TAN (Tasso Annuo Nominale)

Dizionario di Economia e Finanza (2012)

TAN (Tasso Annuo Nominale)


TAN (Tasso Annuo Nominale)  Tasso di interesse, espresso in termini annui, applicato nelle operazioni di finanziamento dagli intermediari finanziari, che sono obbligati per legge a dichiararlo nei corrispondenti contratti. È un tasso ‘puro’, nel senso che indica il reale prezzo del servizio ricevuto, cioè il prezzo della disponibilità di una somma di denaro per un certo intervallo di tempo. In particolare, il TAN non tiene conto degli oneri aggiuntivi e accessori connessi all’operazione e nemmeno degli interessi ottenuti da eventuali capitalizzazioni infrannuali. In questo si differenzia dal TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale, ➔ TAEG), che invece rappresenta l’onere globale a carico del debitore e che solitamente è superiore al semplice TAN. Non a caso, nelle varie offerte promozionali di finanziamento, il TAN risulta chiaramente individuabile, mentre al TAEG spesso viene dedicata scarsa visibilità, nonostante sia obbligatorio indicarlo.

La relazione che lega il TAN al tasso annuo effettivo, ovvero al tasso di interesse realmente applicato, richiede un doppio passaggio. Il primo passo è il calcolo del tasso di interesse effettivo periodale ik, ottenibile semplicemente dividendo il TAN per k (numero di capitalizzazioni in un anno). Infatti il TAN è anche detto tasso nominale convertibile k volte l’anno, jk=k i1/k. Il secondo passo consiste nell’applicare la relazione tra tassi di interessi equivalenti in regime di capitalizzazione composta (➔ capitalizzazione). Precisamente: (1+i)=(1+i1/k)k, da cui i=(1+i1/k)k−1, tasso di interesse effettivo annuo. Per es., se il TAN convertibile trimestralmente è dell’8%, i1/4=2% e i=0,082432=8,2432%. E se non vi sono altri oneri connessi al finanziamento, tale i risulta essere anche il TAEG dell’operazione.