Kitano, Takeshi

Lessico del XXI Secolo (2012)

Kitano, Takeshi


Kitano, Takeshi. – Regista e attore giapponese (n. Tokyo 1947). All’alba del nuovo millennio, K. è senz’altro la punta di diamante del nuovo cinema giapponese e, al tempo stesso, uno degli autori più indipendenti dalle mode e dalle tendenze, forte del suo successo internazionale e di uno stile riconoscibile e personale che si basa sulla capacità di mescolare insieme toni drammatici e cupi con momenti di commedia pura, a volte virati nel non-sense. K. sperimenta nuove possibilità narrative, varianti significative del suo cinema. È il caso di Brother (2000), tentativo di ambientare un film sulla Yakuza negli Stati Uniti, film che riprende totalmente le atmosfere dei lavori precedenti di K., anche se in un contesto totalmente differente come Los Angeles. Il film successivo, Dooruzu (2002; Dolls) è un’immersione poetica e visuale nel mondo della cultura giapponese, tre storie d’amore raccontate attraverso la ripresa cinematografica di stili e linguaggi che provengono direttamente dal teatro Bunraku o dalla pittura tradizionale giapponesi. Qui K. mostra una raffinatezza di scrittura e di messa in scena che lega profondamente il suo cinema alla pittura e alla tradizione iconografica orientale (K. è anche pittore oltre che regista). Alla tradizione cinematografica del Giappone, riletta attraverso la sensibilità del regista, si lega Zatōichi (2003), film in cui K. riprende uno dei personaggi più longevi del cinema giapponese, appunto lo spadaccino cieco Zatoichi, per rileggerlo come forma cinematografica, in un film dove violenza estrema, ironia, favola e musical si fondono in un amalgama straordinario. Successivamente a questi film, che lavorano su una serie di varianti interne al cinema di K., il regista realizza una trilogia – composta da Takeshis’ (2005), Kantoku banzai! (2007; Glory to the filmmaker!) e Akiresu to kame (2008; Achille e la tartaruga) – dove riflette sulle forme della creazione e soprattutto sul proprio cinema, sui suoi limiti e possibilità: dalla forma del doppio, del cortocircuito tra cinema e vita in Takeshis’ alla crisi della forma cinematografica in Kantoku banzai!, fino al dramma della creazione vissuta come ossessione in Akiresu to kame. Tre film teorici, dopo i quali K. ritorna come attore al genere che più lo ha imposto al grande pubblico, con Autoreiji (2010; Outrage), film di Yakuza che è anche un grande esercizio di cinema, formale e virtuosistico, puro piacere dello sguardo. K. ha presentato il secondo capitolo – Autoreiji: Biyondo (2012; Outrage: beyond) – alla Mostra internazionale di arte cinematografica di Venezia del 2012.

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