segno Fatto, manifestazione, fenomeno da cui si possono trarre indizi, deduzioni, conoscenze ecc. Qualsiasi oggetto o più spesso figura che sia convenzionalmente [...] legge; l’esempio più ovvio è il s. linguistico). In rapporto all’interpretante il s. può quadrata, il s. d’uguaglianza ecc. I segni + e − indicano anche la positività o negatività ... ...
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logica filosofia Disciplina che studia le condizioni di validità delle argomentazioni deduttive. [...] di ricerca approfondito dagli stoici è quello dei problemi logico-semantici: tra il segnolinguistico e l’oggetto cui questo si riferisce viene ora a interpolarsi il particolare ...
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traduzione biologia In biologia molecolare, la produzione, mediata dai ribosomi, di un polipeptide [...] , dove ‘scatola’ è la rappresentazione concettuale che funge da cerniera fra i due segnilinguistici. Gli studi avviati in Europa già a partire dal 19° sec. sui rapporti fra ...
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toponomastica Studio fondamentalmente linguistico dei toponimi o nomi di luogo, sotto l’aspetto dell’origine, [...] studio dei nomi di persona. Le caratteristiche comuni sono fornite da un analogo segnolinguistico rappresentato dal solo significante, il quale ‘non significa’ (cioè è opaco), ma ... ...
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Rohmer 〈romèer〉, Eric. - Pseudonimo del regista cinematografico francese Jean-Marie-Maurice Schérer (Tulle, Corrèze, 1920 - [...] visiva perfettamente omogenea a uno stile, a un rigore etico, a una limpidezza del segnolinguistico. Vita e opere. Insegnante, scrittore, critico dei Cahiers du cinéma, autore di ...
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glossematica Dottrina elaborata da L. Hjelmslev come particolare indirizzo dell’orientamento strutturalista, [...] sul piano sia dell’espressione sia del contenuto), essa definisce il segnolinguistico in termini puramente relazionali, come rapporto cioè di mutua dipendenza (o ‘solidarietà ...
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riferimento filosofia In filosofia del linguaggio, la relazione intercorrente tra un segnolinguistico e l’entità extralinguistica [...] G. Frege tra il senso (Sinn) e la denotazione o riferimento (Bedeutung) di un segno corrispondeva a quella milliana, con la differenza sostanziale che per Frege anche i nomi propri ... ...
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monosemia In linguistica, in contrapposizione a polisemia, il fatto che un vocabolo, un’espressione o un segnolinguistico in genere, abbia un significato unico. ...
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significato Il contenuto espressivo di qualsiasi mezzo di comunicazione (parole o frasi, gesti, segni grafici ecc.). In linguistica, ciò che si vuol [...] della semantica strutturale c’è l’idea dell’autonomia linguistica del s., conseguenza della tesi saussuriana dell’arbitrarietà del segno per la quale non c’è alcun motivo esterno ... ...
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Pagliaro, Antonino. - Orientalista e glottologo italiano (Mistretta [...] . Tra le opere: Epica e romanzo nel Medioevo Persiano (1927); Sommario di linguistica ario-europea (1930); Il segno vivente (1952; nuova ed. 1969); Saggi di critica semantica (1955 ...
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ségno segno m. [lat. sĭgnum «segno visibile o sensibile di qualche cosa; insegna militare; immagine scolpita o dipinta; astro», forse affine a secare «tagliare, incidere»]. – 1. a. Qualsiasi fatto, manifestazione, ...
registro s. m. [lat. tardo regesta -orum, neutro pl.; v. regesto]. – 1. Libro, quaderno, fascicolo o volume formato da un certo numero di fogli (per lo più numerati progressivamente, contrassegnati e forniti ...