STEREOSCOPIO

Enciclopedia Italiana (1936)

STEREOSCOPIO (da στερεός "solido" e σκοπέω "guardo")

Edoardo Amaldi

Si chiama stereoscopio un apparecchio destinato a dare la sensazione del rilievo con la sola osservazione d'immagini piane.

Esaminiamo brevemente come nasca la sensazione del rilievo nell'osservazione degli oggetti reali. Essa si fonda essenzialmente sulla visione binoculare. Tra le retine dei nostri due occhi esiste una specie di "corrispondenza" punto per punto: quando le due immagini di un medesimo oggetto sulle due retine si formano in punti corrispondenti, si ha una fusione perfetta delle due sensazioni visive; questa condizione non può essere realizzata contemporaneamente per tutti i punti dello spazio. Se, p. es., i due occhi sono puntati su un medesimo punto all'infinito, allora (fig. 1) per qualsiasi punto a distanza infinita le immagini si formano in punti corrispondenti delle due retine, come P e Q, ma per un punto vicino, come O, le immagini si formano in punti, come P e Q′, che non si corrispondono. Ebbene, è appunto questa mancanza d'identità tra le due immagini retinee che costituisce la ragione essenziale del senso del rilievo; in altre parole è la fusione delle due immagini differenti che desta in noi la percezione del rilievo (notiamo che, se la distanza QQ′ è eccessiva la fusione non avviene più; si ha il fenomeno del "veder doppio").

Per riprodurre artificialmente questa percezione, per provocare cioè con immagini piane l'impressione che darebbe un oggetto reale, basta fare di questo due fotografie, prese da punti distanti l'uno dall'altro circa 7 cm., che è la distanza normale tra i due occhi; una di queste fotografie rappresenterà ciò che avrebbe visto il nostro occhio destro, l'altra ciò che avrebbe visto il nostro occhio sinistro. Una volta ottenute queste immagini, non resta più che mostrare a ogni occhio l'immagine che gli è destinata; e ciò viene fatto appunto con lo stereoscopio.

Nella figura 2 è schematicamente rappresentato lo stereoscopio: A e A′ sono due fotografie di uno stesso oggetto, e precisamente A è quella corrispondente all'occhio sinistro; L e L′ sono due lenti convergenti identiche, dinnanzi alle quali si trovano i due occhi O e O′. Il funzionamento dell'apparecchio si comprende in base a quanto si è detto, tenendo presente la differenza tra le due figure A e A′.

Quando l'oggetto è lontano, le immagini che si formano sulle due retine sono molto poco diverse, e l'oggetto perde il rilievo, come accade, p. es., per un paesaggio visto da molto lontano. Per accrescere il rilievo furono ideati i telestereoscopî, i quali hanno per fine di offrire agli occhi la visione di un oggetto da due punti di vista che sono tra di loro più lontani della distanza fra gli occhi stessi. La figura 3 mostra lo schema di un telestereoscopio.