; W. Bombe, in Der Cicerone, VII (1915), pp. 154-55; E. Maganuco, St. d. B. a Roma, in Dedalo, VI (1925-26), pp. 209-29; O. H. Giglioli, ibid., IX (1928-29), p. 179.

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