Zùccari, Taddeo. - Pittore (S. Angelo in Vado 1529 - Roma1566). Protagonista a Roma del manierismo della metà del 16° sec., Z. fu sempre alla ricerca di un compromesso o meglio di una conciliazione tra la maniera e le richieste imposte all'arte all'inizio della Controriforma.
Vita e opere Figlio del pittore Ottaviano (n. 1505 circa). A Roma dall'età di quattordici anni, noto come decoratore di facciate vicino a Polidoro e a Perin del Vaga (ma nulla rimane di questa sua attività), intorno al 1553 collaborò con Prospero Fontana alla decorazione di Villa Giulia, nella quale il riferimento all'arte di Raffaello è evidente. La stessa componente culturale si nota nella decorazione della cappella Mattei di S. Maria della Consolazione (1553-55; della Crocifissione, perduta, è una copia nella Galleria Pallavicini). Questo suo classicismo retrospettivo, che oltre a Raffaello guarda anche all'arte di Michelangelo e di Sebastiano del Piombo, è affiancato da impulsi genuinamente manieristici verso una struttura complessa e una raffinata calligrafia, così come nelle Storie di s. Paolo, per la cappella Frangipane in S. Marcello al Corso (dal 1558). La sua elaborazione formale tende tuttavia a uno stile narrativo chiaro e raffinato: l'affresco con le Storie di Alessandro (Bracciano, castello Orsini, 1560 circa) risulta un felice equilibrio tra l'osservazione naturalistica e la sua realizzazione ornamentale. Più raramente diede preminenza a un naturalismo descrittivo, come nell'affresco della Morte della Vergine (Trinità dei Monti; Z. contribuì al completamento della cappella Pucci di Perin del Vaga, 1564-65). Per la famiglia Farnese iniziò nel 1559 la decorazione del palazzo di Caprarola, un'impresa che lo tenne occupato fino alla morte e fu terminata dal fratello Federico, e che è sintomatica dell'atteggiamento dell'élite sociale e culturale romana di quel periodo: nonostante la complessità e la ricchezza delle intenzioni, la decorazione è pervasa da una austerità che nei momenti meno felici può diventare troppo fredda e povera. Terminò inoltre gli affreschi di G. B. Salviati nel salone del Palazzo Farnese a Roma. Eseguì anche disegni per apparati festivi e per maioliche, come il servizio donato da Guidubaldo II della Rovere a Filippo II di Spagna (un piatto è conservato nel Victoria and Albert Museum di Londra).
Pittori, oriundi da S. Angelo in Vado (Marche). Ottaviano, mediocre artista (un suo affresco del 1555 si vede nella parrocchiale di Candelara), fu padre a Taddeo (1529-1566) e a Federico (1542-43-1609), che tennero il campo della pittura manierista ed eclettica. Taddeo sentì segnatamente il Correggio, ...
pastóso agg. [der. di pasta]. – 1. Che ha consistenza molle come pasta, che è morbido e cedevole al tatto: lavorare l’argilla fino a renderla pastoso; una materia pastosa. Anche delle carni del corpo, spec. di quello femminile, in quanto siano morbidamente...