Radić, Stjepan

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Uomo politico e pubblicista croato (Trebarjevo, Desno, 1871 - Zagabria 1928). R. ebbe l'idea che il contadino dovesse divenire, in via evolutiva e pacifica, la base della società e dello stato. Per questo ideale soffrì in più riprese 10 anni di reclusione, parecchi di esilio. L'incostanza e l'incongruenza dei mezzi usati per perseguire questa meta costante, lo fecero apparire un tribuno demagogico; ma le masse del popolo croato lo hanno idolatrato sempre. Nel 1904 fondò, insieme col fratello Antun, il Partito dei contadini croati. Nel 1910 fu eletto deputato. Durante la guerra mondiale (1915) destarono molto scalpore i suoi discorsi al Sabor croato in favore dell'Intesa.

Vita e attività

Figlio di poveri agricoltori, irrequieto e ingenuamente sincero nel manifestare il suo nazionalismo croato, slavo e panslavo, fu espulso dalle scuole di Zagabria, Praga e Budapest, e peregrinò con intendimenti politici in Russia, nelle terre cèche e in Serbia. Nel 1898 sposò una maestra cèca di Praga. Apprese tutte le lingue slave, il tedesco, il francese e l'inglese. Nel 1899 si laureò a Parigi in scienze politiche. In seguito si occupò di questioni economiche e finanziarie; scrisse libri di storia, politica, morale. Fu corrispondente di giornali, direttore di riviste (Hrvatska Misao) e proprietario di giornali (Dom). Nel 1904 fondò, con il fratello Antun (Trebarjevo 1868 - Zagabria 1919), il Partito dei contadini croati; eletto alla Dieta croata (1910), durante la prima guerra mondiale, prese posizione in favore delle potenze dell'Intesa. Favorevole inizialmente alla creazione di un vincolo fra gli Slavi meridionali, le sue posizioni oscillarono in seguito fra la rivendicazione dell'autonomia della Croazia all'interno di uno stato iugoslavo e quella dell'indipendenza. Ostile al centralismo serbo, rappresentato dalla dinastia dei Karađorđević, nel dic. 1918 creò il Partito repubblicano dei contadini croati e nel 1919 diresse una petizione alla Conferenza della pace sostenendo il diritto della Croazia all'autodecisione. Deputato dal 1920 alla Skupština, capeggiò l'opposizione parlamentare croata contro il gruppo dirigente serbo e si recò (1923-24) a Londra, Parigi e Mosca nel tentativo di sensibilizzare i governi al progetto di una repubblica croata. Arrestato, accettò poi (1925) la Costituzione del giugno 1921 ed entrò, come ministro dell'Istruzione, in un gabinetto di coalizione serbo-croata, guidato da Pašić. Passato nuovamente all'opposizione (1927), venne mortalmente ferito da un deputato montenegrino, durante la sanguinosa seduta della Skupština del 20 giugno 1928. Ha lasciato, fra l'altro, due volumi di memorie: Moj politički životopis («Autobiografia politica», 1926) e Moj životopis («Autobiografia», 1928). Del fratello Antun, si ricorda la raccolta Sabrana djela dra Antuna Radića («Opera completa di A. Radić», post., 1936-39).

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