Superantigeni

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superantigeni In immunologia, termine proposto nel 1989 per descrivere un gruppo di molecole capaci d’interagire e di attivare i linfociti T tramite un meccanismo completamente diverso da quello attuato dagli antigeni convenzionali e dai mitogeni. La maggior parte delle informazioni su queste sostanze deriva dagli studi effettuati sulle prime molecole classificate come s., vale a dire un gruppo di proteine, prodotte da molte specie di batteri, denominate enterotossine.

fig.

Mentre i mitogeni, come la fitoemoagglutinina, la concanavalina A e il pokeweed attivano i linfociti provocando un’attivazione policlonale, gli antigeni convenzionali non interagiscono con i linfociti T nella loro forma nativa, ma subiscono una serie di modificazioni prima di poter esercitare la loro azione sulle cellule del sistema immune: infatti, sono fagocitati e trasportati all’interno di cellule specializzate, macrofagi o cellule presentanti l’antigene, per essere frammentati in catene amminoacidiche più corte, denominate peptidi. Dopo questo processamento gli antigeni sono presenti sulla superficie cellulare in associazione a un’altra molecola, codificata dai geni del complesso maggiore d’istocompatibilità (MHC); questi due fenomeni, denominati processamento e presentazione, permettono alla proteina d’interagire con i linfociti T che esprimono in superficie un recettore, specifico per l’antigene, chiamato TCR; ogni antigene può essere quindi riconosciuto e complessato alle molecole del sistema MHC solo dalle poche cellule che esprimono il recettore specifico; il legame tra recettore e ligando specifico provoca aumento di Ca++ intracellulare, il crollo dei livelli di fosfatidilinositolo e conseguente attivazione e proliferazione dei linfociti T, ciò che determina un’attivazione ‘clonale’, cioè soltanto di quel determinato clone. I s., come gli antigeni convenzionali, attivano essenzialmente i linfociti T helper, ma con un’intensità di stimolazione estremamente più elevata. La differenza essenziale tra antigeni e s. consiste però nella loro modalità di legame al TCR: gli antigeni convenzionali interagiscono con entrambe le regioni variabili del recettore, mentre i s. reagiscono esclusivamente con una sola delle due porzioni variabili che compongono il TCR (v. fig.). Inoltre il legame dei s. con le molecole MHC avviene in una zona situata al di fuori della regione deputata all’interazione con l’antigene processato e, a differenza di quanto avviene per gli antigeni convenzionali, i s. non hanno bisogno di essere processati per poter associarsi alle molecole MHC.

Il prototipo dei s. è un gruppo di tossine, prodotte da ceppi di Staphylococcus aureus, capaci di causare intossicazione alimentare.

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