avverbio
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avverbio
Parte invariabile del discorso che determina il verbo, l’aggettivo o un altro avverbio. A seconda della funzione, gli a. italiani si distinguono in: a. qualificativi (bene, male, volentieri, velocemente [...] ecc.); a. di luogo (qui, là, dove, fuori ecc.); a. di tempo (prima, poi, ora, subito, sempre ecc.); a. di quantità (poco, molto, più, tanto ecc.); a. di giudizio, di affermazione, di negazione (forse,CATEGORIE
linguistica generale
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Enciclopedia Italiana (1930)
AVVERBIO
Parte del discorso che determina il verbo, non solo, ma, contrariamente alla sua etimologia e alle definizioni unilaterali degli antichi, anche l'aggettivo e, in certi casi, un complemento: ama soprattutto [...] aggettivo e dal verbo per la mancanza di flessione; ha in comune con l'aggettivo la possibilità della comparazione. L'avverbio non si può considerare come un'unità elementare del linguaggio, almeno nei limiti del concetto attuale, perché risale a dueEnciclopedia Dantesca (1970)
Enciclopedia Dantesca (1970)
prima
prima (pria) Ugo Vignuzzi Avverbio (e, in unione con ‛ che ' o ‛ di ', introducendo una proposizione dipendente, congiunzione) temporale, di media frequenza nell'opera dantesca. Anche se a rigore le [...] 11 io senti ' a me gravar la fronte / a lo splendore assai più che di prima (il sintagma avverbiale impiegato in luogo del semplice avverbio compare anche in Pg XIV 76 lo spirto che di pria parlòmi, e, col valore di " per la prima volta ", in If I 40Enciclopedia Dantesca (1970)
troppo
troppo (tro') Ugo Vignuzzi Avverbio di quantità di media frequenza nelle opere di D., con una trentina di occorrenze in quelle canoniche (quasi un terzo fuori della Commedia), e oltre 50 nel Fiore (due [...] e v. ancora i casi di Fiore XVIII 1 e CLXXX 4, sempre seguendo il verbo cui si riferisce; tuttavia, generalmente l'ordine avverbio-verbo è più consueto: Vn XXXVIII 1 Ricovrai la vista di quella donna in sì nuova condizione, che molte volte ne pensavaEnciclopedia Dantesca (1970)
spesso
spesso (avverbio) Maurizio Dardano È usato da D. con una frequenza superiore rispetto agli avverbi equivalenti ‛ sovente ' e ‛ spessamente '. Di questi il primo aveva una notevole diffusione nella lirica [...] in Rime dubbie VI 8 e XXVIII 10. Altro caso particolare in Fiore CCII 13 ma spesso falla ciò che 'l folle crede, dove l'avverbio è anteposto al verbo e al soggetto. I casi in cui s. segue il verbo sembrano rientrare in una più precisa tipologia: a) lEnciclopedia Dantesca (1970)
tosto
tosto (avverbio) Ugo Vignuzzi È presente in tutto il D. canonico e nel Fiore, con una frequenza abbastanza elevata: una decina di occorrenze nella Vita Nuova e nelle Rime, una ventina nel Convivio, quasi [...] , Pg XI 38, XXVI 62, Pd XI 128, e anche If XVI 123, Pg XVII 44, XXXI 36, Fiore XXXV 14). L'avverbio, nel suo impiego più generale, indica la rapidità (con riferimento implicito) ovvero, più spesso, l'immediatezza con cui un'azione si svolge rispettoEnciclopedia Dantesca (1970)
quivi
quivi (quive) Ugo Vignuzzi Avverbio dimostrativo di luogo, di media frequenza nell'opera dantesca: oltre 200 occorrenze, di cui 72 nella Vita Nuova, 4 nelle Rime, 32 nel Convivio (oltre una in integrazione [...] mio... infin quivi ti tira, con riferimento a un balzo poco in sùe. Talora q. si trova in particolari accostamenti con altri avverbi determinativi di luogo: in Pd XIV 26 Qual si lamenta perché qui si moia / per viver colà sù, non vide quive / loEnciclopedia Dantesca (1970)
ecco
ecco Vincenzo Valente Avverbio di uso ben definito e abbastanza frequente per poterne determinare alcune caratteristiche. È di uso prevalentemente poetico, quasi sempre in apertura di verso, con esatta [...] esempio in cui la locuzione avverbiale ricorre in posizione interna al verso); più spesso con l'infinito più o meno distanziato dall'avverbio: Ed ecco verso noi venir per nave / un vecchio, If III 82; Ed ecco... / un lume per lo mar venir si rattoEnciclopedia Dantesca (1970)