T

Enciclopedia Italiana (1937)

T


- Diciottesima lettera dell'alfabeto italiano e diciannovesima di quello latino e di quello greco. Nell'alfabeto fenicio era la ventiduesima e ultima lettera e aveva una forma a croce di S. Andrea; invece nell'alfabeto greco il taglio si era raddrizzato e spostato sino alla sommità dell'asta divenuta verticale. La semplicità della sua forma l'ha protetta quasi completamente da modificazioni profonde, tranne l'arrotondamento dell'estremità interiore dell'asta, per facilitarne l'unione alla lettera seguente, e l'abbassamento del taglio, che talvolta nel corsivo viene intrecciato al basso dell'asta stessa rimasta diritta.

La t rappresenta l'esplosiva dentale sorda, e in inglese una varietà molto vicina acusticamente, l'esplosiva alveolare. In inglese quando è finale di parola, nella pronunzia tedesca settentrionale e nei dialetti toscani, l'esplosione è seguita da una leggiera aspirazione (th); e questa pronunzia è simile a quella del th nel sanscrito e in lingue indiane moderne, e a quella che aveva nel greco classico la ϑ (derivata dalla teth fenicia), passata poi nel greco moderno a segnare la spirante interdentale sorda. Quest'ultimo suono è una delle due pronunzie del diagramma inglese th e quella del carattere p, proveniente dalle rune e conservato nell'odierno alfabeto irlandese. Le lingue semitiche possiedono i due suoni: esplosivo dentale e spirante interdentale; le lingue semitiche meridionali (arabo, etiopico) hanno inoltre la cosiddetta enfatiea, che è una spirante postpalatale sorda. I dialetti siciliani possiedono una t speciale, difficile a riprodurre, indicata nella scrittura con tr; essa è pronunziata appoggiando la parte anteriore della lingua contro gli alveoli e il palato anteriore, ed è la sorda del cosiddetto ÿ cerebrale. Se la lingua è in posizione più ritratta si ha la t′ palatalizzata delle lingue slave e dell'ungherese (dove è scritta ty) che acusticamente è assai vicina al k′ palatalizzato. Attraverso una palatalizzazione simile il ti + vocale del latino passò nel basso latino a z sorda e nelle lingue neolatine, variamente, a z, a s e financo a th interdentale.

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