STRABISMO

Enciclopedia Italiana (1936)

STRABISMO (dal gr. στραβισμός; fr. strabisme; sp. strabismo; ted. ahielen; ingl. squint)

Camillo Giannantoni

Termine, usato in oftalmologia, per indicare la deviazione evidente dalla normale direzione dello sguardo di uno e, in qualche caso, di entrambi gli occhi. In condizioni di integrità anatomica e funzionale i muscoli estrinseci del globo oculare, devoluti ai movimenti dell'occhio in tutte le direzioni, sono in uno stato di perfetto equilibrio (ortoforia): in tali casi l'azione tonica e sinergica che detti muscoli oculomotori esercitano sul globo fa sì che, nella fissazione di un oggetto lontano, le linee visive di ciascun occhio siano fra loro parallele: condizione questa necessaria perché sia consentita la fusione perfetta delle due immagini retiniche e, quindi, la visione binoculare unica.

Frequentemente esiste uno squilibrio muscolare di entità così lieve da non essere manifesto; si ha in tal caso l'eteroforia o strabismo latente dovuto a una deficiente capacità funzionale di uno o di più muscoli oculomotori, per cui si determina una tendenza alla deviazione dell'occhio, o degli occhi, verso il lato dove agiscono i muscoli ad azione più valida. Come conseguenza di ciò si ha una modificazione al normale parallelismo delle linee visive, per cui l'oggetto fissato viene visto doppio e non unico come normalmente.

Nella generalità dei casi però il soggetto con eteroforia riesce a evitare la diplopia mediante un maggiore impulso che, automaticamente, è portato a dare al muscolo, o ai muscoli, ipofunzionanti e mediante tale impulso può ristabilire il parallelismo delle linee visive e quindi la visione unica. Questo sforzo continuato finisce però con il produrre disturbi di vario genere, quali sensazioni dolorose agli occhi, stanchezza nella visione in vicinanza, specie se prolungata: si può anche avere cefalea e vertigine.

L'eteroforia è quasi sempre conseguenza di un'ametropia (vizio di refrazione) nell'occhio con strabismo latente o di anisometropia (differenza di refrazione fra i due occhi). Oltre ai ricordati vizî di refrazione, possono essere causa di eteroforia anche condizioni anatomiche particolari, come il volume considerevole dell'occhio, la differente lunghezza e tonicità dei muscoli oculomotori, i quali, infine, possono presentare una diversa posizione nell'inserzione sclerale.

La diagnosi di eteroforia si fa con varî metodi e con diversi apparecchi, mediante i quali è possibile precisarne anche il grado.

Se l'eteroforia è dovuta a un vizio di refrazione è necessario correggere questo con lenti sferiche di potere diottrico corrispondente al grado dell'ametropia esistente; a volte però neanche tale correzione è sufficiente e bisogna allora prescrivere lenti prismatiche: queste, per la proprietà ottica che hanno di spostare l'immagine verso la base, riescono, opportunamente graduate e poste davanti all'occhio, a fare coincidere le immagini in punti retinici corrispondenti.

Strabismo concomitante. - In questa forma di strabismo si ha sempre una visione monoculare, in quanto solo l'occhio che non è deviato compie l'atto visivo. Può essere escluso dalla visione sempre lo stesso occhio (strabismo abituale o permanente) se in questo esiste una capacità funzionale più debole (sia per un vizio di refrazione sia per una qualsiasi altra alterazione) che nell'altro. Talvolta si ha lo strabismo alternante e allora il soggetto a volte fissa con l'uno e a volte con l'altro occhio: ciò si verifica allorquando la capacità visiva dei due occhi è pressoché uguale. Infine lo strabismo può non essere permanente, ma solo transitorio (incostante, episodico), se esso si manifesta solo periodicamente.

La deviazione strabica si può avere in tutte le direzioni dello sguardo: più comunemente essa è verso il naso (strab. convergente), meno verso il lato temporale (strab. divergente): rara è la deviazione in alto (strab. sursum vergens) o in basso (strab. deorsum vergens).

Numerose sono le cause che possono determinare l'insorgenza di uno strabismo concomitante: esse possono essere locali (vizî di refrazione e anisometropie, opacità congenite o acquisite dei mezzi diottrici oculari) e generali (autointossicazioni intestinali, meningiti infantili). Tutte queste cause hanno come effetto, che è appunto la causa dello strabismo, un perturbamento della visione binoculare, per cui istintivamente viene escluso dall'atto visivo quello dei due occhi nel quale l'immagine dell'oggetto non è distinta.

Lo strabismo concomitante si sviluppa nell'età infantile e allora si può anche avere diplopia, la quale però finisce poi sempre con lo scomparire perché viene ad essere esclusa la falsa immagine. L'occhio deviato, che, come è stato detto, ha costantemente un potere funzionale minore dell'altro, diviene progressivamente sempre più ambliopico.

La forma di strabismo convergente si riscontra comunemente in occhi con ipermetropia, mentre quella divergente in occhi miopi. In tali casi è necessario procedere alla correzione di dette ametropie, rispettivamente, con lenti sferiche positive e negative, le quali però non sempre riescono allo scopo. Se lo strabismo permane, si ricorre all'intervento chirurgico, il quale consiste in una tenotomia (taglio del tendine nel punto prossimo all'inserzione sclerale) del muscolo che esercita sul globo una maggiore trazione, o nell'avanzamento (spostamento del punto d'inserzione sclerale del tendine o pieghettamento di esso) del muscolo situato dal lato opposto alla deviazione strabica dell'occhio. A volte è necessario associare i due atti operativi nello stesso occhio e tal'altra praticare l'intervento in entrambi i globi oculari.

Strabismo paralitico. - Allorquando un muscolo oculomotore viene colpito da paralisi o da paresi, si ha questa varietà di strabismo. Ciò si determina perché il muscolo antagonista a quello nel quale ha sede la lesione devia l'occhio verso il proprio campo di azione, per l'abolita o ridotta resistenza da parte del muscolo paralitico o paretico.

Lo strabismo paralitico può essere di vario grado in rapporto all'entità della lesione, esso comunque è tanto più manifesto per quanto maggiormente si cerca di far ruotare l'occhio nella sfera di azione del muscolo leso. Il sintoma subiettivo dominante in questa forma di strabismo è rapppesentato dalla diplopia che produce anche disturbi nell'orientazione per errore nella localizzazione dell'oggetto: errore dovuto alla difficoltà di differenziare l'immagine vera da quella falsa. La falsa orientazione è causa di vertigine, che è prodotta dal movimento apparente che subiscono le immagini retiniche allorquando l'occhio è ruotato nella direzione del muscolo paralizzato. Tale vertigine, chiamata "visiva", provoca nell'infermo incertezza nel compiere certi movimenti (salire e scendere le scale) e può arrivare anche a produrre conati di vomito. Questi disturbi scompaiono subito dopo che l'occhio con sede della paralisi è escluso dalla visione e perciò l'infermo istintivamente lo chiude. La paralisi può colpire uno o più muscoli oculomotori e la lesione può risiedere sia nell'apparato nervoso sia nel muscolo stesso.

Per quanto si riferisce all'etiologia, la paralisi oculomotoria può essere congenita o acquisita. Le cause che possono determinare il manifestarsi di una paralisi di uno o più muscoli estrinseci del globo oculare sono numerose: si possono avere lesioni primarie dei nervi o dei rispettivi nuclei di origine (fatti infiammatorî o degenerativi) o per lesioni secondarie ad alterazioni (focolai di rammollimento) o compressione sui nervi (tumori, emorragie, essudati, cicatrici) e anche per lesioni dei nervi stessi mediante schegge ossee prodottesi per una frattura. Fra le malattie infettive la sifilide occupa il primo posto; anche l'influenza può esserne la causa determinante. Devono pure essere ricordate alcune intossicazioni.

La terapia mira ad agire direttamente sull'elemento causale. Per combattere la diplopia si ricorre a lenti prismatiche, le quali possono, a volte e parzialmente, riuscire a fondere le due immagini facendole coincidere su punti retinici corrispondenti. Se anche con l'uso di prismi la diplopia permane, è necessario, a evitare i gravi disturbi che essa determina, escludere dalla visione l'occhio con sede della lesione anteponendo a esso un vetro smerigliato. La chirurgia in simili casi di strabismo paralitico è identica a quella per la forma concomitante di strabismo, però essa viene praticata solo nelle forme di paralisi di antica data e nelle quali il trattamento etiologico non ha portato ad alcun risultato.

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