Succhio

Enciclopedia Dantesca (1970)

succhio

Domenico Consoli

Di Malatesta e Malatestino da Verucchio, chiamati allusivamente ‛ mastini ', si dice (If XXVII 48) che là dove soglion fan d' i denti succhio (in rima unica con mucchio e Verrucchio), cioè che continuano a " mordere " e " dilaniare " i loro nemici, carpendone gli averi.

Il s., o più comunemente ‛ succhiello ', è infatti " strumento che leva piccola porzione, per esempio, de' legni, bucando, e tirala su, e quasi la succhia, cioè la sugge " (Tommaseo). Nel sintagma ‛ far s. ' i commentatori più antichi mettono in rilievo o l'idea del ‛ succhiare ' e ‛ divorare ': " idest, sugunt et mungunt facultates hominum " (Benvenuto), " forano e divorano co' denti " (Buti); o quella del ‛ forare ': " mangiono dove sogliono, però che ivi succhiano, cioè, forono quello che mangiono, co' denti " (Anonimo).

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