T'IEN SHAN

Enciclopedia Italiana (1937)

T'IEN SHAN (A. T., 97-98; 103-104)

Piero LANDINI

SHAN Uno dei più importanti e complessi sistemi montuosi della Terra, situato nel cuore del continente asiatico; si estende con direzione prevalente O.-E. per 3100 km., dal 62° al 99° meridiano e cioè dalle colline Arslan, a nord di Buchara, fino all'Etsin Gol, ricoprendo una superficie di oltre 1 milione di kmq. Risulta composto da un fascio di catene, che raggiunge la massima larghezza di 800 km. all'estremità occidentale, mentre in quella orientale tale ampiezza si riduce a 300-450 km.: nella sezione mediana (81°-82° meridiano) le catene esterne si avvicinano a soli 120 km. Nel sistema si possono distinguere quattro linee assiali fondamentali e più precisamente, procedendo da N. a S.: a) la catena Borochoro, che limita ad O. la pianura del Lago Balchas, mentre a E. chiude la zona pianeggiante della Zungaria; si continua verso oriente con l'Iryan Kharbuch e, oltrepassata la grande depressione che da Turfan porta ad Urumci (Tihwa), s'innalza nella catena Bogdo-ula continuando con i monti Barkul e Karlik, entrando nel dominio del deserto di Gobi; b) le catene dei Monti Temurlik e Ishkilik, continuazione dei Monti Kara, Alessandro, Kungej e Ala, che dividono verso est il Kunges (Ili, Lago Balchas) dalla valle del Piccolo Yulduz (Kuruk darja) e dopo il meridiano di Barkul si riducono a tronchi montani di modeste dimensioni; c) Il Tereskei-Ala Tau, che limita a sud il bacino dell'Issyk Kul, si continua verso oriente tagliando il corso superiore dei fiumi Agiyaz e Kok Su, prende il nome di Saarmin tra il Piccolo e il Grande Yulduz e prosegue verso oriente tra il Bagrach Köl e il bassopiano di Turfan; d) finalmente il Kok Šal Tau, gigantesca catena, limite di due imperi, che con i Monti del Fergana descrive un grande arco convesso verso sud; si continua verso oriente con i Monti Khalik, Bugur, e al di là del Lago Bagrach con il Kuruk (o Quruq) Tagh, segnando nella sezione mediana la strozzatura più accentuata di tutto il T'ien shan. Diverse sono le condizioni morfologiche, altimetriche, climatiche del sistema, che la grande depressione Turfan-Urumci divide in due sezioni, occidentale e orientale. Dal punto di vista geologico è da notare che le rocce sedimentari costituiscono soltanto le creste più salienti, mentre le rocce eruttive (graniti, porfidi, melafiri), formano masse gigantesche allungate parallelamente a nord e a sud.

Il sistema si presenta come uno dei più alti della Terra. Mancano vulcani attivi, ma sono frequenti le solfatare. A cause tettoniche sono da ascriversi i numerosi terremoti, di cui alcuni (1887, 1902, 1911) molto violenti. In generale l'altezza delle catene dumenta da nord verso sud. I Monti Temurlik e Ishkilik toccano i 4500 m. di altezza; la catena Terskej-Ala si innalza a 5000-5200 m.; a 5000-5500 giunge il Kok Šal Tau; si toccano i 6300 metri nel Picco Nikolaj Michajlovič possente nodo oro-idrografico, e si raggiungono i 7200 nel Khan Teugri, la cima più alta del sistema, piramide ardita che sovrasta un mondo di guglie, di picchi e di ghiacciai. Nel T'ien shan orientale la catena più alta è il Bogdo-Ola (6400-6500 m.) dominante con i suoi picchi gelati la capitale del Sin-kiang.

La ragguardevole altezza del sistema favorisce la grande estensione dei ghiacciai e delle nevi permanenti, maggiormente diffuse nel T'ien shan centrale soprattutto intorno al nodo Nikolaj Michailovič dove abbiamo una raggiera d'imponenti ghiacciai, alcuni dei quali lunghi oltre 50 km., chiusi in letti larghi dai 1500 ai 4000 m., tra pareti strapiombanti, con pendenza non accentuata. Soltanto il Karakorum presenta estensioni glaciali più notevoli. Ma ghiacciai minori sono disseminati in gran numero per tutte le catene, tanto nella sezione occidentale quanto in quella orientale. In generale essi terminano fra i 3200 e i 3600 m. di altezza, ma discendono fino a 2750 sul versante sud della catena meridionale. Le tracce della glaciazione quaternaria sono imponenti: quattro o cinque periodi interglaciali sono stati osservati.

La nevosità naturalmente è abbondante e diffusissima: già in ottobre la neve copre di un bianco mantello tutte le montagne che si elevano oltre 1000 m. Sulle pendici settentrionali essa si mantiene in permanenza al di sopra dei 3300 metri; su quelle meridionali il limite s'innalza a 3800-3900 m.

Nei riguardi dei valichi, la differenza fra O. ed E. è notevole. In tutto il T'ien shan centrale i passi si mantengono di solito molto alti, al di sopra dei 3000 m., gelati e poco adatti al grande traffico. Il passo di Muzart, valicato dalle carovane che cercano la via più breve tra il Sin-kiang e la valle dell'Ili, è alto 3600 m.; quelli del Kok Šal Tau sono ancora più alti (Kukurtuk 4400; Bedel 4200, ecc.). Nella sezione orientale del sistema si aprono vaste depressioni, che favoriscono le comunicazioni e il sorgere di centri: così la grande depressione che da Turfan (24 m. s. m.) porta ad Urumci (869 m. s. m.) non supera in alcun punto i 1400 m. di altezza; nella parte orientale del Bogdo-Ola i valichi non superano i 2200 m.; si scende a 1700 nell'insellatura di grande importanza economica, percorsa da rotabile, che unisce l'oasi di Tashihto nella Zungaria con Qomul (Hami). Una delle caratteristiche fondamentali che testimoniano della grandiosità dell'orogenesi del T'ien shan è la profondità delle valli longitudinali, vere fosse tettoniche, il cui fondo si trova in media dai 2500 ai 3000 m. al disotto della linea di cresta. Esse testimoniano anche la grande azione erosiva delle acque, favorita dalla morfologia e dal clima, che si presenta particolarmente piovoso, dando origine a una fitta rete idrografica, che interessa in modo speciale la sezione centrale del sistema. I corsi d'acqua corrono generalmente in valli longitudinali ma poi, piegando a gomito, incidono in gole profonde le catene montuose, sboccando in pianura. I tronchi superiori delle loro vallate si possono peraltro facilmente raccordare in solchi longitudinali fondamentali, di cui uno è offerto dall'Ili con il suo affluente Kunges, e dai tronchi montani dei fiumi Manass e Loklon. Il solco mediano comprende l'Issyk Kul, il Tekes con il suo affluente, lo Jirgalan, il Piccolo Yulduz, l'Algoi e la depressione di Turfan; quello meridionale è tracciato dal Syr darja, dalle vallate montane dei fiumi Agiyaz, Kok Su, Grande Yulduz e il Lago Bagrach. Due sono i fiumi principali le cui vallate opposte e simmetriche portano rispettivamente a NO. e a SE., e precisamente l'Ili e il Khaidik Gol. Il primo nasce in territorio russo con il nome di Tekes; fa un gigantesco gomito, lambendo le catene dei Monti Temurlik e Ishkilik, piega verso ovest, ricevendo il Kunges; percorre una valle larga, popolata di villaggi e di città, bagna la città di Kulgia (10.000 ab.) a 700 m. s. m., attraversa la frontiera, gettandosi infine con grande apparato deltizio nel Lago Balchaš, dopo un percorso di 1300 km. Direzione opposta presenta il Khaidik Gol, che nasce mediante il Piccolo e il Grande Yulduz e con direzione NO.-SE. esce dalle montagne gettandosi nel Lago Bagrach, situato a 950 m. di altezza, con una superficie di 2400 kmq., dopo aver bagnato la cittadina di Kara Shahr (m. 1058), attorniata da aree coltivate. A sud e a est del lago si estende invece un deserto di dune, modellate dai venti di SO. Emissario del lago è il Kuruk darja, che entra nel bacino del Lop nor. Tutti gli altri fiumi che numerosi scendono dal sistema hanno la tendenza a perdersi nelle vaste zone desertiche e sono generalmente indipendenti l'uno dall'altro. Unica eccezione è fornita dall'Ak Su, che raccoglie, mediante numerosissimi affluenti disposti a ventaglio, le acque del versante meridionale dell'Ala Tau e quelle del Kok Šal, e si può considerare come il vero ramo sorgentifero del Tarim. Tutti gli altri fiumi del versante sud sono semplici torrenti, alcuni dei quali con acque copiose e perenni: ma di questi soltanto il Muz Art riesce a mandare le sue acque al Tarim (sponda sinistra). La presenza di queste arterie fluviali è molto importante perché ha determinato allo sbocco delle vallate in pianura l'ubicazione di numerosi centri abitati e di oasi frequentate. Nella sezione orientale, per l'inaridirsi progressivo del clima, la rete idrografica si fa meno copiosa e le condizioni di vita più difficili: hanno qui particolare importanza alcune zone pianeggianti, quali la regione di Turfan e di Qomul. Quest'ultima è più favorevole all'uomo che non quella di Barkul al piede settentrionale dell'omonima catena, perché abbondantemente dotata di falde freatiche e di sorgenti: l'oasi principale misura 11 km. per 8 ed è sede di un principato indigeno. La piana di Turfan o di Lukchun fa parte della depressione lunga e stretta, che divide il sistema del T'ien shan da quello del Pe shan: tocca il valore più basso al lago Bochanté (Aidin Köl) a 130 m. sotto il livello del mare. La zona, situata al disotto di tale livello, misura 90 km. da est a ovest e 40 da nord a sud. La missione Roborovskij ha fornito dati climatici interessanti su questa parte dell'Asia, che presenta massimi e minimi termometrici molto accentuati (42°,5; −20°,7).

Tutta la zona è cosparsa di oasi; ingegnosi metodi d'irrigazione hanno permesso di raddoppiare la zona coltivata; il centro principale è Turfan, cittadina moderna con 5000 ab. (24 m. s. m.).

Il T'ien shan appartiene alla zona biologica dell'Asia centrale. Nelle catene interne, lungo le pendici sono numerosissimi gli alberi da frutta, come i peschi, gli albicocchi, i meli, i peri; la betulla appare verso i 1400 metri, gli abeti si estendono in fitte foreste dai 1950 ai 3000 m.; il salice sale fino ai 3650 m. in mezzo agli alti pascoli. Sul versante del Turkestan i boschi di conifere intorno ai 2400 m. lasciano il posto, nei luoghi riparati dal sole, alla vegetazione erbacea e a grandi boschi di pioppi. Sulle pendici dei monti Barkul e Karlik appare il larice, sconosciuto nel rimanente del sistema.

Bibl.: G. Merzbacher, The Central Tian Shan Mountains, 1902-03, Londra 1905; F. Grenard, Haute Asie, in Géographie Universelle, VIII, Parigi 1929 (con ricca bibliografia); Y. Kieh, Contribution à l'étude pétrographique du Tien-Chan et du Nan-Chan (Chine), Parigi 1929; E. Norin, The basin of Bagrash Köll, in Geografiska Annaler, 1931, pp. 183-96; R. C. F. Schomberg, A fourth journey in the Tien Shan, in The Geographical Journal, maggio 1932, pp. 308-82; id., The Upper Aghias, Central Tien Shan, in Alpine Journal, 1933, pp. 79-84; id., The Yulduz, in The Scottish Geographical Magazine, settembre 1933, pp. 79-84; id., The Yulduz, in The Scottish Geographical Magazine, settembre 1933, pp. 289-293; id., The Kuruk Tagh or Dry Mountains of Chinese Turkestan, ibid., maggio 1933, pp. 145-161; id., Peaks and plains of Central Asia, Londra 1933; A. Stein, Note on a map of the Turfan Basin, in The Geographical Journal, settembre 1933, pp. 236-246.

Per la sezione orientale del T'ien shan si vedano le memorie delle spedizioni Sven Hedin nell'Asia centrale. Cfr., inoltre, i volumi (pubblic. iniziata con il 1935) della spedizione nel T'ien shan centrale (1932-1933), promossa dall'Ist. Ucraino di ricerche scient. di geografia e cartografia.

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