America, storia della

Enciclopedia dei ragazzi (2005)

America, storia della

Massimo L. Salvadori

Un nuovo mondo nato cinque secoli fa

L'America è stata così chiamata in onore dell'esploratore Amerigo Vespucci, il quale per primo capì che le nuove terre non erano un'appendice delle 'Indie', ossia dell'Asia, ma un continente a sé. Scoperta da Cristoforo Colombo nel 1492, l'America fu considerata dagli esploratori e dai conquistatori europei come un 'nuovo mondo', in contrapposizione al 'vecchio mondo' costituito dall'Europa, non solo per la novità di una così straordinaria scoperta, ma anche per le cose mai viste che si trovavano su questo continente.

Il nuovo mondo

Nel corso dei secoli l'espressione nuovo mondo fu rivendicata dagli Americani delle colonie inglesi e dagli Stati Uniti per sottolineare la propria originalità e persino superiorità civile e politica, in seguito anche sociale ed economica, rispetto agli Europei. In conseguenza delle grandi divisioni determinate dopo il 1492 dalla colonizzazione ispano-portoghese nella parte meridionale e da quella anglo-francese nella parte settentrionale, si prese a distinguere tra l'America Latina, a sud, e l'America del Nord, tanto da parlare di due Americhe. In realtà, però, le Americhe sono tre: l'America Settentrionale, che comprende tre grandi Stati: Canada, Stati Uniti e Messico; l'America Centrale e l'America Meridionale. Queste ultime due sono solitamente indicate con l'espressione comune America Latina.

L'America precolombiana

Il continente dovette il suo primo popolamento alle emigrazioni di popolazioni asiatiche, lì stabilitesi alcune decine di migliaia di anni prima di Cristo. Gli Europei, appena sbarcati e convinti di essere approdati in Asia, ne chiamarono gli abitanti Indiani. Le maggiori civiltà americane, dette precolombiane, si svilupparono tra il 1° millennio a.C. e la fine del 15° secolo nell'America Centrale e lungo la regione segnata dalle Ande, a opera soprattutto degli Inca, degli Aztechi e dei Maya. Queste civiltà raggiunsero risultati straordinari nei campi della politica, con la costituzione di regni potenti, delle arti, dell'architettura, delle scienze. Gli indigeni ignoravano però l'uso della ruota ed erano perciò gravemente impediti nell'organizzazione dei trasporti. Anche il cavallo fu importato nel continente dagli Europei.

La prima scoperta del nuovo mondo fu dovuta con ogni probabilità a navigatori vichinghi intorno al 1000, ma restò un fatto isolato e senza conseguenze.

colonizzazione

==L'arrivo degli Europei e la colonizzazione==

Nel 1492 Colombo approdò in un'isola delle Bahama; a lui fecero seguito i fratelli G. e S. Caboto, A. Vespucci, P. A. Cabral, F. Magellano. Un po' alla volta divenne generale la consapevolezza di aver scoperto un nuovo continente, che venne presto saccheggiato dagli Europei.

I conquistatori spagnoli H. Cortés e F. Pizarro distrussero con inaudita violenza gli imperi millenari degli Aztechi e degli Inca. Il continente, spartito nel 1494 tra la Spagna e il Portogallo, vide la prima espandere il proprio impero coloniale nell'America centromeridionale e il secondo in Brasile. Spagnoli e Portoghesi perseguivano un obiettivo comune: lo sfruttamento delle risorse economiche del nuovo continente e in primo luogo l'estrazione dei metalli preziosi, che divenne una fonte di immensa ricchezza. E poiché gli Indios morivano a milioni per le stragi compiute dai conquistadores e per la diffusione di malattie portate dai bianchi, furono rimpiazzati dagli schiavi neri deportati in massa dall'Africa. Gli Europei importarono nelle Americhe specie animali sconosciute, come il cavallo, il mulo, il bue, mentre dall'America arrivarono in Europa il mais, la patata, il pomodoro, il tabacco, il cacao.

Oltre a Spagna e Portogallo, divennero grandi potenze coloniali nel 17° secolo la Francia e l'Inghilterra, che fondarono colonie l'una nelle Antille e in Canada, l'altra nell'America nordorientale, lungo la costa atlantica. I due espansionismi entrarono in urto frontale e nel 1763 i Francesi si trovarono estromessi dal Canada, che passò sotto il controllo degli Inglesi. I possedimenti inglesi in America, a differenza di quelli di altre potenze fondati sul saccheggio delle ricchezze del luogo e sullo sfruttamento indiscriminato del territorio, erano caratterizzati dal popolamento stanziale di masse crescenti di Europei (non solo Inglesi), molti dei quali erano dissidenti religiosi e politici sfuggiti alle persecuzioni in Europa: persone colte e dotate di elevate capacità politiche e professionali, decise a fare dell'America il loro mondo.

La nascita degli Stati Uniti e l'indipendenza dell'America Latina

Le colonie (colonizzazione) inglesi, che mal sopportavano la dipendenza economica e politica dalla madrepatria, nel 1773 diedero inizio a una rivoluzione (Rivoluzione americana) che, vittoriosa nel 1783, portò alla costituzione degli Stati Uniti. Solo il Canada rimase legato alla corona inglese. L'esempio dell'America del Nord e l'indebolimento di Spagna e Portogallo indussero anche le colonie dell'America del Sud a lottare per l'indipendenza. Nel 1825 la gran parte di esse erano divenute Stati indipendenti. Ma l'America Latina restò assai arretrata, in preda a una cronica instabilità politica, con frequenti colpi di stato militari, e dominata da un'agricoltura fondata sulle grandi proprietà di ricchi padroni che sfruttavano, riducendoli in condizione di servitù, contadini poverissimi.

In America Settentrionale, invece, le popolazioni indigene, i Pellirosse, vennero in gran parte sterminate dai bianchi decisi a impadronirsi delle loro terre, o rinchiuse in zone delimitate e controllate chiamate riserve. Nel corso dell'Ottocento gli Stati Uniti spostarono la loro frontiera sempre più avanti, verso il lontano Ovest (il Far West), conobbero un forte sviluppo capitalistico moderno, l'ingresso di nuovi Stati nell'Unione e la stabilità degli ordinamenti politici. Anche il Canada inglese progredì in maniera ordinata.

Gli Stati Uniti come massima potenza mondiale

Le Americhe, dati l'esiguità della popolazione, la grande disponibilità di terra e il bisogno di manodopera, alimentarono nell'Ottocento e nel Novecento flussi enormi di immigrazione. Agli schiavi venuti dall'Africa si affiancarono masse di Europei e di Asiatici. Agli inizi del 20° secolo gli Stati Uniti erano diventati la maggiore potenza economica del mondo. Fino allora essi erano rimasti estranei agli affari politici e ai conflitti europei, preoccupandosi di tenere lontane le potenze europee dalle Americhe. In una posizione di isolazionismo, si erano però eretti a protettori dell'America Latina.

Una svolta importante avvenne con l'intervento nel 1917 nella Prima guerra mondiale, intervento determinato dal timore di una vittoria degli imperi tedesco e austro-ungarico. La crescita economica degli Stati Uniti fu travolta dalla devastante crisi del 1929, la quale ebbe effetti gravissimi anche sul resto del mondo. La politica di isolamento degli Stati Uniti fu nuovamente interrotta dall'intervento nella Seconda guerra mondiale nel 1941. Da questo conflitto gli Stati Uniti uscirono nel 1945 più potenti che mai. Dopo di allora, nell'era della grande contrapposizione al mondo comunista guidato prima dall'Unione Sovietica e poi anche dalla Cina, gli Stati Uniti divennero la guida del mondo occidentale, ossia degli Stati a essi alleati, assistendo questi ultimi economicamente e militarmente e affrontando gli avversari comunisti in numerosi conflitti armati con alterni successi. Ma il successo finale nello scontro epocale con il mondo comunista è stato enorme, soprattutto dopo il crollo dell'Unione Sovietica e dei regimi comunisti nell'Europa orientale tra il 1989 e il 1991 e l'inserimento della Cina nel circuito economico e mondiale dominato dagli Stati Uniti.

Nella seconda metà del 20° secolo l'America Latina, periodicamente travagliata da crisi politiche ed economiche, è stata sottoposta alla predominante influenza e al controllo economico e politico degli Stati Uniti, con la sola eccezione di Cuba, divenuta alla fine degli anni Cinquanta uno Stato comunista. Negli ultimi decenni, i paesi latino-americani, tradizionalmente soggetti a regimi autoritari e dittatoriali, hanno conosciuto un processo crescente di maggiore democratizzazione e integrazione economica con gli Stati Uniti. L'integrazione economica ha coinvolto anche il Canada. Agli inizi del 21° secolo gli Stati Uniti si presentano come l'unica superpotenza militare e la massima potenza scientifico-tecnologica, industriale e finanziaria in un mondo entrato nell'era della globalizzazione.

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