TANCREDI d'Altavilla

Enciclopedia Italiana (1937)

TANCREDI d'Altavilla


Principe normanno e uno dei capi della prima crociata, al cui nome diede fama immortale il Tasso, che nella Gerusalemme Liberata esaltò in lui il tipo stesso del cavaliere cristiano.

S'ignorano l'anno della sua nascita e i suoi genitori. Quasi certamente però egli dovette essere figlio di un signore normanno che aveva sposato una donna degli Altavilla, della discendenza di Roberto il Guiscardo. Forse fu nipote di Boemondo principe di Taranto, figlio di Roberto il Guiscardo, e tipico esponente di quella classe feudale di cadetti, di cavalieri senza feudo, di diseredati, di avventurieri, che diede così largo contributo di uomini al contingente delle prime crociate. Appunto con Boemondo, si pose a capo dei Normanni che nel 1096 parteciparono alla prima crociata. Mietuti i suoi primi allori di guerriero al Vardar, nell'Epiro, contro i Greci, fece prodigi di valore alla conquista di Nicea, e dopo il primo successo delle armi cristiane si volse a conquistarsi un vasto principato feudale in Cilicia, ad Adana, Mopsuestia e Alessandretta, difendendo con le armi contro lo stesso Baldovino, fratello di Goffredo di Buglione, il frutto delle sue conquiste. Prese poi parte all'assedio di Antiochia, alla presa di Gerusalemme (s'impossessò allora, attirandosi l'inimicizia degli altri capi, dell'immenso bottino della moschea di Omar), alla battaglia di Ascalona. Dopo la vittoria aspirò alla corona di re di Gerusalemme, ma Goffredo di Buglione fu designato invece di lui all'altissimo onore. T. fu creato allora principe di Galilea. Morto Goffredo, si sforzò invano di far esaltare al trono lo zio Boemondo, ma riuscito eletto Baldovino, finì poi per riconciliarsi con l'antico rivale. Chiamato due volte a governare il principato d'Antiochia in assenza di Boemondo, una prima volta prigioniero dei Turchi, una seconda volta, nel 1003, in viaggio verso la Francia per sollecitare nuovi aiuti ai crociati, passò gli ultimi anni della sua vita in guerre continue, difendendo con accanimento e con leggendario valore Antiochia, Laodicea, Tarso, e le sue terre di Cilicia contro gli assalti rinnovati degl'infedeli e dei suoi numerosi emuli cristiani, quali il conte di Edessa, Baldovino di Bourg, Bertrando di Saint-Gilles. Morì ad Antiochia nel 1112.