Taranto

Dizionario di Storia (2011)

Taranto


Città della Puglia, capoluogo di provincia. Fu fondata da coloni spartani probabilmente verso la metà dell’8° sec. a.C. Varie leggende narrano come i colonizzatori appartenessero a strati inferiori della popolazione spartana: certo è che la fondazione della colonia (l’unica spartana) è in relazione con problemi demografico-sociali assai pressanti a Sparta. La colonia si affermò dopo lunghe lotte con i locali: nel 473 a.C. i tarentini furono gravemente sconfitti dagli iapigi; la sconfitta aprì la strada alla democrazia. I tarentini, presto ripresisi, esercitarono la supremazia sulla vicina Metaponto e poi sulla Siritide, che fu loro lungamente contesa da Turi, fondata da Pericle (444) sul luogo della distrutta Sibari. Nel 4° sec. T. partecipò alla Lega italiota costituitasi per arginare l’avanzata delle popolazioni indigene (messapi-lucani-bruzi): ma le difese furono insufficienti e T. invocò l’aiuto di Archidamo di Sparta (339-338), di Alessandro di Epiro (334), di Cleonimo principe spartano (303). Frattanto era intervenuta Roma a sostegno dei lucani e si venne a una pace le cui clausole, violate da Roma nel 281, provocarono la guerra tarantina (o tarentina) con l’intervento, a favore di T., di Pirro re d’Epiro. La guerra si concluse (272) con la sottomissione della città greca e il suo ingresso nell’alleanza romana. Fedele a Roma durante la prima guerra punica, T. nella seconda aprì le porte ad Annibale (212) e per questo fu punita ferocemente tre anni dopo, quando Fabio Massimo la riconquistò, con la strage o la vendita in schiavitù dei suoi cittadini e con il saccheggio. Nel 125 vi fu dedotta una colonia romana (colonia Neptunia) e nel 90 fu eretta a municipio. Gradatamente la città, che era stata la metropoli della Magna Grecia e centro importantissimo dell’arte e della cultura ellenica, cominciò a latinizzarsi; ma la sua importanza economica andava scemando di fronte alla città di Brindisi, che da modeste origini assurgeva a massimo porto commerciale dell’Adriatico. Conquistata da Totila (549) e ripresa da Narsete (552), espugnata dai longobardi, tornata all’imperatore Costantino III (663), poi in mano a Romualdo, duca longobardo di Benevento, nel corso del 9° sec. T. passò alternativamente dai bizantini ai saraceni, finché l’imperatore Niceforo II Foca la riprese nel 967. Occupata nel 1063 da Roberto il Guiscardo, fu centro di un potente feudo, che ebbe poi titolo principesco. Sotto gli Angioini T. fu appannaggio (1301) di Filippo, quartogenito di Carlo II d’Angiò, poi del figlio Roberto. Passò poi a Giacomo del Balzo, a Ottone di Brunswick e a Raimondo Orsini del Balzo, sotto il quale fu capitale di un grande principato. Alla morte di Raimondo, passò a Ladislao di Durazzo che aveva sposato la vedova di Raimondo, Maria d’Enghien. Nel 1463 il principato di T. tornò a far parte della Corona. Conquistata da G. Fernández de Cordova (marzo 1502) e in seguito fortificata dagli spagnoli, T. sostenne ripetuti attacchi turchi nel corso del 16°-17° secolo. Occupata dai francesi nell’apr. 1801 e ancora dopo Austerlitz, nel decennio 1806-15 T. divenne la loro più sicura base navale contro gli inglesi stabiliti a Capri e in Sicilia e contro i russi stabiliti a Cattaro. Dopo il 1815, i Borbone si disinteressarono di T., il cui sviluppo riprese solo dopo l’unificazione. Durante la Prima guerra mondiale vi ebbero base le flotte italiana, francese e inglese del Mediterraneo; nel corso della Seconda la città subì gravi danni per i bombardamenti aerei.

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